Sport Land News

BRASILE 2014 Mondiale, favela e poesia

Il Brasile «è un grande Paese. Non esiste un luogo migliore nè persone migliori...». È il messaggio in Rete di una giovane blogger di Curitiba, intercettato da Luciano Sartirana, autore di una “bibbia” del calcio brasiliano, Nel settimo creò il Maracanà (Edizioni del Gattaccio). Da sempre questo è anche il Paese in cui si gioca il calcio più estetico, il “fútbol bailado”. Il calcio di poesia, secondo Pasolini, il più vincente (5 titoli iridati per la Seleçao) e di massimo impegno civile.

Nella stagione 1982-’83, a San Paolo una formazione capeggiata dal suo leader maximo, Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, in arte Socrates, metteva in campo la sua utopia: la “Democracia Corinthiana”. Il manifesto politico dei professionisti del Corinthians che per voce del filosofico Socrates, noto anche come “O’ Magrao” (il magro, 192 centimetri per 80 kg ) o il “tacco di Dio”, proclamava: «Lavorare con libertà, discussione allargata dai dirigenti fino ai calciatori su ogni argomento - dalle ore di allenamento, ai premi partita -, con decisioni prese a maggioranza».

Un fenomeno sindacale, unico nella storia del football, che prese piede nello spogliatoio di quello stadio del Corinthians appena crollato e in cui hanno perso la vita due operai. Una tragedia che va ad alimentare il fronte della protesta popolare, sedata a fatica dalla polizia lo scorso giugno durante la Confederations Cup. Una marea umana che ha gridato allo «scandalo» per i 9 miliardi (a fronte di 1 miliardo di spesa preventivata) investiti nell’organizzazione dei Mondiali. Tre volte di più, rispetto a Corea Giappone 2002, Germania 2006 e Sudafrica 2010. In nome di Socrates, il “Che Guevara” del pallone, i brasiliani sono scesi in piazza e minacciano di farlo fino al fischio d’inizio del Mondiale.

Non accettano, giustamente, che il 97% dei costi dei 12 stadi (quasi tutti nuovi e 8 rimarranno di proprietà dello stato) sarà esclusivamente a carico dei contribuenti. Un seguace di Socrates, l’ex stella della Seleçao anni ’90, l’onorevole Romario, ha puntato il dito sullo stadio Nazionale Manè Garrincha di Brasilia, per la cui realizzazione si è passati dalla cifra già folle di 745,3 milioni di reais, ai definitivi 1.200 milioni. «Con quel denaro si potevano costruire 150mila case popolari», ha tuonato Romario. La situazione per il popolo delle favelas, anche se si sono ristrette rispetto agli anni ’80 (nelle grandi città brasiliane ci viveva il 49% degli abitanti, oggi il 27%), è sempre di estrema povertà, mentre della grande ricchezza attuale del Paese è beneficiaria anche l’industria calcistica.

La stella più luminosa, Neymar, ha scelto di emigrare al Barcellona, ma rispetto anche al recente passato è in netto calo l’esportazione dei talenti. Nell’ultimo anno 1.100 giocatori (tra questi Pato e Ronaldinho) hanno deciso di fare ritorno a casa. I “clubes” del Brasileirão, la loro Serie A, possono garantire ingaggi pari, e in alcuni casi più vantaggiosi, di quelli europei. Nell’ultimo decennio le migliori cento squadre brasiliane sono passate da un introito globale di di 303 milioni di euro ad oltre 1 miliardo della passata stagione. Cifre che fanno la gioia del capo della Fifa Blatter, il quale ha intimato: «Il prossimo 31 dicembre tutti gli stadi di Brasile 2014 dovranno essere pronti». Fantacalcio. San Paolo, Cuiabà e Curitiba non consegneranno mai in tempo le loro arene. Il nuovo Maracanà - sfregiato del suo fascino antico - di Rio de Janerio e il Manè Garrincha di Brasilia, si candidano per la sostituzione in corsa dello stadio del Corinthians, sede della partita inaugurale. Sarebbe un affronto alla memoria di Socrates, volato via due anni fa (a 57 anni), ma che “lotta ancora” per un calcio di poesia.

Massimiliano Castellani - avvenire.it

Da Del Piero a Bonucci: lo sport piange Mandela

Nella lotta al razzismo che ha caratterizzato tutta la sua vita, Nelson Mandela ha sempre trovato un ruolo importante per lo sport che ha sempre sostenuto "ha il potere di cambiare il Mondo, di unire la gente. Lo sport può creare la speranza laddove prima c’era solo disperazione". Non a caso un passaggio decisivo per l'integrazione razziale nel Sud Africa furono propri i Mondiali di rugby ospitati dal Sud Africa nel 1995, quando proprio gli Srpingbocks vinsero con una squadra in cui bianchi e neri giocavano insieme. Un avventura immortalata dall'emozionante film "Invictus". Il mondo dello sport lo piange, tanti i messaggi in ricordo di Madiba. Eccone alcuni.

DEL PIERO - «Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Di unire la gente. Parla una lingua che tutti capiscono". Grazie #Mandela».

BAGGIO- «Le tue idee e il tuo messaggio di fratellanza continueranno a vivere per sempre. Riposa in pace #Mandela».

BLATTER -  «Una persona straordinaria, probabilmente uno dei più grandi uomini del nostro tempo e un mio caro amico. Era come un uomo del popolo, un uomo entrato nel loro cuore. L' uomo che ha fatto della riconciliazione il tema della sua presidenza aveva anche conquistato molti bianchi quando ha indossato la maglia della nazionale di rugby sudafricana, un tempo simbolo della supremazia bianca, nella finale della Coppa del Mondo di rugby, all'Ellis park di Johannesburg, nel 1995. Nelson Mandela rimarrà nei nostri cuori per sempre. I ricordi della sua straordinaria lotta contro l'oppressione, il suo incredibile carisma ed i suoi valori positivi vivranno in noi e con noi».

BONUCCI - Ecco il suo retweet: «"Che la libertà possa regnare sovrana" RIP Nelson Mandela»

MATA - «RIP Nelson Mandela, fonte di ispirazione per l'umanità. Non sarai mai dimenticato. Eroe dei nostri giorni».

FABREGAS - «Riposa in pace, un esempio di lotta»

VAN PERSIE - «Un'ispirazione per tutti noi. RIP Mandela. Grazie per tutto quello che hai fatto»

BOATENG - «Non ci posso credere, R.I.P. Nelson Mandela. Madiba»

MARESCA - «Immensamente dispiaciuto x la morte di Nelson Mandela... Non ci sono parole x definirlo, lui è stato TUTTO.
Riposa in pace
».

FEDERICA PELLEGRINI - «Addio a Nelson Mandela!!un uomo che ha avuto la forza ed il coraggio di cambiare la storia!!»

GERVINHO
- «Sono così triste. Addio Nelson Mandela alias Madiba»

AGUERO
- «Ho avuto l'opportunità di andare in Sudafrica alcuni mesi fa e mi sono commosso nel vedere cosa Mandela significa per la sua gente. La sua morte è un duro colpo ma i suoi insegnamenti e la sua lotta rimarranno nella storia. Lui vive nei nostri cuori».

LAPO ELKANN
- «RIP Nelson Mandela. Una delle anime più grandi che il mondo abbia mai conosciuto». 

PELE' - «È stato il mio eroe e un mio compagno nella lotta in favore della causa del popolo e della pace nel mondo. Bisogna continuare la sua opera».

GULLIT - "È una grande perdita, di un grande uomo. Sono così orgoglioso di avere condiviso alcuni dei momenti con lui. Grazie 'Madibà per essere stato con noi, averci insegnato ad amare e rispettare il prossimo" . È quanto scrive Ruud Gullit sul proprio profilo Twitter. Il 'Tulipano nerò, ex attaccante di Milan e Sampdoria, nel 1988, dedicò il proprio Pallone d'Oro all'ex presidente sudafricano, che è morto ieri.

MOHAMED ALi' -
"Ora è libero per sempre": così Mohamed Alì, il più grande pugile di tutti i tempi e grande combattente contro la discriminazione dei neri nel mondo, ricorda Nelson Mandela. "Ha ispirato gli altri per raggiungere anche quello che appariva impossibile - afferma Alì - e li ha spinti a demolire le barriere che li tenevano in ostaggio mentalmente, fisicamente ed economicamente". "Quello che ricorderò di Mandela - aggiunge - è che è stato un uomo il cui cuore, la cui anima e il cui spirito non possono essere limitati alla lotta contro le ingiustzie razziali ed economiche. Ha insegnato a tutti noi il perdono, invece dell'odio e della vendetta".

MARADONA -
  "Un uomo e un messaggio immortali, riposi in pace". Così da Dubai Diego Armando Maradona, in un messaggio diffuso dal suo legale Angelo Pisani, sulla morte di Mandela. "Oggi - dice Maradona - non è a lutto solo un popolo per la scomparsa del suo leader, ma sono a lutto tutte quelle persone che vogliono essere libere da ingiustizie, con forte convinzione e giusti ideali". A suo giudizio "non morirà mai il suo messaggio che vive in tutti noi, l'uomo più forte che ha sempre difeso il suo popolo, quel popolo abbandonato e che con lui ha sempre lottato per combattere la fame del mondo. Un popolo che ancora oggi vive lottando per non esser dimenticato". Per Maradona "Mandela è uno dei migliori difensori della giustizia, un modello da seguire sempre. Grazie per tutto quello che hai dato alla tua gente e ai popoli in tutti questi anni. Riposa in pace, immenso uomo".

TYSON - "Nelson Mandela era l'incarnazione della disciplina, era coraggio, era amore e perdono: non c'è futuro senza perdono". Così l'ex campione del mondo dei pesi massimi, lo statunitense Mike Tyson, ha ricordato su Twitter la figura di Nelson Mandela, morto ieri sera in Sudafrica.

FIASCONARO - "È un giorno molto triste per tutto il Sudafrica, per tutti noi, sportivi e non. È finita la sua agonia, perché negli ultimi tempi le sue condizioni si erano aggravate, ma sono addolorato per la sua scomparsa. Ha portato la pace in un paese che si odiava e so che il suo primato non verrà mai battuto". Così all'Ansa l'ex recordman azzurro degli 800 metri, ma nato a Città del Capo, Marcello Fiasconaro, ricorda Nelson Mandela. "È stato un uomo umile e carismatico, un vero campione del mondo", ha aggiunto Fiasconaro.

RAMACCIONI -
"Simbolo della lotta per i diritti civili e contro il razzismo, Nelson Mandela ha lasciato una lezione che tutti gli uomini del mondo hanno il dovere di tramandare". È il messaggio di cordoglio del Milan per la scomparsa del premio Nobel per la pace, che il club rossonero ebbe l'onore di incontrare nella sede dell'African National Congress durante una tournée in Sudafrica l'11 giugno 1993, tre anni dopo il suo ritorno in libertà. "Eravamo tutti in giacca e cravatta, emozionati e rispettosi - è il ricordo di Silvano Ramaccioni, 75 anni, capo-delegazione rossonero in quella occasione -. Portammo a Mandela i saluti del nostro presidente Berlusconi e di tutto il Milan, ma anche dell'Italia perché sul nostro gagliardetto c'era il tricolore. Ricordo il sorriso buono di quest'uomo che ha fatto la storia del mondo. Lui indossava un maglione scuro di Missoni, un grande tifoso rossonero, e questo ci fece molto piacere. È con commozione e rispetto che, dopo la scomparsa di Mandela, ricorderò e ricorderemo per sempre quel giorno".

TIGER WOODS - "Sarà sempre presente nel mio cuore". È il messaggio, breve ma significativo, che appare sul profilo del social network Twitter di Tiger Woods, in memoria dell'ex presidente sudafricano Nelson Mandela, morto ieri sera.

tuttosport.com

Stop allo sport “bollente” potrebbe fare male alla salute

Stop allo sport “bollente”. Allenarsi in ambienti surriscaldati, ultima tendenza del fitness negli Stati Uniti, che sta prendendo piede anche in Europa, potrebbe far male. Lo dice l'American College of Sports Medicine (Acsm). Meglio non frequentare i corsi di hot-yoga, hot-cycling e hot-spinning, se svolti in sale con temperature dai 27 ai 35 gradi. Gli allenatori di questi corsi sotengono che aumentare la temperatura della sala fa bene perché aiuta a sudare di più, aumenta il battito cardiaco e il consumo calorico. Ma l’Acsm avverte: “La temperatura ideale delle palestre non deve superare i 22,5 gradi”. Le sessioni “hot” sono sconsigliate soprattutto a chi non gode di buona salute e, in particolare, a chi ha patologie cardiocircolatorie.
See more at: http://www.rainews.it/