Forte
del successo dei Giochi 2008, Pechino ha deciso di raddoppiare la
scommessa olimpica e, incurante delle difficoltà climatiche, si è
candidata per ospitare l’edizione 2022 dei Giochi olimpici invernali. La
capitale cinese sorge su una vasta pianura a 45 metri sul livello del
mare, gelida d’inverno, ma decisamente carente quanto a precipitazioni
nevose, e per questo si è «gemellata» con la località montana di
Zhangjiakou, distante 160 chilometri.
Una candidatura coraggiosa, quella proposta dalla Cina, ma che non
deve stupire sia per la capacità del Paese di sostenere con forza le sue
proposte, sia perchè non mancano esempi di grandi eventi sportivi
ospitati in location bizzarre. La città russa di Soci, sul Mar Nero, è
famosa in tutto il mondo per il suo clima mite ma tra qualche mese
ospiterà le Olimpiadi invernali 2014. Un apparente controsenso, anche se
in realtà saranno le pendici del vicino Caucaso a garantire uno
scenario adeguato alle prove alpine e di sci nordico. Diverso fu il caso
di Torino, sede olimpica nel 2006: da sola non aveva i «numeri»
climatici per ospitare i Giochi bianchi, ma la corona della Alpi
assicurò strutture all’altezza. Su un altro versante, invece, è assai
più azzardata la scommessa lanciata dalla Fifa per i Mondiali di calcio
del 2022, che si svolgeranno nel bollente Qatar. Una scelta che sta
creando qualche problema, tanto che si valuta anche l’ipotesi di
spostare l’evento a dicembre o a febbraio, sollevando le proteste non
solo delle leghe calcistiche europee ma anche della Federazione
internazionale di sci, che teme di soccombere all’impatto mediatico del
calcio nel corso della sua stagione agonistica.
Anche il
Comitato olimpico internazionale (Cio) ha difeso «l’unicità dei Giochi»
contro il rischio della possibile sovrapposizione nel 2022 tra le
Olimpiadi invernali e i Mondiali di calcio del Qatar. «L’unicità dei
Giochi Olimpici deve essere protetta», ha detto il presidente del Cio,
Thomas Bacho. Senza citare esplicitamente lo spostamento in inverno dei
mondiali del Qatar, il numero uno dello sport mondiale ha sottolineato
come «il programma olimpico non debba essere pregiudicato in alcun
modo». Secondo il presidente della Federazione internazionale degli
sport invernali, Gian-Franco Kasper, «sarebbe un peccato che lo sport
accavalli grandi eventi e tolga uno spazio e tutto quello che ne
comporta, dagli sponsor, ai supporter dei vari ambienti. Bisogna fare
molta attenzione in special modo agli sponsor.
Noi lavoriamo
prettamente in inverno, non possiamo fare d’estate il mondiale o
l’Olimpiade, ci possiamo spostare nell’emisfero sud, ma ci sono poche
stazioni che potrebbero ospitarli». La Fifa deciderà tra la fine del
2014 e l’inizio del 2015 se modificare i calendari del calcio mondiale
per permettere lo svolgimento in inverno della Coppa del Mondo 2022. In
quello stesso anno, potrebbe quindi essere Pechino a ospitare i Giochi
invernali, per i quali si sono candidate anche altre due capitali,
Stoccolma e Oslo, la tedesca Monaco di Baviera e inoltre Almaty
(Kazakistan), Cracovia (Polonia) e Leopoli (Ucraina). La capitale cinese
si propone per ospitare gli sport del ghiaccio, mentre Zhangjiakou
sarebbe sede di tutti gli sport della neve, anche se la scarsità di
precipitazioni imporrà ampio uso di impianti di innevamento artificiale.
Le autorità cinesi hanno intanto già avviato i lavori per la
realizzazione di una linea ferroviaria dedicata che unirà le due città
con un collegamento ad alta velocità. Olimpiadi o no, i 14 milioni di
pechinesi tra poco impiegheranno meno di un’ora per trovarsi sulle piste
di sci.
Angelo Marchi
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