Mondiale di Formula 1 In Corea pole a Vettel, Alonso è quinto
Sebastian Vettel scatterà dalla pole position nel Gran Premio di Corea in programma domani mattina alle 8 ora italiana. Il tedesco della Red Bull ha realizzato il miglior tempo in 1'37.202: per lui si tratta della sesta pole stagionale e della 42esima in carriera. Cercherà inoltre di sfatare un tabù visto che finora, nei tre precedenti sul circuito di Yeongam, chi scattava davanti a tutti poi non vinceva il Gran Premio. In prima fila con Vettel c'è Lewis Hamilton su Mercedes mentre Mark Webber, nonostante il terzo crono assoluto, partirà dalla 13esima piazzola a causa della penalità di dieci posti rimediata a Singapore.
QUINTO ALONSO - Questo significa che in seconda fila ci sono Romain Grosjean, sorprendente con la Lotus, e Nico Rosberg con l'altra Mercedes. Terza fila per le Ferrari con Fernando Alonso davanti a Felipe Massa. L'asturiano ha chiuso in 1'38.038, a oltre 8 decimi da Vettel. Quarta fila per due Sauber, estremamente positive, con Hulkenberg davanti a Gutierrez. Chiude la top ten Kimi Raikkonen con l'altra Lotus: il finlandese paga oltre un secondo e mezzo a Vettel a causa probabilmente dei problemi alla schiena che gli stanno dando parecchi guai nell'ultimo periodo. Al suo fianco in griglia ci sarà Perez con la McLaren, tagliato nel Q2 ma rientrato nei primi dieci a causa della suddetta penalità per Webber che partirà dalla settima fila vicino alla Force India di Sutil. .
fonte: http://www.diariodelweb.it/Sport/Articolo/?nid=20131005_302131
Ciclismo: lunedì la presentazione del Giro
Domani il Giro di Lombardia chiuderà la stagione del Grande
Ciclismo, e lunedì si aprirà una grande finestra sul prossimo anno con
la presentazione, a Milano, del Giro d’Italia 2014. Il percorso della 97a
edizione verrà svelato alle 15 al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi.
E sarà l’occasione per presentare i nuovi dirigenti di Rcs Sport,
società che organizza la corsa della Gazzetta.
sospensioni —
Nei giorni scorsi Rcs, in seguito a una serie di verifiche
amministrative, aveva disposto approfondimenti su alcune transazioni
bancarie con associazioni sportive e sospeso temporaneamente, in via
cautelativa, Giacomo Catano, Michele Acquarone e Matteo Pastore,
rispettivamente a.d., direttore generale e responsabile delle relazioni
esterne. Riccardo Taranto, Cfo del gruppo Rcs, è stato nominato
amministratore delegato.
zanaboni —
E ieri il consiglio di amministrazione di Rcs Sport ha "preso atto delle
dimissioni del presidente Flavio Biondi ringraziandolo per l’impegno
profuso in questi anni". Il consiglio ha quindi nominato Raimondo
Zanaboni (capo della divisione pubblicità del gruppo Rcs) come nuovo
presidente.
nuovi eventi —
In un comunicato, Rcs Mediagroup "ribadisce la ferma intenzione di
perseguire il rafforzamento e lo sviluppo delle attività". Oggi a Roma
la struttura organizzativa di Rcs è impegnata a Roma nella Color Run,
domani nel Lombardia, lunedì nella presentazione del Giro e martedì
nella SuperCoppa italiana di basket a Siena.
Gasport
SPORT A meta oltre le sbarre Crescono i progetti del rugby...
SPORT
Crescono i progetti del rugby dietro le sbarre
Massimiliano Castellani- avvenire.it
«Più
vi sono libri sul nostro scaffale, meno uomini mettiamo in prigione»,
scrive Josif Brodskij. Ma forse anche se mettiamo più palloni in campo
sarà più facile rieducare il maggior numero di detenuti.
La magia di una palla ovale, ha ridato entusiasmo a decine di reclusi del carcere torinese de le Vallette dove tre anni fa si è costituita “La Drola”. È il «quindici» dei detenuti che partecipa al campionato di Serie C regionale. Sono i “ragazzi dentro” selezionati da Walter Rista, giocatore fine anni ’60 e fondatore della onlus “Ovale oltre le sbarre”.
Una formazione composta per metà da nordafricani, rumeni, polacchi e colombiani. Un terzo dei giocatori è di cittadinanza italiana, ma tra loro il vero “straniero” è don Andrea Bonsignori, direttore della Scuola del Cottolengo che ne La Drola («in piemontese vuol dire roba scadente, ma è anche l’acronimo del grido di allarme “al ladro!”», spiegano) fino allo scorso anno rivestiva il duplice ruolo di giocatore e di vice dell’allenatore Stefano Rista, figlio di Walter.
Una squadra a gestione familiare, completamente autarchica, dal lavaggio delle maglie alla gestione del campo di gioco dove le partite si disputano al sabato, ovviamente a “porte chiuse” e tutte in casa.
«L’unica uscita di alcuni nostri giocatori è stato per l’evento in città “Sport per tutti”. Ogni passante poteva cimentarsi nel placcaggio e nell’andare in meta guidati dagli stessi atleti de La Drola, in permesso speciale per le vie di Torino», racconta don Andrea, entusiasta dei risultati ottenuti dall’attività sportiva svolta in carcere. «Per i detenuti che terminano il percorso riabilitativo si tentano vie integrative come l’inserimento in società di rugby o l’acquisizione del patentino di allenatore. Alcuni di loro, da quest’anno sono in affidamento al Cottolengo in qualità di tecnici dei ragazzi della nostra squadra, la Giuco ’97 che è gemellata con i professionisti del Viadana».
La palla ovale rende meno dura la detenzione e gli psicologi del carcere concordano che «grazie al rugby i detenuti sono molto più tranquilli e disciplinati».
Dopo il progetto pilota di Torino, la “rugby-terapia” funziona anche più a sud, nella Casa circondariale di Frosinone. Due anni di allenamenti e partite interne e ora la formazione di “alta sicurezza” (molti scontano pene fino a trent’anni) del penitenziario laziale domani debutterà nel campionato di Serie C. Da un’idea del responsabile Asi (Associazioni sociali e sportive italiane) Luigi Ciavardini e del presidente del “Gruppo Idee” Zarina Chiarenza sono nati i Bisonti Rugby. Presidente di questa squadra di iniziati allo «sport per gentiluomini» è una gentil donna, Germana De Angelis di “Gruppo Idee”.
«Il nome Bisonti è una provocazione, perché si tratta di un animale che è cacciato da tanti e sul quali mangiano in troppi – spiega Luigi Ciavardini –. Per i detenuti sentirsi “Bisonti” in campo, è un modo per dire a se stessi e alla società fuori che è giunto il momento di non venire più considerati carne da macello. Lo sport e, soprattutto, una disciplina come il rugby che insegna il rispetto delle regole e dell’avversario, può essere un’alternativa valida per rimettersi in gioco».
Nella rosa della squadra ci sono 40 giocatori guidati dall’argentino Alessandro Villanol inviato in “missione” dalla Fir (Federazione italiana rugby). Una formazione italianissima, «solo due gli stranieri e alcuni di loro, come il capitano Orobor che arriva dall’Africa, hanno avuto esperienze rugbystiche fuori di qui», dice Ciavardini.
La sperimentazione sta dando grandi risultati sul piano comportamentale e, così, l’Asi del presidente Claudio Barbaro sta per raddoppiare con un progetto di squadra di rugby femminile a Roma, nel carcere di Rebibbia. «In questo caso si tratta del tentativo di spezzare le grandi differenze in seno al carcere e portare le donne attraverso lo sport a sentirsi alla pari degli uomini», puntulizza Barbaro.
Uomini duri della palla ovale stanno per scendere in campo anche nella Casa circondariale di Monza. Allenati da Alessandro Geddo e Francesco Motta, i detenuti del Grande Brianza Rugby, «squadra composta per metà da italiani e l’altra metà da stranieri», oggi affronterà una formazione di Vecchie Glorie per quella che è la loro prima partita ufficiale. Mentre nel carcere minorile Beccaria di Milano il rugby viene praticato da anni dai giovani detenuti.
Il Grande Brianza è nato dopo una disfatta degli Aironi nell’Heineken Cup (82 a 0 allo stadio Brianteo di Monza contro il Clermont), alla quale i detenuti avevano partecipato in qualità di stampatori delle locandine del match. I vicini di casa del Rugby Monza e quelli del Velate, quella sera stessa promisero che avrebbero lanciato la palla ovale al di là delle mura del carcere. Promessa mantenuta. Dopo mesi di mischie mete e schemi, provati e riprovati, negli allenamenti settimanali per veri uomini duri (sessione di 100 flessioni e 200 addominali) ora il Grande Brianza ha scoperto che il sacrificio e la passione per la palla ovale è una metafora della futura libertà.
La magia di una palla ovale, ha ridato entusiasmo a decine di reclusi del carcere torinese de le Vallette dove tre anni fa si è costituita “La Drola”. È il «quindici» dei detenuti che partecipa al campionato di Serie C regionale. Sono i “ragazzi dentro” selezionati da Walter Rista, giocatore fine anni ’60 e fondatore della onlus “Ovale oltre le sbarre”.
Una formazione composta per metà da nordafricani, rumeni, polacchi e colombiani. Un terzo dei giocatori è di cittadinanza italiana, ma tra loro il vero “straniero” è don Andrea Bonsignori, direttore della Scuola del Cottolengo che ne La Drola («in piemontese vuol dire roba scadente, ma è anche l’acronimo del grido di allarme “al ladro!”», spiegano) fino allo scorso anno rivestiva il duplice ruolo di giocatore e di vice dell’allenatore Stefano Rista, figlio di Walter.
Una squadra a gestione familiare, completamente autarchica, dal lavaggio delle maglie alla gestione del campo di gioco dove le partite si disputano al sabato, ovviamente a “porte chiuse” e tutte in casa.
«L’unica uscita di alcuni nostri giocatori è stato per l’evento in città “Sport per tutti”. Ogni passante poteva cimentarsi nel placcaggio e nell’andare in meta guidati dagli stessi atleti de La Drola, in permesso speciale per le vie di Torino», racconta don Andrea, entusiasta dei risultati ottenuti dall’attività sportiva svolta in carcere. «Per i detenuti che terminano il percorso riabilitativo si tentano vie integrative come l’inserimento in società di rugby o l’acquisizione del patentino di allenatore. Alcuni di loro, da quest’anno sono in affidamento al Cottolengo in qualità di tecnici dei ragazzi della nostra squadra, la Giuco ’97 che è gemellata con i professionisti del Viadana».
La palla ovale rende meno dura la detenzione e gli psicologi del carcere concordano che «grazie al rugby i detenuti sono molto più tranquilli e disciplinati».
Dopo il progetto pilota di Torino, la “rugby-terapia” funziona anche più a sud, nella Casa circondariale di Frosinone. Due anni di allenamenti e partite interne e ora la formazione di “alta sicurezza” (molti scontano pene fino a trent’anni) del penitenziario laziale domani debutterà nel campionato di Serie C. Da un’idea del responsabile Asi (Associazioni sociali e sportive italiane) Luigi Ciavardini e del presidente del “Gruppo Idee” Zarina Chiarenza sono nati i Bisonti Rugby. Presidente di questa squadra di iniziati allo «sport per gentiluomini» è una gentil donna, Germana De Angelis di “Gruppo Idee”.
«Il nome Bisonti è una provocazione, perché si tratta di un animale che è cacciato da tanti e sul quali mangiano in troppi – spiega Luigi Ciavardini –. Per i detenuti sentirsi “Bisonti” in campo, è un modo per dire a se stessi e alla società fuori che è giunto il momento di non venire più considerati carne da macello. Lo sport e, soprattutto, una disciplina come il rugby che insegna il rispetto delle regole e dell’avversario, può essere un’alternativa valida per rimettersi in gioco».
Nella rosa della squadra ci sono 40 giocatori guidati dall’argentino Alessandro Villanol inviato in “missione” dalla Fir (Federazione italiana rugby). Una formazione italianissima, «solo due gli stranieri e alcuni di loro, come il capitano Orobor che arriva dall’Africa, hanno avuto esperienze rugbystiche fuori di qui», dice Ciavardini.
La sperimentazione sta dando grandi risultati sul piano comportamentale e, così, l’Asi del presidente Claudio Barbaro sta per raddoppiare con un progetto di squadra di rugby femminile a Roma, nel carcere di Rebibbia. «In questo caso si tratta del tentativo di spezzare le grandi differenze in seno al carcere e portare le donne attraverso lo sport a sentirsi alla pari degli uomini», puntulizza Barbaro.
Uomini duri della palla ovale stanno per scendere in campo anche nella Casa circondariale di Monza. Allenati da Alessandro Geddo e Francesco Motta, i detenuti del Grande Brianza Rugby, «squadra composta per metà da italiani e l’altra metà da stranieri», oggi affronterà una formazione di Vecchie Glorie per quella che è la loro prima partita ufficiale. Mentre nel carcere minorile Beccaria di Milano il rugby viene praticato da anni dai giovani detenuti.
Il Grande Brianza è nato dopo una disfatta degli Aironi nell’Heineken Cup (82 a 0 allo stadio Brianteo di Monza contro il Clermont), alla quale i detenuti avevano partecipato in qualità di stampatori delle locandine del match. I vicini di casa del Rugby Monza e quelli del Velate, quella sera stessa promisero che avrebbero lanciato la palla ovale al di là delle mura del carcere. Promessa mantenuta. Dopo mesi di mischie mete e schemi, provati e riprovati, negli allenamenti settimanali per veri uomini duri (sessione di 100 flessioni e 200 addominali) ora il Grande Brianza ha scoperto che il sacrificio e la passione per la palla ovale è una metafora della futura libertà.
Massimiliano Castellani
Garcia: Le favorite per campionato sono Juventus e Napoli
(LaPresse) - Lui ripete che "le favorite per il titolo sono Juventus e
Napoli", ma intanto la sua Roma guarda tutti dall'alto in classifica
dopo sei giornate. In un'intervista concessa al quotidiano L'Equipe Rudi
Garcia ha raccontato i suoi primi mesi in giallorosso. "Qui tutti si
accendono rapidamente e ti parlano di titolo dopo quattro partite - ha
confessato l'allenatore della Roma - Ho subito capito che, se avessimo
fatto una buona partenza, sarebbe stato meglio". Accolto freddamente
dalla critica e dalla piazza, il tecnico francese ha saputo imporre il
suo metodo e le sue regole. "I miei poteri sono chiari e netti, mi
occupo di tutta la parte sportiva, della squadra, niente di più - ha
specificato Garcia - E' un po' complicato lavorare in maniera
confidenziale qui".
Serie B, buona la prima per Mutti: il Padova supera il Varese in rimonta 3-2
(LaPresse) - Esordio positivo per Bortolo Mutti sulla panchina del
Padova, la compagine veneta supera 3-2 il Varese nell'anticipo
dell'ottava giornata del campionato di Serie B Eurobet. Partita vivace
all'Euganeo, con i locali che riescono a ribaltare nella ripresa il 2-1
per i lombardi a metà gara e portare a casa i primi tre punti
stagionali. Bortolo Mutti, alla prima sulla panchina dei veneti, può
essere soddisfatto per il grande carattere dimostrato dai suoi.
Ginnastica, Simone Biles regina mondiale. Ferrari sesta, Ferlito 11a
(LaPresse) - Dopo la vittoria maschile di Kohei Uchimura, i mondiali
individuali di ginnastica in corso ad Anversa hanno incoronato questa
sera la regina della femminile. Sulla gara disputata sui quattro
attrezzi si è imposta la potente statunitense Simone Biles, 16 anni
appena, che ha condotto una gara perfetta, se non fosse per qualche
piccola imprecisione alla trave, ottenendo 60.216. Alle sue spalle la
connazionale Kyla Ross (59.332), in testa alla terza rotazione, e la
russa Aliya Mustafina (58.856), che ha saputo approfittare delle cadute
alla trave delle cinesi e della romena Larisa Iordache. Molto bene le
due azzurre in gara. L'ex campionessa mondiale Vanessa Ferrari ha chiuso
una gara senza sbavature e di alto contenuto tecnico conquistando il
sesto posto (56.732), mentre Carlotta Ferlito ha terminato
all'undicesimo posto (55.399). Ora restano da assegnare i titoli di
specialità. Tra gli italiani impegnati Alberto Busnari (domani al
cavallo con maniglie, qualificato con primo punteggio), e ancora Ferrari
(domenica a trave e corpo libero) e Ferlito (domenica alla trave).
Premiate le migliori studentesse-atlete
Ottavia Cestonaro, Diletta Carli,
Ayomide Folorunso, Irene Lardschneider e Agnese Mulatero: sono
le cinque ragazze premiate oggi per la 2/a edizione del
concorso nazionale 'Donna Sport - L'atleta più brava a scuola',
progetto del gruppo industriale Bracco. Il presidente del Coni
Giovanni Malagò, intervenuto alla premiazione, ha sottolineato
che nello sport 'i numeri sono in misura imbarazzante a favore
delle donne'.
ansa
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