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Maxischermo per i Mondiali negli ospedali romani

L'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e l'Istituto Dermatologico San Gallicano diventeranno «una piazza»

ROMA - Un maxischermo per seguire, anche dalla corsia di un ospedale, le partite della Nazionale italiana di calcio ai Mondiali 2010 in Sudafrica. A partire dall'esordio di questa sera, alle 20.30 contro il Paraguay. È l'iniziativa lanciata dal direttore generale dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena e dell'Istituto dermatologico San Gallicano di Roma, Francesco Bevere. La proiezione delle partite degli azzurri sarà aperta non solo ai pazienti degli Istituti, ai loro familiari e al personale in servizio - riferisce una nota - ma anche a tutti i cittadini del XII Municipio di Roma che volessero condividere questi momenti di svago.

IL PROGETTO DEGLI OSPEDALI - «La persona prima di tutto» è lo slogan, ricorda l'ospedale in una nota, che accompagna tutte le iniziative rivolte a soddisfare i bisogni delle persone ospitate nei nostri Istituti. È all'interno di questo progetto che si inserisce anche questa ennesima iniziativa, con l'obiettivo di contribuire a migliorare la qualità di vita degli ospiti degli Istituti e dei loro familiari, permettendogli di recuperare e vivere momenti di normale quotidianità.

«L'OSPEDALE COME UNA PIAZZA» - «La nazionale di calcio in una caratteristica è unica: durante i Mondiali - afferma in merito all'iniziativa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo Sport, Rocco Crimi - durante i Mondiali riesce a trasportare tutti gli italiani in una dimensione parallela, in cui si parla di calcio e si vive con i tempi del calcio. L'iniziativa è apprezzabile proprio per questo: grazie al maxi schermo, l'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e l'Istituto Dermatologico San Gallicano diventeranno una piazza, una delle tante in cui le famiglie si troveranno per fare il tifo».

«COLLABORAZIONE, AGGREGAZIONE, SUPPORTO» - «Riteniamo - ha affermato il Direttore Francesco Bevere - che il compito di una struttura ospedaliera al servizio delle persone, non sia solamente quello di garantire la qualità e l'appropriatezza delle cure ma, al pari, quello di saper soddisfare a pieno i bisogni inespressi degli assistiti». E ancora: «Con questa iniziativa vogliamo dimostrare come e quanto i nostri Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico siano radicati nel territorio e come quest'ultimo diventi stimolo e sostegno alle nostre iniziative, in uno spirito globale di collaborazione, aggregazione e supporto reciproco».

Redazione online - corriere.it