Partiamo dai puri risultati: le medaglie portata nella penisola sono state 11, più precisamente tre ori, cinque argenti e tre bronzi. Un bottino che lascia sicuramente grande soddisfazione, anche e soprattutto alla luce di alcune pesantissime assenza nella spedizione azzurra.
Il CT Marco Villa ha infatti dovuto rinunciare a nomi come quelli di Filippo Ganna e Jonathan Milan nel settore maschile, ed a Elisa Balsamo e Chiara Consonni in quello femminile. Stiamo parlando di plurimedagliati tra competizioni Olimpiche, Mondiali ed Europee. A questo può essere aggiunto anche il brutto infortunio rimediato da Letizia Paternoster durante l’eliminazione che ha precluso l’accesso ad altri probabili risultati di peso.
Se il successo di un veterano come Elia Viviani poteva essere in qualche modo messo in preventivo, i due ori in due giorni vinti da Rachele Barbieri, prima nell’Omnium e poi nella Madison in compagnia di Silvia Zanardi pesano tantissimo, seppur non delle sorprese. Anche l’Europeo di Zanardi è stato un grande successo, con il prezioso argento catturato nella Corsa a punti, alle spalle di un’inarrivabile Lotte Kopecky, e quello dell’Inseguimento a squadre, raggiunto insieme a Vittoria Guazzini, Letizia Paternoster e la stessa Barbieri. Quella è stata la medaglia che ha aperto il torneo degli azzurri, che per soli 7 decimi di secondo non è stata d’oro, al cospetto di una Germania che sulla carta sembrava inarrivabile.
Da sottolineare le due straordinarie medaglie ottenute nell’Inseguimento individuale al maschile. Davide Plebani e Manlio Moro non hanno fatto sentire la mancanza di due mostri sacri come Ganna e Milan, raggiungendo un argento ed un bronzo indimenticabili. Se il primo è una certezza del presente, il secondo con i suoi 20 anni si propone come una carta importantissima per il futuro. Lo stesso si può dire ovviamente di chi ha raggiunto lo stesso risultato al femminile, quella Vittoria Guazzini che a 21 anni ha già messo insieme un palmares di tutto rispetto tra pista e strada.
Senza dimenticare l’argento di Simone Consonni, arrivato a pochissimi centimetri dal prendere il metallo più prezioso, le risposte più confortanti e forse anche sorprendenti sono arrivate dal settore della velocità. Dopo anni di difficoltà, la spedizione azzurra torna a casa con il bronzo nei 500 m da ferma della solidissima Miriam Vece e con l’argento nel Chilometro da fermo di Matteo Bianchi, anche lui 20enne, anche lui talento purissimo.
Il terzo posto nel medagliere rispecchia in maniera precisa il ruolo dell’Italia nel panorama continentale della disciplina, alle spalle di Germania e Francia, competitive quasi in ogni gara. Quello che è certo però è che il settore della pista funziona ed è in salute e che le carte di identità degli atleti azzurri fanno sperare in un futuro estremamente roseo guardando ai prossimi impegni, fino a quello prestigiosissimo di Parigi 2024.
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