Approfondendo il discorso sulla valutazione dei giocatori più preziosi del calcio mondiale scopriamo - si fa per dire - tra i primi 10 Yamal, Mbappé, Haaland, Bellingham, Vinicius, Saka, Musiala, Wirtz, Pedri e Valverde.
Non è tutto. Le crescite più impressionanti in termini di valore economico le hanno fatte registrare Doué, Ekitike, Vitinha, Mora, Olise, Mendes, Cubarsí, Woltemade. E tra gli Under 21 - dopo Yamal naturalmente - João Neves, Zaïre-Emery, Gavi, Gittens, Garnacho, Mainoo, Yildiz (l’unico italiano). Fuori dalle Top 5, Gyökeres, Osimhen, Aghehowa, Duran, Hato, Diomande, Sudakov, Silva, Hjulmand.
Quello che viene considerato il campionato più interessante e competitivo del mondo, la Serie A, è “forte” perciò di una sola presenza: Yildiz.
La riflessione più amara riguarda il bacino di calciatori al quale può attingere la nostra Nazionale. Di fronte a una trentina di ragazzi degni di attenzione, i perennial non si preoccupano della costante riduzione del numero di talenti nostrani perché, come accaduto nell’atletica e in altri sport, puntano sui calciatori di seconda generazione e sui naturalizzati.
Perché dunque preoccuparsi se presto non ci saranno più cognomi quali Bianchi, Rossi, Neri, Verdi, Rosa, Viola e Marrone? La vera identità nazionale restano le transazioni. Oltre a Coverciano, la culla del calcio.
Fonte: Corriere dello Sport
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