«Il regista che più ammiro in Giappone è Hirokazu Kore-eda, ho già lavorato con lui alla scrittura della serie Makanai e mi ha insegnato molto. Se sono qui a Cannes è perché ho seguito il suo esempio». Non nasconde le sue influenze Hiroshi Okuyama, giovane autore giapponese che abbiamo intervistato a proposito del suo secondo film My Sunshine, presentato nella sezione Un certain regard, di cui ha curato anche sceneggiatura e fotografia. Un lavoro delicato che si nutre di bellezza e silenzi, incentrato sul piccolo Takuya che, un po’ goffo, non riesce a cavarsela bene negli sport scolastici.
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