Crolla ancora la Lazio e dà definitivamente addio ai suoi sogni di gloria. Il Sassuolo invece si conferma come una delle migliori formazioni del campionato post covid e passa anche all’Olimpico, tre giorni dopo aver espugnato il Dall’Ara di Bologna, con lo stesso punteggio di 2-1. Risultato giusto, anche se maturato solo nel recupero grazie al gol di Caputo. La formazione emiliana gioca a un’altra velocità rispetto ai padroni di casa, è più libera mentalmente, comanda per lunghi tratti una gara che la Lazio non fa nulla per portare dalla sua parte, nonostante certi episodi favorevoli. Come il gol annullato a Raspadori in apertura (l’ultimo tocco sembra di Parolo, quindi il gol sarebbe buono) e come il gol del vantaggio di Luis Alberto che mette la partita in discesa per i biancocelesti. Ma la formazione di Inzaghi non esiste più. Fiaccata dagli infortuni, da una condizione inspiegabilmente insufficiente e da un evidente calo mentale. L’esatto opposto di un Sassuolo che, pur completamente ridisegnato da De Zerbi rispetto a Bologna (solo Consigli e Locatelli confermati), si mostra tonico e concentrato. Con il giovane Raspadori, alla prima da titolare, che non fa rimpiangere i vari Caputo, Berardi e Defrel (i primi due in panchina, l’altro infortunato). La Lazio ha troppi uomini fuori condizione, ma a preoccupare è soprattutto il crollo mentale di una squadra che, dopo la ripresa, ha perso quattro partite su sei.
Gazzetta
(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone)