È il conto complessivo dei tre Juventus-Roma giocati nello «Stadium»
torinese in un anno e mezzo. Non serve altro per quantificare il
distacco tra le due squadre, molto più ampio degli otto punti di
differenza in classifica con appena sei giornate disputate. La terza
verifica è impietosa: una partita finita dopo diciotto minuti, gli «olè»
che partono nel primo tempo, un remake del film horror già vissuto dai
romanisti nello scorso campionato. Il tabellone dice 4-1 ma poteva
andare molto peggio. Non basta Zeman, fischiato e insultato da tutto lo
stadio, per provare a ridurre il gap. Forti, affamati, esperti e ben
messi in campo i bianconeri. Timidi, disorientati e senza identità i
giallorossi. Il risultato è solo la logica conseguenza di un confronto
impari. E alla Roma non lascia possibilità d'appello. Le decisioni di
Rizzoli sono sacrosante e gli errori semmai li fanno Stekelenburg
(ancora lui) e una difesa totalmente esposta alla furia bianconera.
Imbarazzante lo spazio lasciato a Pirlo in mezzo al campo, umiliante la
resa di De Rossi nel duello con Marchisio, impresentabile Tachtsidis in
cabina di regia. Se poi ci aggiungi la serata storta di un Totti
schiacciato da Chiellini & Co., la condizione pessima di Osvaldo e
la mancata cattiveria di Lamela sotto porta, per Zeman diventa difficile
trovare risorse da oppore all'armata invincibile di Conte. Una ce
l'aveva in panchina, Destro, ma entra a giochi fatti e prova a salvare
il salvabile. Il tecnico juventino squalificato guida Carrera dalla
tribuna, azzecca le mosse (Caceres e De Ceglie dominano sulle fasce,
Matri segna) e riesce pure a risparmiare forze in vista dell'impegno di
Champions con lo Shakhtar. E pensare che la Roma era partita audace.
Partenza coraggiosa della Roma, il primo tiro è suo con Lamela che
colpisce malissimo. Poi inizia il disastro. Marchisio che fallisce da
due passi ma in posizione defilata su invito di Caceres. Poi Taddei lo
deve stendere al limite dell'area e se la cava col giallo. Ma il gol
arriva lo stesso con Pirlo, niente «maledetta» stavolta ma un rasoterra
che sorprende la barriera e Stekelenburg sul suo palo. Altro buco della
difesa romanista, altro gol: Stekelenburg salva il salvabile in uscita,
Castan respinge due volte, la seconda di mano. Rigore e 2-0 firmato
Vidal. Al 18' il tris di Matri che buca una difesa totalmente scoperta.
La Roma risponde solo con i nervi (tutta la difesa ammonita), la
traversa la salva due volte. Balzaretti, che non stava bene, lascia il
posto a Marquinhos con Taddei che passa a sinistra. Un'altra bocciatura
per Piris. Nella ripresa la Juve dà la sensazione di frenarsi eppure è
ancora pericolosa, le sostituzioni - Destro e Perrotta per Totti e
Tachtsidis - danno una svegliata alla Roma. Proprio il centravanti
neo-entrato si procura il rigore trasformato da Osvaldo. La scossa però
arriva solo ai bianconeri che potrebbero allungare con Vucinic e
Marchisio e si vedono annullare un gol per fuorigioco. Ce l'ha poi
Osvaldo, su assist di Destro, la palla per riaprire la partita ma Buffon
decide che non è serata. L'italo-argentino fallisce un'altra occasione e
Giovinco subentrato dalla panchina firma il poker. Giusto così. A Zeman
resta tra le mani una squadra da rianimare dopo aver raccolto un punto
nelle ultime tre partite giocate sul campo, a Conte una Juve pronta per
fare grandi cose anche in Champions. E l'avversaria in campionato non
può essere certo questa Roma.
iltempo.it