In metafora: è un po' come se qualcuno, indignato per i duri e volgari scontri verbali nei salotti televisivi - per capire: tipo quello fra Bocchino e Lupi ai primi segnali di rottura fra finiani e berluscones -; questo "qualcuno"indignato, si diceva, e in vena di moralismi, decidesse di sospendere i dibattiti politici. Tout court. Non se ne parli più, così nessuno esaspera i toni. Un esempio esagerato? In realtà la Rai, anzi meglio: il neo direttore della potentissima "Rai Sport", Eugenio De Paolis, più o meno ha fatto quel ragionamento. Che l'ha portato ad annunciare, con squilli di fanfare, che la "moviola" non ci sarà più. Sarà abolita la moviola - per i pochissimi che ancora non lo sapessero: è l'analisi dettagliata e al rallentatore dei filmati delle partite che svelano gli errori arbitrali -, la mitica moviola che fece il suo esordio nel '67, nella "Domenica Sportiva", condotta allora da Enzo Tortora. Niente più azioni di gioco al rallenty, niente più quel "fermo immagine" che consente di vedere se ci sia o meno un fuorigioco. Nulla. Perché? «È il nostro contributo, è il contributo che dà la Rai a svelenire il clima attorno al calcio. La moviola era fonte di polemiche sempre più serrate...», ha spiegato De Paolis. Esattamente come nella metafora: anziché pensare a come "correggere" le discussioni legate alla moviola, anziché pensare a come evitare le risse da bar dello sport che qualche volta l'ente pubblico manda in onda la domenica sera, il solerte neodirettore ha pensato bene di tagliare tutto. Non si farà nulla e così non se ne parla più. Appunto.
Al posto della moviola, questa è la seconda parte dell'annuncio, ci sarà la "Cassazione". Hanno deciso di chiamarla così. Che non analizzerà i casi controversi di tutte le partite ma prenderà in esame solo tre episodi a domenica. Si chiaro: non farà vedere errori arbitrali, mostrerà "tre casi controversi". E a sciogliere gli eventuali dubbi dei tifosi non saranno nè giornalisti, nè rumorosi esperti: saranno direttamente gli arbitri, coadiuvati dalla loro associazione di categoria. E come detto, tutto ciò lo chiameranno "Cassazione". Anche qui, in metafora: sarà un po' come se l'avvocato di un imputato avesse a disposizione tutto il tempo del dibattimento. Per spiegare, libri alla mano, perché ha ragione il suo assistito.
Naturalmente, va detto anche questo, la decisione della Rai cambia poco la situazione. Nel senso che la moviola continuerà ad esserci. Solo che non sarà trasmessa dal secondo canale pubblico. Andrà in onda sulle frequenze digitali di Mediaset, come già avviene da molti anni. E nei giorni successivi riempirà i palinsesti di una miriade di altre emittenti. Insomma, chi segue il calcio in Tv può star tranquillo: si continuerà a sapere che il gol che ha mandato la Francia ai mondiali era stato segnato di mano o che il gol di Lampard in Sud Africa era valido. E così via, scendendo nei dettagli del nostro campionato. Solo che non lo dirà più la Rai. Al punto che il presidente del Palermo, Zamparini (sia chiaro: personaggio perfettamente inserito nell'attuale sistema-calcio), ieri se n'è uscito così: «A me non frega proprio niente ma se la Rai ha detto basta, farà solo la felicità della concorrenza».
Nei blog degli appassionati di calcio si dice anche qualcosa in più. Si dice che la cancellazione delle "prove" delle malefatte arbitrali, sia il primo passo perché, dopo anni, finalmente, possano tornare a vincere quei club ultrablasonati ma ultimamente caduti in disgrazia. Sicuramente, però, è fantacalcio.
Resta il regalo a Mediaset. Accompagnato dal solito fiorire di frasi retoriche. Alle quali, stavolta, non si sottrae neanche Collina, fresco di nomina nel ruolo di commissario degli arbitri europei. Lui sostiene che «questa è la strada migliore per educare i giovani ai valori sportivi». Nessuno gli ha risposto anche perché nessuno ha capito bene di cosa stesse parlando.
Resta dunque solo il favore di viale Mazzini alla «concorrenza». E resta il sospetto che l'abrogazione della moviola serva anche a qualcos'altro. Perché oggi il consiglio d'amministrazione di viale Mazzini prepara una megatornata di nomine: Rainews, Raidue, Canali digitali, Rai Parlamento, Gr Parlamento, Rai Educational, Finanza e Pianificazione, Diritti sportivi, Coordinamento sedi regionali, Raiway. Per il consigliere - di minoranza - Rizzo Nervo «sembra incredibile che l'azienda, mentre tace sull'attuazione del piano industriale, appaia in preda ad una vera e proprio bulimia di nomine». Da consumarsi subito. E anche la querelle sulla moviola, allora, potrebbe servire alla causa. Perché tutti parleranno, e si divideranno, sulla fine del fermo immagine calcistico. E le nomine saranno relegate ad un trafiletto sui giornali. In silenzio.
s.b.
27/07/2010 - Liberazione