Sport Land News: Mondiali 2010 - La nuova Germania che piace a tutti

Mondiali 2010 - La nuova Germania che piace a tutti

Mentre in Italia Radio Padania fa notizia per il suo tifo contro gli Azzurri di Lippi, la Germania si esalta grazie al bel gioco della formazione di Joachim Löw e sogna con una squadra che ha cambiato faccia rispetto al passato dal punto di vista calcistico e umano, diventando lo specchio della società multirazziale tedesca del terzo millennio.

Sono passati quasi 10 anni dall'amichevole Germania-Slovacchia del 2001, partita in cui i tedeschi schierarono per la prima volta un calciatore di colore, l'attaccante d'origine ghanese Gerald Asamoah; ora i giocatori figli di immigrati sono diventati tantissimi: nella lista dei 23 di Löw se ne contano ben 11, quasi metà della selezione.

Il tanto celebrato Mesut Özil è di chiare origini turche, così come il difensore Tasci. Trochowski, Klose e Podolski sono nati in Polonia e immigrati da giovanissimi, mentre l'Africa è il continente da dove arrivano i genitori di Aogo (Nigeria), Khedira (Tunisia) e Jerome Boateng, che ironicamente potrebbe sfidare il fratello Kevin-Prince nell'ultima partita del girone contro il Ghana. Non è finita qui: Marko Marin è nato in Bosnia e Mario Gomez ha il padre spagnolo, mentre l'unico straniero vero e proprio è Cacau, brasiliano che gioca in Germania da quando aveva 20 anni e che ha ottenuto la cittadinanza tedesca nello scorso 2009.

Quest'elenco è importante non solo perché figlio di una politica d'immigrazione vincente e realmente integrante, ma anche dal punto di vista calcistico: la Mannschaft pesante e macchinosa di non troppo tempo fa sembra già un ricordo lontano e ora la squadra tedesca può sviluppare un gioco tecnico, rapido e frizzante, come ha dimostrato nel poker dell'esordio mondiale contro l'Australia.

Visto il successo di questo schema tedesco, in Italia si è ripreso subito a parlare dell'esclusione di Mario Balotelli, a sua volta nato a Palermo da genitori ghanesi. I cori che sentiamo ogni domenica degli stadi della Serie A, però, ci ricordano periodicamente come il nostro Paese non riesca a essere unito al 100% a favore di un'integrazione che invece in Germania è diventata la quotidiana normalità, non fa più notizia, mentre noi continuiamo a parlare di Radio Padania....
Luca Stacul / Eurosport