Sport Land News: Buffon ci prova, Mondiale sul filo

Buffon ci prova, Mondiale sul filo

MONDIALI 2010 SUDAFRICA - Gianluigi Buffon prova a spingere la notte più in là. Non vuole uscire da questo mondia­le, il portiere azzurro, e dunque pro­va a costruire una specie di recupe­ro miracoloso, cercando di risolvere in tempi utili, diciamo due settima­ne, buone per i quarti, il problema che lo ha costretto a lasciare nel se­condo tempo la porta a Marchetti, lunedì sera contro il Paraguay. Il nemico è il solito, quello che lo tor­menta a fasi alterne da un paio di anni: una discopatia, sfociata nuo­vamente in un’ernia del di­sco.

Questo ha detto la riso­nanza magneti­ca alla quale si è sottoposto il numero uno az­zurro ieri mat­tina a Pretoria. Non è un verdetto inatteso. Il pro­fessor Castellacci, responsabile me­dico della nazionale, aveva già ipo­tizzato questo tipo di problematica e ieri pomeriggio ha fatto il punto del­la situazione: « La forte sciatalgia è stata provocata da una piccola er­nia del disco che comprime la radi­ce sacrale della gamba sinistra, provocando forte dolore. Si tratta di una recidiva. Gigi Buffon resta co­munque qui per tutte le cure del ca­so, perché riteniamo esista un mar­gine, pur minimo, di recupero » .

Il protocollo di cura è già stato fis­sato. La richiesta per uso di farma­ci cortisonici (generalmente proibi­ti dall’antidoping) è stata già accol­ta positivamente dalla Fifa. Buffon dovrà restare a riposo una decina di giorni. Alla terapia antidolorifica medica e fisioterapica, seguirà poi il recupero neurologico e fisico. Una prognosi precisa non è stata fatta, in attesa delle risposte fisiologiche del giocatore, ma è evidente che i mar­gini per rivedere Buffon in campo sono davvero ridottissimi.

RISCHIO OPERAZIONE – Castellacci è rimasto in contatto con i colleghi ju­ventini, avendo carta bianca per questo tentativo, voluto fortissima­mente dal giocatore. C’è anche l’ipo­tesi però che il quadro clinico non migliori in modo con­vincente.

E che Buf­fon, dopo aver rifiuta­to in passato l’opzione operazione chirurgi­ca, sia poi costretto ad affrontare questa eventualità. Un qua­dro che coinvolgereb­be pesantemente la Juve, non solo nella scelta da condi­videre con Gigi, ma perché chiama­ta in questo caso a cercare sul mer­cato un sostituto ancorché tempora­neo di uno dei più forti portieri del mondo. Paradossalmente la staffet­ta che si annuncia in questi giorni in Sudafrica, potrebbe tornare an­che in Italia, visto che sicuramente Marchetti potrebbe diventare un obiettivo serio per i bianconeri.

NIENTE DEROGHE – Ma in questo mo­mento conta lo sforzo di Gigi, inten­zionato a non rimanere per fare nu­mero ma per riuscire ad essere pro­tagonista in uno spicchio di mondia­le. Ipotesi remota ma sul tavolo. In­tanto per tutta la giornata si erano susseguite riunioni federali infor­mali per la gestione di questa emer­genza. Il presidente Abete, il diret­tore generale Valentini, il segreta­rio della nazionale Vladovich e il re­sponsabile dell’ufficio Affari Inter­nazionali, Di Cesare erano stati a consulto per capire, nelle pieghe del regolamento Fifa del torneo la pos­sibilità di una eventuale sostituzio­ne di Buffon nella rosa dei 23. Que­stione scivolosa perché mentre il comma 4 dell’articolo 26 parla di concessione di deroga legata a ‘casi di forza maggiore’, lasciando al co­mitato organizzatore la valutazione dei medesimi, il comma 6 in­chioda i tempi utili per l’azio­ne di avvicen­damento per infortunio alle 24 ore prima del debutto mondiale ( con la possibilità di poter pescare anche fuori dalla lista dei 30 stilata l’ 11 maggio scorso). A tagliare la testa al toro ci ha pensato la Fifa stessa che ha respinto la richiesta della Francia di sostituire il portiere Ce­dric Carrasso, infortunato (contrat­tura muscolare alla coscia destra), non ravvisando caso di forza mag­giore. Un motivo in più per trattene­re Buffon, rinunciando a chiamare Sirigu. E’ evidente che nel caso in cui sia Italia che Francia, dovessero restare con un portiere solo (mettia­mo per un’espulsione) potrebbero a quel punto far valere la necessità di integrare la rosa. (corsport)