La crisi economica pesa anche sugli stili di vita e la salute dei
nostri bambini. Un minore su 4, infatti, nel tempo libero non fa moto e
non pratica uno sport proprio a causa di problemi economici. È uno dei
dati che emerge dalla ricerca «Lo stile di vita dei bambini e dei
ragazzi», realizzata da Ipsos per Save the Children e Mondel, condotta
fra i ragazzi italiani tra 6 e 17 anni, e presentata a Roma, in
occasione dei 3 anni di attività di «Pronti, Partenza, Via!», progetto
promosso nelle aree periferiche di 10 città italiane, che proseguirà
anche per tutto il 2014.
Ragazzi italiani, dunque, sempre più pigri: 4 su 10 si muovono in auto, pochi (24%) a piedi, ancora meno (9%) in bici; il 73% sta in casa nel tempo libero. Tra le cause dell’inattività dei ragazzi - secondo il 35% di genitori intervistati - la mancanza di voglia e di interesse da parte dei bambini e ragazzi, quindi il costo eccessivo
delle strutture, per il 28% di madri e padri, con un aumento del 13%
rispetto al 2012, l’incompatibilità degli orari - per il 13% del
campione. A conferma dell’impatto crescente delle difficoltà economiche
sugli stili di vita di minori e famiglie anche il dato su cosa fanno gli
stessi genitori nel tempo libero: fra le attività che registrano un
ridimensionamento (non lo praticano mai o raramente) vi è infatti lo
sport a cui rinuncia il 44% dei genitori (a fronte del 37% nel 2012).
Analizzando l’opinione dei ragazzi, sono sempre più numerosi coloro
che danno scarsa rilevanza all’attività fisica: alla domanda «tra i tuoi
amici e compagni come viene considerato uno che pratica sport, fa
attività fisica», il 39% (+7% rispetto al 2012) risponde «in nessun modo
particolare, non se ne parla quasi» a fronte invece di un 40% (-6% in
confronto al 2012) di under18 che dichiara un’opinione positiva.
Rilevante si conferma il ruolo della scuola nella promozione delle
attività sportive anche se si registra un calo nella disponibilità di
spazi `dedicati´: il 91% dei ragazzi pratica attività a scuola,
prevalentemente con la classica frequenza bi-settimanale. Un 9%,
tuttavia, non fa pratica motoria a scuola e ciò, nel 39% dei casi, per
l’assenza di uno spazio attrezzato (+10% rispetto al 2012).
Per quanto riguarda altre occasioni di sport o movimento, la ricerca
rileva come la crisi non abbia scalfito il grande utilizzo
dell’automobile, anche per percorsi brevi come l’andare a scuola: in
media 4 minori su 10 si muovono in auto (6 su 10 tra gli alunni della
primaria) mentre solo il 24% a piedi (-6% rispetto al 2012) e il 9% (a
fronte dell’11% del 2012) in bici. Gli adolescenti, più autonomi nello
spostamento e non ancora `motorizzati´, usano i mezzi pubblici più degli
studenti degli altri gradi di scuola (59% contro 16% della secondaria
inferiore) ma anche presso questo gruppo di età l’uso della bicicletta è
limitato al 12%, come del resto fra i pre-adolescenti (11-13 anni) che
tuttavia si muovono a piedi in un terzo delle occasioni. Gli spostamenti
a piedi, sebbene decisamente più limitati per i 14-17enni (11%),
tendono ad esser un po’ più lunghi, ma permane l’abitudine a camminare poco,
massimo mezz’ora per due ragazzi su tre (66%) e più di un’ora solo per
un segmento limitatissimo di giovani (4%). E un terzo dei ragazzi (32%)
prende l’ascensore per raggiungere i piani alti.
A incentivare la sedentarieta’ dei bambini e adolescenti italiani ci
sono poi i media: il tempo trascorso davanti alla Tv si conferma
significativo: quasi la metà (47%) la vede per un tempo compreso fra 1 e
3 ore al giorno. E aumenta, anche se di poco, il tempo dedicato ai
videogames: dell’85% che vi gioca, il 57% lo fa mediamente per un tempo
compreso fra 1 e le 3 ore. Internet è legato all’età: lo utilizza il
100% degli over 14 anni e il 30% vi passa anche più di tre ore, contro
un 80% degli 11-13 enni e il 59% dei minori di 10 anni, che ne fanno un
uso più morigerato: rispettivamente in media un’ora e mezz’ora. In
generale i minori italiani stanno moltissimo a casa: il 73% vi trascorre
(a casa propria o di amici) il tempo libero, a fronte di un 27% che lo
trascorre fuori casa all’aperto con gli amici.
Il 36% dei genitori (il 26% nel 2012), motiva lo stare a casa dei
figli con la mancanza di «spazi all’aperto dove incontrarsi con gli
amici», e questo sembrerebbe legato ad un leggero calo della
disponibilità di campi sportivi (-6% secondo i genitori, -3% secondo i
figli). «Bambini più sedentari, disabituati all’incontro e confronto con
i pari, che passano molto tempo a casa, rischiano più di altri non solo
di sviluppare patologie ma anche di essere più tristi, depressi, soli»,
commenta Valerio Neri Direttore Generale Save the Children Italia.
lastampa.it