Quello
che si temeva subito dopo l'incidente si è tristemente verificato: il
crollo del tetto di un supermercato ieri a Riga ha provocato una strage.
Sono quarantasette i corpi senza vita tirati fuori finora dalle
macerie, compresi quelli di tre vigili del fuoco, ma si temono molte più
vittime perché decine di persone risultano ancora intrappolate. E'
ancora mistero sulle cause, ma il governo lettone punta il dito sui
difetti strutturali dell'edificio, inaugurato nel 2011 e che - beffa del
destino - aveva ricevuto un premio d'architettura. Il bollettino dei
morti si aggiorna di ora in ora, nell'incessante attività dei duecento
soccorritori aiutati dai militari per fronteggiare il peggior disastro
accaduto in Lettonia dal suo ritorno all'indipendenza, nel 1991. Le gru
sono impegnate a sollevare le grandi lastre del tetto dell'edificio alla
periferia della capitale, crollato ieri sera all'ora di punta, con
centinaia di clienti impegnati negli acquisti. Si cercano le persone
ancora intrappolate, che sarebbero una quarantina, in base alle immagini
delle telecamere di sicurezza.
E ci si serve anche degli squilli dei telefoni cellulari, mentre i
superstiti riferiscono di esser stati avvolti dal buio subito dopo un
forte boato, e di essere riusciti a fuggire dalle finestre. Prima che
crollasse un altro pezzo di struttura. Sul posto sono accorse decine di
persone: chi per cercare un parente disperso, chi semplicemente per
portare fiori o accendere una candela in memoria delle vittime. Le cause
dell'incidente, che per ora registra anche una quarantina di feriti,
restano ancora sconosciute. Si sa soltanto che un gruppo di lavoratori
stava costruendo un giardino pensile, ma il governo mette in dubbio la
correttezza nelle procedure di edificazione.
"E' chiaro - sottolinea il ministro dell'Interno Rihards Kozlovskis -
che c'è stato un problema con l'adempimento delle prescrizioni per la
costruzione" dell'edificio della Maxima, catena lituana che impiega
quasi trentamila persone in tutti gli Stati baltici. Il numero di
vittime è comunque "troppo grande" per concentrarsi adesso sull'origine
della tragedia, afferma il premier Valdis Dombrovskis, proclamando tre
giorni di lutto nazionale. Tutto il paese intanto si stringe intorno ai
soccorritori, che avranno bisogno di almeno un altro giorno per
districarsi tra le macerie che si estendono per 1.500 metri quadrati.
Poi, le autorità dovranno fare chiarezza sul peggior disastro che ha
colpito questa giovane repubblica nata dalle ceneri dell'Unione
Sovietica, membro dell'Unione europea da quasi dieci anni e che nel 2014
entrerà nell'eurozona. Nel 2007, la Lettonia aveva pianto ventisei
morti per un incendio in una casa di cura. Altri ventitre nel '94 dopo
l'affondamento di un traghetto estone nel mar Baltico, in cui persero la
vita oltre 800 persone.
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