Sport Land News: Monaco '72: 40 anni fa massacro atleti israeliani

Monaco '72: 40 anni fa massacro atleti israeliani

di Massimo Lomonaco
Anche se recentemente qualche cosa é uscita, per completare la ricostruzione di quanto accadde nel Villaggio Olimpico di Monaco nelle Olimpiadi del 1972 - domani saranno 40 anni esatti - bisognerà attendere che la Germania renda completamente noti i suoi archivi, così come il Mossad e lo Shin Bet dovranno fare con i loro documenti ancora segreti. Una cosa però è certa, non solo la Germania di Bonn ignorò, prima della strage, gli avvertimenti di un possibile attacco terroristico nei confronti degli atleti israeliani, ma poi - quando già tutto stava avvenendo - le forze di sicurezza tedesche si mossero "malamente e in maniera inetta".
A sostenerlo è il capo del Mossad dell'epoca, Zvi Zamir che nel primo rapporto consegnato al leader dell'esecutivo israeliano, la signora Golda Meir, accusò senza mezzi termini la polizia. Nei documenti (45) che Israele ha desecretato in questi giorni proprio per onorare la memoria dei suoi 11 atleti trucidati da un commando palestinese di Settembre Nero, le parole di Zamir sono nette: "la polizia non ha fatto il minimo sforzo per salvare le vite umane, le loro e le nostre". Zamir del resto aveva visto con i propri occhi a Monaco - dove era volato in fretta e furia non appena appresa la notizia dell'irruzione del commando nella residenza degli atleti israeliani - come era la situazione.
Otto palestinesi (ma in quel momento si pensava cinque) tenevano in scacco l'apparato militare tedesco e potevano dettare al mondo intero, collegato dai media internazionali accorsi sotto la palazzina al 31 di Connolly Strasse, le condizioni per rilasciare gli ostaggi (due però erano già morti): la liberazione di 234 detenuti nelle carceri israeliane e dei terroristi tedeschi Andreas Baader e Ulrike Meinhof della Rote Armee Fraktion, in prigione in Germania. Un diktat impossibile da accettare, come poi mostrarono gli avvenimenti successivi che, però, non convinsero il Comitato Olimpico Internazionale, diretto da Avery Brundage a sospendere, tranne una breve interruzione, le Olimpiadi. L'epilogo confermò il giudizio a caldo di Zamir: l'assalto della polizia tedesca sulla pista dell'aeroporto di Furstenfeldbruck - dove terroristi e ostaggi erano stati portati in elicottero nella promessa di essere trasferiti al Cairo - fallì.
I sei israeliani superstiti furono uccisi dal Commando che nello scontro a fuoco ne perse cinque. All'1,30 del 6 settembre era tutto finito: erano passate poche ore dalle 4.30 del giorno precedente quando c'era stata l'irruzione palestinese. Per un tragico errore, mentre ancora la sparatoria era in corso, un comunicato annunciò la liberazione degli ostaggi e l'uccisione dei terroristi e i giornali israeliani, a causa del fuso orario, stamparono la notizia. Toccò al Cio dare la vera notizia che fu diramata al mondo dal conduttore dei programmi sportivi della tv americana ABC Jim McKay. Israele che aveva sperato, si ritrovò nella più cupa disperazione: Zvi Zamir, ancora in vita, ha ricordato quei momenti: "Ogni qual volta mi si parla della nuova Germania - ha detto alla Radio Militare in questi giorni - non posso cancellare dalla memoria le immagini degli atleti israeliani, legati con funi, trascinati fra palestinesi armati, in un villaggio olimpico dove c'erano decine di migliaia di persone. Di nuovo ebrei prigionieri, portati verso la loro morte, in terra tedesca. Questo, non lo dimenticherò mai".
I nomi degli atleti israeliani uccisi - ai quali l'attuale presidente del Cio Jacques Rogge non ha dedicato, nonostante le molte richieste, un minuto di silenzio nella cerimonia d'apertura delle recenti Olimpiadi di Londra - sono questi: David Berger, 28 anni, pesista; Zéev Friedman, 28 anni, pesista; Yossef Gutfreund, 40 anni, arbitro di lotta greco-romana; Eliezer Halfin, 24 anni, lottatore; Yossef Romano, 31 anni, pesista; Amitzur Shapira, 40 anni, allenatore di atletica leggera; Kehat Shorr, 53 anni, allenatore di tiro a segno; Mark Slavin, 18 anni, lottatore; André Spitzer, 27 anni, allenatore di scherma; Yakov Springer, 51 anni, giudice di sollevamento pesi; Moshe Weinberg, 33 anni, allenatore di lotta greco-romana. Quello che successe dopo, lo si può capire - in forma cinematografica - dal film che alla vicenda ha dedicato Steven Spielberg, "Monaco".
ansa