Sport Land News: CALCIO - Mercato fiacco e molti sognano i petrodollari del nababbo arabo. Allegrissimo Slow

CALCIO - Mercato fiacco e molti sognano i petrodollari del nababbo arabo. Allegrissimo Slow

di Roberto Duiz
CALCIO - Mercato fiacco e molti sognano i petrodollari del nababbo arabo
Allegrissimo Slow
Balotelli va e viene in silenzio dalla Pinetina sulla sua Ferrari nera. Per quante volte ancora? Il Manchester City di Mancini ha sopravanzato gli avversari nella corsa per aggiudicarselo. Il furbo procuratore Raiola tratta con lo staff dello sceicco Mansour per gratificare il suo assistito con un sontuoso contratto quinquennale. Che nessuno, in casa nerazzurra, al di là di inevitabili frasi di circostanza, verserà lacrime per la probabilissima dipartita di SuperMario è molto più di un sospetto malizioso. I leader dello spogliatoio già nella scorsa stagione hanno dato ampi cenni di stanchezza per dover fare da balie all'irriducibile Bambinone. I tifosi, paragonando l'abnegazione di Eto'o-Milito-Pandev alla sua svogliatezza, non faranno nulla per trattenerlo. Benitez non l'ha inserito nella lista degli incedibili, in compenso desidera fortemente Kuyt del Liverpool, tesse le lodi di Biabiany, tornato dal prestito al Parma, e coccola Coutinho, abile e arruolato dopo il compimento della maggiore età. Moratti, solitamente restio a separarsi dai suoi pupilli, ha il financial fair-play predicato da Platini nel mirino, dunque qualche «sacrificio» è inevitabile. Il precedente dell'anno scorso, poi, è più che confortante per i nerazzurri. La triste (ma allegrissima per il bilancio societario) rinuncia ad Ibrahimovic ha avuto un effetto benefico anche sui risultati, rendendo l'Inter più forte e vincente di prima. A dispiacersene, piuttosto, è stato Ibra, risultato di scarso peso nel Barcellona e per il quale oggi si favoleggia di un clamoroso scambio alla pari con Kakà, a sua volta deludente con la camiseta blanca del Real Madrid. E pure il nuovo c.t. azzurro, Prandelli, che in Balotelli vede uno dei gioielli della nazionale che verrà, non ha granché da dispiacersene. Potrà comunque non perderlo di vista, con la possibilità, anzi, di vederlo maturare meglio una volta tolto dalla bambagia famigliare.
Che sarebbe stato un mercato più in uscita che in entrata era ampiamente annunciato. O almeno, prima di comprare bisogna vendere. Ma non è facile alleggerire i bilanci dalla zavorra di emolumenti-monstre versati a campioni ultratrentenni, retaggio di un'epoca di scellerata euforia. Dunque, i 35 milioni che all'estero sono disposti a versare per Balotelli diventano proposte irrinunciabili. E chi uno come lui non ce l'ha in vetrina aspetta i saldi per provare a impreziosire i fondi di magazzino. Al Milan, ad esempio, nessuno era disposto a versare neanche la metà di quella cifra per Ronaldinho, che così rimane in rossonero. Facendo di necessità virtù, con abituale gioco di prestigio mediatico, Berlusconi ha annunciato la mancata cessione del brasiliano ridens come fosse un sensazionale acquisto. Nel suo one man show all'inizio del raduno del Milan - sotto il sorriso imbarazzato del nuovo allenatore, Allegri, cui non ha concesso una parola ma che ha proposto come modello a Dolce&Gabbana, come a dire che alle questioni tattiche ci pensa lui - ha garantito che Dinho rimarrà al Milan a vita, insignendolo del titolo di «miglior giocatore d'ogni epoca». Bum. Fuori, oltre un migliaio di tifosi contestavano la sua senile avarizia. A questi, ha indirettamente risposto che il Milan è già abbastanza competitivo così com'è e che se la scorsa stagione in panchina ci fosse stato lui avrebbe vinto lo scudetto. Così Allegri sa cosa lo aspetta. E comincia a prendere in seria considerazione l'idea di far da modello per D&G.
Il fatto è che nel calcio italiano (ma non solo) non circola più denaro. Il nuovo miraggio, dunque, sono gli Emirati, unica fonte cui si può attingere nella crisaccia globale. Lo stesso Berlusconi, pur cazzeggiando (ma non troppo, su questo punto), non esclude a priori l'ipotesi che il Milan possa, prima o poi, finire in mani arabe, «purché sia un gruppo serio», naturalmente. Capitan Totti è più esplicito, auspicando l'avvento alla Roma di qualche sceicco che pompi contante nelle esangui vene giallorosse. Il vulcanico presidente del Palermo, Zamparini, si fa riprendere in bermuda bianchi mentre porta a spasso il principe d'Arabia Mohsin Al-Hokair in completo blu e buffo cappelluccio, parodia di un Panama, in testa. Tra i due ci sono già in corso affari, che Zampa non nasconde di voler allargare al calcio. Per convincere 'sti nababbi (mica polli da spennare con italica, cialtrona scaltrezza) ad investire anche solo una parte insignificante dei loro immensi patrimoni, però, ci vuole un progetto credibile che vada al di là dell'affollamento di rose di giocatori già sempre troppo affollate. Stadi moderni e confortevoli per tutti di proprietà, innanzitutto, zoccolo duro di ogni pianificazione aziendale su tempi medio-lunghi. E in questa direzione c'è ancora molto deserto da percorrere prima di approdare a qualche oasi tra le dune.
ilmanifesto.it 24 Luglio 2010