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#Goal4Uganda. Il calcio nello slum per costruire un futuro migliore

Insegnare il “buon calcio” a 350 ragazzi secondo il modello sportivo-educativo del Dipartimento Junior dell’Associazione Italiana Calciatori, e ristrutturare il campo di una scuola voluta da un gruppo di donne sopravvissute a violenze di ogni genere, in uno dei quartieri più poveri e disagiati di Kampala, in Uganda: è l’idea alla base di #Goal4Uganda, progetto realizzato dalla Ong italiana Avsi in partnership con l’Associazione italiana calciatori (attraverso Aic Onlus) e Cdo Sport, per a valorizzare il calcio come canale di socializzazione positiva e di inclusione sociale, offrendo ai ragazzi un campo adeguato su cui giocare.
Si è appena conclusa una settimana di scuola calcio, rivolta a studenti e studentesse tra i 13 e i 17 anni, della scuola secondaria “Luigi Giussani High School”; una struttura d’eccellenza che sorge nel cuore della baraccopoli.
Per sostenere il progetto, Avsi ha lanciato una raccolta fondi online su AVSI.org/Goal4Uganda.
Grazie all’impegno di Luca Rossettini, consigliere Aic e calciatore del Chievo Verona, è stato possibile mettere in contatto i partner di progetto e costruire questo sogno. Damiano Tommasi, presidente Aic, e Simone Perrotta, responsabile dipartimento Junior di Aic e Campione del Mondo, sono scesi in campo, accompagnati dal Segretario Generale Aic Onlus Fabio Poli. È stata l’occasione per inaugurare il campo da calcio, ristrutturato grazie al progetto, alla presenza di autorità locali e della scuola Luigi Giussani High School, oltre che ai partner del progetto.
Attività del progetto
Il progetto #Goal4Uganda ha prima di tutto una valenza educativa: la scuola Luigi Giussani si trasforma in un punto di riferimento formativo nei quartieri di Acholi e Kamuli, nello slum di Kireka, luogo di incontro per i ragazzi e i docenti coinvolti nelle varie attività, grazie a missioni di preparatori e allenatori italiani per formare i docenti al valore dello sport e alla pratica del calcio. Sono previsti allenamenti, tornei e occasioni di incontro e formazione per gli studenti, con particolare attenzione alla frequenza scolastica dei ragazzi.
La scuola Luigi Giussani High School
Tra i diversi “quarters” che compongono Kireka, uno dei quartieri più poveri della capitale ugandese Kampala, c’è Acholi Land: durante la guerra civile accolse la tribù degli acholi in fuga dalle atrocità di Kony. È qui che sorge la scuola Luigi Giussani, costruita nel 2005, voluta da un gruppo di donne sopravvissute a violenze di ogni genere, desiderose di garantire ai propri figli una buona educazione quindi un buon futuro. Non si sono risparmiate e, con pazienza e tenacia, hanno lavorato, hanno spaccato e venduto le pietre di una cava presente nello slum, hanno realizzato e venduto le collane di perle di carta colorata, e sono riuscite a sostenere una parte significativa delle spese di costruzione della scuola. La Luigi Giussani è oggi un centro educativo di qualità nel cuore dello slum, una scuola primaria e secondaria dove gli insegnanti, insieme con gli allievi, vivono un’esperienza educativa e di crescita umana.
avvenire
Schierati sul nuovo campo di calcio, pensando al futuro (foto Mattia Marzorati)

La F1 festeggia in Cina il suo millesimo Gran Premio. Ma il futuro è ancora un rebus, tra burocrazia e sponsor in calo

La Scuderia Toro Rosso durante le qualifiche al Gp di Cina / LaPresse

Avvenire

Comunque vada, il risultato resterà nella storia della F1. Perché la gara numero 1000 di un mondiale partito il 13 maggio 1950 vale molto per la statistica. Partire in pole per Valtteri Bottas è già un mezzo successo, finire davanti anche in gara sarebbe un trionfo. Nel giorno delle celebrazioni del mondiale F1 restano aperti molti interrogativi. Va bene celebrare il presente rifacendosi a un passato glorioso, ma quello che preoccupa è il futuro. Ci sono troppi argomenti sul terreno da discutere che quello che accade in pista, la Ferrari in seconda fila con Vettel e Leclerc, le Red Bull Honda in rimonta con Verstappen e Gasly, sono buoni per le dispute dei tifosi al bar che devono giustificare questa o quella prestazione. Il problema di base è che la F1 è ingabbiata in una selva di norme, leggi e regolamenti per cui si finisce per parlare addosso. Perdendo di vista lo scopo primario. Far competere gli uomini e i mezzi e da qui trovare spunti per gli albi d’oro, dal punto di vista umano, e innovazione tecnologica per chi, le case, investe soldi a profusione. Si parla tanto di giugno e delle scadenze ad esso legate. 

Quella dei nuovi regolamenti tecnici per il 2021, per la spartizione dei premi, in calo in quanto il prodotto F1 tira di meno e per giunta non piace ai giovani: «Direi che non è vero che non piace ai giovani - dice Lewis Hamilton - il problema è che per guardare i Gp devi pagare le Tv satellitari e coi costi attuali e la mancanza di introiti dei giovani, è difficile coniugare le due cose. Se le immagini fossero libere ci sarebbero più appassionati in grado di seguirci». Vero, ma Lewis dimentica che buona parte degli introiti delle squadre derivano proprio dai soldi che le Tv, a pagamento, hanno iniettato per i diritti televisivi e quindi meno soldi, più visione fa a pugni con le richieste delle squadre e degli sponsor. I primi vogliono più soldi, i secondi più visibilità. Un equilibrio difficile da trovare e che vede, stranamente, Ferrari e Mercedes alleate. Sono le uniche due squadre che non hanno svenduto gli spazi pubblicitari. I costi per comparire su queste monoposto sono rimasti uguali al passato. Anche a costo di rimetterci di tasca propria. Ovvero, se non si vendono agli sponsor, interviene la casa madre a compensare. Mentre il resto dello schieramento ha svalutato la propria appetibilità. 

Per fare un esempio, i costi per avere uno spazio di 15 centimetri su una vettura sono passati da 5 milioni di euro ai 750 mila attuali. È una F1 che celebra 1000 GP e cerca una risposta ai quesiti sul domani. Per farlo confida nelle gesta dei piloti, campioni come Hamilton in sfida con Bottas, di Vettel che si confronta col giovane Leclerc, su storie e gesti da tramandare, con gare combattute da iscrivere negli annali. Per renderla appetibile, quindi vendibile e prendere due piccioni con una fava: gare belle, piloti icone, immagini da rivendere e coinvolgere gli sponsor. Qualcuno deve cedere qualcosa. Meno costi? «Certo - dice Toto Wolff della Mercedes - se guardi lo schieramento e vedi le differenze fra i top team e gli altri è chiaro che spendere meno sia importante, come lo è avere le risorse per competere al meglio, cosa che facciamo contro la Ferrari. È un equilibrio difficile da trovare ma necessario. Per questo sono fiducioso che una soluzione la troveremo». Intanto con due Mercedes davanti a due Ferrari, due Red Bull, due Renault e due Haas, il gioco delle coppie F1 appare quanto mai scontato, ma questo oggi passa in secondo piano: comunque vada sarà un giorno storico. Buon compleanno F1. Chiunque vinca.

JUVE RIMANDA FESTA SCUDETTO. MILAN-LAZIO 1-0 AD ALTA TENSIONE

Milan-Lazio, ieri sera, finisce 1-0 dopo una partita ad alta tensione con tanto di zuffa in campo tra giocatori. La Juve rimanda la festa scudetto, battuta 2-1 dalla Spal. Decisiva, oggi, Napoli-Chievo.(ANSA).

Sport POLE MOTOGP AMERICHE A MARQUEZ, A BOTTAS A GP DI SHANGAI

Marc Marquez non si smentisce e sulla pista texana di Austin coglie la settima pole consecutiva della classe MotoGp, l'82/a della carriera. Subito dietro Valentino Rossi, Dovizioso solo 13/o. A Shangai protagoniste oggi le Mercedes con Bottas in pole con Hamilton, seguiti dalle Ferrari di Vettel e Leclerc
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Stati Uniti. Nba, l'addio al basket di Dwyane Wade commuove il web


Ci sono storie così belle che vanno oltre lo sport. E tante sono quelle che ci regala da sempre il basket, specie quello a stelle e strisce. Gli appassionati di tutto il mondo hanno in questi giorni le lacrime agli occhi per il ritiro di due giocatori leggendari dell’Nba, il campionato dei fenomeni statunitensi: Dirk Nowitzki e Dwyane Wade. Il primo, il gigante tedesco che ha dimostrato come si possa essere cecchini da 3 punti anche con 213 centimetri di altezza, chiude a 40 anni e 21 stagioni sempre con la maglia dei Dallas Mavericks: 1 titolo Nba e sesto marcatore di sempre con oltre 31mila punti realizzati per quello che è già considerato il più grande giocatore europeo di tutti i tempi. Altrettanto fantastica la carriera di Wade che smette a 37 anni dopo oltre mille partite Nba e tre anelli con i suoi Miami Heat.
Un fuoriclasse non solo in campo ma anche fuori come testimonia un video toccante (realizzato da Budweiser) in vista della sua ultima partita. Si vede il campione che riceve a sorpresa cinque maglie speciali donategli da persone a cui ha cambiato la vita. Merrilyn Beard-Breland, la donna della Florida che ha visto la sua casa bruciare dieci giorni prima di Natale (“l’incendio èstato il punto più basso della mia vita, tu sei diventato il mio eroe“) è stata aiutata economicamente dal campione. Così come Tamara Johnson, giovane che è riuscita a laurearsi alla Marquette University (il college di Wade), diventando la prima ragazza della sua famiglia a completare gli studi. C’è Andrea Oliver, sorella di Joaquin Oliver, il ragazzino morto nella strage della scuola di Parkland: Wade che era il suo idolo ha voluto omaggiarlo scrivendo il suo nome sulle scarpe usate in partita. E poi c’è Danny Arzu, giovane che ha deciso di dare una sterzata alla sua vita trovando un lavoro onesto e diventando un modello per gli altri proprio dopo aver sentito parlare dal vivo Wade al Miami’s Overtown Youth Center, centro che si occupa dell’aiuto e dello sviluppo dei bambini fino all’età adulta.
L’ultima partita di Dwyane Wade con i suoi Miami Heat ' AP Photo'Kathy Willens
L’ultima partita di Dwyane Wade con i suoi Miami Heat / AP Photo/Kathy Willens



Tutte storie realmente accadute ma è l’ultima quella per cui è più difficile non emozionarsi. È il momento in cui entra in scena mamma Jo-Linda che ricorda a Wade la difficile infanzia, nella quale lo ha cresciuto. Il padre infatti decise di andar via di casa con una nuova compagna quando il piccolo aveva solo quattro mesi. E la madre ferita dalla separazione troverà ingannevole rifugio solo nella droga e nell’alcol, in una periferia di Chicago dove la criminalità è un macigno sul futuro dei più giovani. Nonostante tutto sarà Wade a tirar fuori sua madre dai guai, facendole scoprire anche la fede cristiana.

Quella che Wade ha voluto sottolineare anche sulla sua canottiera scegliendo da sempre il numero 3, in omaggio alla Santissima Trinità. Un uomo che ha sempre spiegato come la sua missione sia quella di restituire a Dio almeno un 10 per cento di quel che abbiamo ricevuto. Dice la madre a Wade nel video: «Io sono più orgogliosa dell’uomo che sei diventato rispetto al giocatore di basket: tu sei più grande della pallacanestro. E “you are bigger than basketball” è l’hashtag con cui il mondo intero sta celebrando via social Dwyane Wade. Standing ovation. Tutti in piedi per un grande uomo, marito, padre e giocatore di basket.
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FORMULA 1: GP CINA, BOTTAS AVANTI NELLE SECONDE LIBERE



MOTO, FP1 A MARQUEZ. PER JUVENTUS OGGI PARTITA SCUDETTO Scambio di posizioni fra Ferrari e Mercedes nelle seconde libere in vista del gp di Cina di F1 in programma domani a Shangai, mentre nel Gp delle Americhe Marc Marquez ha ottenuto il miglior tempo alla fine della prima sessione delle libere. A Ferrara la Juventus oggi affronta la Spal cercando i punti per lo scudetto. Stasera anche anticipi Milan-Lazio e Roma-Udinese. (ANSA).

ANCORA RAZZISMO NEL CALCIO. INTERROTTA DIGIONE-AMIENS

E' ACCADUTO IN FRANCIA, INSULTI A PRINCE GOUANO Interrotta per alcuni minuti, ieri sera in Francia, la partita di Ligue 1 tra Digione e Amiens, macchiata da insulti razzisti nei confronti del giocatore Prince Gouano, capitano della squadra ospite ed ex primavera Juventus. I giocatori hanno abbandonato il campo al 33' st e sono rientrati dopo alcuni minuti; nel frattempo alcuni di loro hanno cercato il dialogo con i tifosi affinché la situazione tornasse alla normalità. In Premier League è allarme discriminazione. Bufera sui tifosi del Chelsea per Salah. L'Arsenal censura un supporter per Koulibaly. 
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