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Scherma: Mondiali 2014, 2 giorni al via

(ANSA) - ROMA, 13 LUG - Mancano due giorni al via dei Campionati del Mondo di scherma Kazan2014 e un primo gruppo della delegazione azzurra è già giunta nella capitale del Tartastan per le qualifiche che prenderanno il via marted'. Da venerdi poi, il via ai tabelloni principali e l'assegnazione delle prime medaglie. Si inizierà con le prove di sciabola, quindi, sabato con quelle di fioretto e domenica con le gare di spada.
   
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Mondiali: Germania-Argentina, ecco le formazioni

Queste le probabili formazioni di Germania-Argentina, finale dei Mondiali di Brasile 2014 in programma al Maracanà di Rio con inizio alle 16 ora locale (le 21 in Italia).
Germania (4-2-3-1): Neuer, Lahm, Boateng, Hummels, Howedes, Khedira, Schweinsteiger, Muller, Kroos, Ozil, Klose. (12 Zieler, 22 Weidenfeller, 2 Grosskreutz, 3 Ginter, 9 Schuerrle, 10 Podolski, 14 Draxler, 15 Durm, 17 Mertesacker, 19 Goetze, 23 Kramer). All.: Loew.
Argentina (4-3-1-2): Romero, Zabaleta, Garay, Demichelis, Rojo, Perez, Mascherano, Biglia, Messi, Higuain, Lavezzi. (21 Andujar, 12 Orion, 3 Campagnaro, 5 Gago, 7 Di Maria, 11 Maxi Rodriguez, 13 A. Fernandez, 17 F. Fernandez, 18 Palacio, 19 Alvarez, 20 Aguero, 23 Basanta). All: Sabella.
Arbitro: Rizzoli (Italia).
Quote Snai: 2,25, 3,30, 3,45.
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Mondiali: Germania-Argentina

E' la finale che il Brasile mai avrebbe voluto vedere, senza la Selecao di casa, ma Germania-Argentina al Maracanà è comunque un Gala del calcio. E' passato quasi un quarto di secolo, 24 anni da Italia '90, e l'immagine delle lacrime di Maradona nella notte magica di Roma rimane nella storia dei Mondiali, così come il suo "figli di..." per l'inno fischiato prima della partita. C'era stato anche allora un Sergio in porta, Goychochea come adesso Romero, a parare i rigori e a spingere gli argentini in finale: ma non gli riuscì di bloccare quello più importante, molto dubbio ma concesso dall'arbitro Codesal e trasformato da Brehme. Così ad alzare la Coppa all'Olimpico fu Lothar Matthaeus, e Diego parlò della "mano nera" della Fifa paragonando Havelange alla mafia.
Il sogno di milioni di argentini è che quel pianto del loro idolo si tramuti nella gioia irrefrenabile del fuoriclasse del nuovo millennio, quel Lionel Messi che dell'ex Pibe de Oro è un degno erede e con un trionfo al Maracanà entrerebbe nella leggenda, onorando anche la memoria di Alfredo Di Stefano, altro mito del pallone, scomparso nei giorni scorsi. Da Roma a Rio è stato un lungo viaggio, ma l'avversario è di nuovo la Germania, che come quella volta in Italia giocherà con la prima maglia, quella bianca, costringendo gli argentini a vestire la seconda divisa, azzurro scuro, che ai tanti fan dell'Albiceleste che hanno invaso Rio ricorda la sconfitta di Roma ma anche il gol più bello della storia, con lo slalom di Messico '86 di Maradona contro l'Inghilterra. Fu anche il giorno della 'mano di Dio', la stessa che servirebbe adesso per battere i panzer che hanno annichilito il Brasile: hai visto mai che ci pensa quel tifoso eccellente, Papa Francesco, il cui volto campeggia insieme a quelli di Messi e Maradona in molti degli striscioni portati in Brasile dall' 'hinchada' biancoceleste. Di sicuro, ancora una volta, la Germania non sarà un'avversaria facile, visto come ha travolto selezioni in teoria di valore come Portogallo e Brasile.
Dopo un lavoro durato anni, dalla delusione del Mondiale in casa del 2006 ad oggi, e ispirandosi al Bayern di Guardiola, il ct Joachim Loew ha creato una macchina che sembra perfetta, e gioca un sorta di 'tiqui-taka' più veloce e potente dell'originale, per larghi tratti il più bel calcio di questo Mondiale, da cui gli ex maestri brasiliani vorrebbero prendere esempio per tornare al 'futebol arte'. Il bilancio fra le due contendenti nella sfida che sarà diretta da Rizzoli è pari, una finale vinta a testa (l'Argentina si impose in Messico contro Voeller e Rummenigge in verde), quindi ci sarà il 'Tetra' della Germania o il 'Tri' dell'Argentina, eventualità quest'ultima che nella notte del post-partita a Rio fa temere per l'ordine pubblico, anche se, a sorvegliare la situazione, saranno impegnati, prima, durante e dopo la partita, ben 26mila agenti.
I brasiliani tifano compatti per la Germania, nemmeno l'1-7 di Belo Horizonte ha fatto guadagnare qualche preferenza agli argentini e, nel caso ci fossero dubbi, per strada a Rio si vedono tanti carioca vestiti con la casacca della 'Brasilemanha', a strisce orizzontali rosse e nere e simile, non a caso, a quella del Flamengo. L'ultimo precedente, con Loew sulla panchina tedesca e Maradona in giacca e cravatta su quella dei sudamericani, fu il 4-0 con cui, a Città del Capo nel 2010, il 'Mannschaft' mandò a casa Messi e soci. Dieci calciatori della Germania che cominciarono quella partita sono ancora presenti nella rosa': Neuer, Lahm, Boateng, Mertesacker, Khedira, Schweinsteiger, Ozil, Podolski, Mueller (che sogna un gol in finale, magari quello decisivo, come il suo omonimo Gerd nel 1974) e Klose. Di loro solo Podolski e Mertesacker non sono più titolari, ma il secondo potrebbe giocare se Boateng non recupera dal problema all'inguine accusato in allenamento.
Dubbi anche per Sabella, con Di Maria e Aguero ancora non al meglio, al punto che nella formazione iniziale dovrebbero trovare posto Perez e Lavezzi. Un altro dato fa riflettere e fare scongiuri ai supporter venuti da Buenos Aires: come 24 anni fa, una delle due finaliste ha segnato più del doppio dei gol dell'altra. Il saldo anche stavolta è di +9 per la Germania: 17-8 nel 2014 e 14-5 nel 1990. Ma i numeri non sempre fanno la storia del calcio, meno che mai per chi è convinto che al Maracanà non possa trionfare una rappresentante dell'Europa. Quindi, fanno capire gli argentini, popolo da sempre convinto di essere il migliore ("siamo fatti così, ci nasciamo", ha chiosato il ct Sabella), alla fine sarà festa grande biancoceleste.
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Atp Bastad: esordio positivo per Lorenzi

(ANSA) - ROMA, 8 LUG - Esordio positivo per Paolo Lorenzi, n. 80 del mondo, a Bastad (Svezia). Il 32enne azzurro, romano di nascita ma senese di adozione, ha battuto ieri 6-2, 6-1 lo svedese Markus Eriksson, n. 389. Nel secondo turno dello SkiStar Swedish Open - torneo Atp World Tour 250, con montepremi di oltre 400mila euro, che si disputa sulla terra rossa nella località di villeggiatura svedese - Lorenzi affronterà il vincente tra lo spagnolo Pablo Carreno Busta e il tedesco di origine giamaicana Dustin Brown.
   
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Pechino, Oslo o Almaty per Giochi 2022

(ANSA) - LOSANNA, 7 LUG - Pechino, Oslo e Almaty (in Kazakistan) sono le tre città scelte dal Cio candidate a ospitare le Olimpiadi invernali del 2022.
    La scelta definitiva verrà ufficializzata il 31 luglio 2015 all'assemblea del Comitato olimpico internazionale a Kuala Lumpur. Le città escluse sono Stoccolma, Cracovia e Leopoli (Ucraina). Le Olimpiadi 2018 invernali si terranno a Pyongyang in Corea del Sud.
   

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Basket: Siena-Milano 72-74, ora la bella

Finale scudetto infinita quella tra Milano e Siena. In gara-6 della serie, l'EA7 Emporio Armani Milano ha espugnato la fortezza dei toscani imponendosi 74-72 e annullando il match point a favore della Montepaschi, giunta ad un soffio dall'ottavo scudetto consecutivo. Sul punteggio di 3-3 nella serie, il titolo 2013/2014 si deciderà quindi venerdì a Milano. La partita di stasera, tirata fin dal primo secondo, si è decisa a fil di sirena, quando Jerrells ha centrato la retina gelando le tribune del PalaEstra. Sin dall'avvio si lotta su ogni pallone. Hunter è il faro di Siena, scrivendo il +4 in avvio (6-2) e firmando i primi 10 punti della sua squadra. Milano si fa portare avanti da Langford e Gentile: l'americano firma il primo vantaggio al 4' (6-7) e poi quello successivo al 7' (13-15) confezionando un gioco da tre punti. Samuels ha problemi di falli (due nel primo periodo) ma il suo sostituto Lawal sigla il +4 (17-21) a 31 secondi dalla prima sirena.
Carter accorcia le distanze, il solito Hunter controsorpassa, Viggiano aggiunge cinque punti personali per il massimo vantaggio casalingo sul 32-27 al 15'. Moss entra in partita e segna 4 punti, Wallace prende il posto di Lawal, anche lui con problemi di falli, e segna i canestri che riportano avanti Milano all'intervallo. Gli ospiti tentano la fuga nel terzo periodo: la tripla di Langford vale il +8 (38-46), una grande schiacciata di Gentile (che alla fine sarà il miglior marcatore della serata con 23 punti) vale il +9 (41-50) con Siena che fatica a trovare le contromisure adeguate. Un ottimo Lawal schiaccia il +11 al 29' (50-61). Kangur firma il +10 al 31' (55-65), poi Siena trascinata da Haynes piazza un parziale di 11-0 che fa esplodere il palazzo. Milano replica con una tripla di Melli, quindi con Gentile per il 70-69 esterno a 3' dalla sirena. Dopo un libero di Haynes, Jerrells va a segno per il 72-70 a 2'05", poi ancora Haynes pareggia a 1'09". Samuels commette fallo in attacco, Janning ha il canestro dello scudetto a 13 secondi dal termine ma non fa centro; Jerrells sulla sirena trova la retina e porta tutto a gara7.
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SuperMario c'è, l'Italia pure 2-1 all'Inghilterra

Good morning Italia! A Manaus Italia-Inghilterra è finita poco prima delle 2 del mattino e gli azzurri di Cesare Prandelli salutano il loro approdo ufficiale a Brasile 2014 (la Torcida tifa per loro) con doppio ciak e un "buona la prima".

Sciolto il primo dubbio al debutto: Mario Balotelli c’è, e il gruppo pure. La Nazionale batte l’Inghilterra (2-1) con un gol del suo maggiore talento, il più amato e il più fischiato – dagli inglesi sugli spalti -, SuperMario. Un Balotelli concentrato al punto da cantare per intero anche l’inno di Mameli.

Una vittoria di misura, perché la “giovine Inghilterra” non sarà il massimo del panorama Fifa, ma è comunque una squadra che gioca molto di più al calcio rispetto alla sua classica tradizione fatta di corsa e di lotta, prima della birra tonificante al pub di Manaus. Ma la legge impietosa del campo però la punisce, o meglio a punirla è una Nazionale che pensa bene con i piedi e lo fa con i veterani (Pirlo, De Rossi e Barzagli) e con i muscoli e la corsa dei "saranno famosi" – si spera -, Verratti e Candreva. Quest’ultimo, il laziale, sulla destra ha dominato, ricordando la furia di fascia di un certo Zambrotta, anno mondiale di Germania 2006.

“Quite”, direbbe mister Hodgson. Giusto, calma e gesso, teniamo i piedi per terra, siamo solo all’inizio di questa nuova campagna di Cesare. Un avvio in cui potremmo parlare quasi di un “good match” a tutto tondo, se non ci fossero ancora delle sbavature difensive (maluccio l'oriundo Paletta) da ripulire. Ma non si può avere tutto e subito, anzi si è visto qualcosa di più e di meglio del previsto.

Il richiamo della foresta amazzonica in avvio induce alla cautela le due misteriose creature in campo. Un inizio, quello azzurro, alla “stiamo attenti sono inglesi” e dall’altra parte la nazionale di sua maestà la Regina, portando ancora i segni dell’ultima ferita subita contro di noi ai quarti di Euro2012 (sconfitta ai rigori con tanto di “cucchiaio” di sir Pirlo) , gioca di rimessa e i suoi contropiedisti sono rapidi e soprattutto giovani come detto. Se il nostro Cesare ha fatto scendere l’anagrafe dell’Italia sotto i 28 anni, Hodgson in Brasile ha portato in rosa ben sette under 23.

Il monumento della nostra Nazionale, Gigi Buffon salta la prima per distorsione alla caviglia e via twitter fa sapere che la vita è comunque una cosa meravigliosa anche se dovesse fare da spettatore a questo Mondiale. Speriamo di no, però a onor del vero il suo vice Sirigu (che da due anni è un punto di forza del Paris Saint Germain) ha fatto un ottimo esordio, attentissimo e reattivo quanto un Gigi mondiale. Incolpevole il portiere sardo sul gol del pari di Sturridge, uno dei quattro del Liverpool campione d’Inghilterra con capitan Gerrard, Johnson e Sterling, che disegnano una fisionomia un po’ più vivace e imprevedibile della squadra inglese, ma tutto ciò non basta a fermare la banda Prandelli.

L’Italia davanti a Sirigu ha schierato Darmian Barzagli, Paletta, Chiellini; De Rossi; Pirlo, Marchisio, Candreva, Verratti; Balotelli. A chi piace la scienza modulistica si tratta di un 4-1-4-1 (molto variabile davanti e dietro) con De Rossi basso e due playmaker, Verratti e Pirlo a dettare i tempi per gli sganciamenti esterni di Candreva e Darmian sulla destra, dove il primo ha sfondato a suo piacimento. La sinistra soffre di più, con un Chiellini che ormai dà il meglio (anche nella Juve) nella fase difensiva e meno in quella di proposizione. E questo è un dato su cui il ct rifletterà. Dopo un inizio da tiki-taka all’italiana, la scossa l’ha data la botta da fuori area di un Marchisio molto in palla, 1-0 (al 35'). Passano però tre minuti e sulla progressione dell’attesissimo Rooney (convince sempre a metà il parrucchino del Manchester United) Sturridge infila, segna, ringrazia e ci danza pure su.

L’Italia non sembra desta, ma Balotelli e Candreva (palo clamoroso per lui e tanta roba) comincia un tiro a bersaglio contro la porta di Hart che finisce al fischio di chiusura dei primi 45’ e riparte subito in avvio di ripresa: su un cross baciato di Candreva Balotelli insacca di testa. E’ il gol del 2-1. Gli inglesini accusano il colpo, l’Italia tampona e riparte di slancio. La tanto temuta staffetta Balotelli-Immobile, in caso di complicazioni in corso d’opera, diventa una standing ovation per un Mario brasilero. La punizione alla Zico, anzi alla Pirlo che si stampa sulla traversa è un momento di liberazione per l'Italia che allontana l'ultimo forcing inglese e qualche spettro che aleggiava ala vigilia e del quale chi scrive confessa di essere stato anche un po’ vittima. A proposito di vittime: ognuno ha la sua “Corea” e da ieri per l’Uruguay – grande favorito del nostro “girone della morte” - si chiama Costa Rica. La piccola nazionale costaricana a sorpresa scatta al primo posto rifilando un 3-1 a Cavani e compagni. E adesso, mentre Inghilterra e Uruguay tremano, venerdì 20 giugno a Recife Italia-Costarica sarà big-match per il primato del gruppo D.
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Il secondo gol italiano, autore Balotelli (Lapresse)