Sport Land News

Stop allo sport “bollente” potrebbe fare male alla salute

Stop allo sport “bollente”. Allenarsi in ambienti surriscaldati, ultima tendenza del fitness negli Stati Uniti, che sta prendendo piede anche in Europa, potrebbe far male. Lo dice l'American College of Sports Medicine (Acsm). Meglio non frequentare i corsi di hot-yoga, hot-cycling e hot-spinning, se svolti in sale con temperature dai 27 ai 35 gradi. Gli allenatori di questi corsi sotengono che aumentare la temperatura della sala fa bene perché aiuta a sudare di più, aumenta il battito cardiaco e il consumo calorico. Ma l’Acsm avverte: “La temperatura ideale delle palestre non deve superare i 22,5 gradi”. Le sessioni “hot” sono sconsigliate soprattutto a chi non gode di buona salute e, in particolare, a chi ha patologie cardiocircolatorie.
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Cranck-Up: il social per trovare compagni di sport

Vuoi trovare un compagno o una compagna d'allenamento anche quando il clima è infelice? Cranck-Up, social tutto italiano per gli sportivi
di Eleonora Lorusso
Per gli appassionati di sport e di corsa in particolare è un must: la corsetta a fine giornata (o al mattino presto, per chi riesce a puntare la sveglia a ore antelucane). Ma spesso manca qualcuno con cui allenarsi, specie se ci si trova spesso lontano da casa, magari all'estero, dove i classici compagni di "sgambata" non ci sono. E' partito proprio partendo da questa idea Francesco Pasotti, un 28enne di Bologna con la passione per il podismo, si è inventato un social network dello sport per condividere proprio le corse (ma non solo), ovunque ci si trovi. E' così che è nata Cranck-Up , una start-up ideata per mettere in contatto tra loro tutti coloro che cercano compagni di sport, anche magari per un singolo allenamento.
Una sorta di Facebook dello sport? In qualche modo sì, dal momento che la piattaforma assomiglia in parte al social blu più famoso al mondo. Anche su Cranck-Up esiste una bacheca dove si possono postare messaggi nei quali si cercano appunto altre persone pronte a correre in compagnia, indicando il luogo o la città nella quale ci si trova in quel momento. A differenza di Facebook, però, non esiste qualcosa di paragonabile all'amicizia: è sufficiente, infatti, iscriversi al social e pubblicare il proprio annuncio.
Al Cranck-up, che letteralmente significa "dacci dentro" e ha come "motto" Sport loves devotion, lavora anche Mariangela Ricciardi, che si occupa della parte commerciale dell'iniziativa, nata due anni fa proprio su "esigenza" di Pasotti. E' lui che, viaggiando spesso per lavoro, si ritrovava a correre da solo per le strade di Belgrado. Come si legge nella pagina iniziale, "Manager, agenti, viaggiatori, giovani, chiunque si trova spesso fuori casa e vuole praticare sport e conoscere persone con cui condividere la stessa passione con Cranck-Up può farlo". Naturalmente il sito non si limita a trovare compagni per le corse lungo il Tamigi o all'ombra della Tour Eiffel. E' infatti possibile inserire il proprio annuncio anche se si cerca qualcuno con cui fare una partita a tennis, magari anche durante le vacanze in una città straniera.
Su Cranck-Up è prevista una prima registrazione, con l'indicazione del proprio profilo, e successivamente l'indicazione del proprio livello di allenamento e della città nella quale ci si trova. Tra gli annunci si trovano quelli di appassionati di nuoto, bicicletta, ma anche jogging o pallavolo, con richieste per atleti che vogliano entrare a far parte di una squadra di volley. Per ciascuno è indicata la propria preparazione o il genre di allenamento (ripetute o meno). In ogni momento si possono consultare gli annunci o inserire i propri allenamenti. Insomma, per chi vuole fare sport non ci sono più scuse: è ora di cranck-up, darci dentro!
sport.panorama.it

Ecco chi ci «guadagna» con i mondiali alla faccia della crisi...

Alla faccia della crisi. Joseph Blatter, che fa rima con denaro, ha annunciato tronfio che il montepremi del mondiale brasiliano è lievitato a 576 milioni di dollari sbriciolando quello di Sudafrica 2010, “appena” 410 milioni. 

Il padre padrone della Fifa al suo ultimo campionato del mondo, decade nel 2015, fa e disfa a suo piacimento, ma alla fine agli altri lascia sempre e solo le briciole. Basta pensare alle Federazioni: i 35 milioni di dollari al vincitore non coprono quasi nemmeno i premi in caso di successo.
E farebbero bene a battere cassa soprattutto i club che per un mese “regaleranno” i loro campioni in cambio di una misera “paghetta” da 2800 dollari al giorno. E anche se la Fifa sostiene che rispetto all'ultimo mondiale l'ingaggio è aumentato di oltre il trenta per cento (1.600 dollari per ogni giorno trascorso in Sudafrica), i conti non tornano. Un club che riuscirà a portare un blocco di giocatori fino in fondo sfonderà sicuramente il muro del milione di dollari, nel 2010 il Barcellona si aggiudicò 866 mila dollari, lo stipendio di un mese di un top-player. Poca roba anche se poi ci sarebbe da calcolare rivalutazione e nuove entrate dai “mondiali”. Sperano comunque nel bis i Blaugrana che danno la spina dorsale ai campioni in carica della Spagna, sogna la Juve con sei potenziali titolari nell'undici di Prandelli, mentre il Bayern e il Borussia si spartirebbero gli introiti di una cavalcata tedesca. Gran parte del jackpot da 70 milioni di dollari andrà a quelle società che in Brasile porteranno quasi tutta la squadra. Nel 2010 furono staccati assegni per circa 400 club, quelli della Premier League fecero la parte del leone con ben 5,95 milioni depositati nelle loro casse.
Eppure l'aumento, da 40 a 70 milioni, è un abbaglio perché in cambio i club sono vincolati a una serie di condizioni come il non essere parte in giudizio contro la Fifa sullo status e il trasferimento dei giocatori, riconoscere il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), in qualità di unico organo competente a decidere sulle controversie tra il club e la Fifa, di rispettare il calendario internazionale. Ecco perché la vera vittoria dei club resta l'indennizzo in caso di infortunio di un giocatore. Nel 2010 era una delle questioni più controverse, ora le cose sono cambiate come dimostra l'incidente di Khedira in Italia-Germania dello scorso novembre: il Real Madrid riceverà circa 2,5 milioni di euro di risarcimento, stimato sulla base dell'ingaggio annuale calcolato su base giornaliera, moltiplicato per i giorni di infortunio.
Un problema delle assicurazioni, non di Blatter che si gode il suo “Mondiale” a immagine e somiglianza. Infatti oggi, ore 18 ora italiana, nell'urna di Costa do Sauipe ci saranno tutte le Nazioni scritte nell'albo d'oro, la “sua” Svizzera addirittura testa di serie, la miglior Africa, e poi i soldi di Usa, Giappone e Russia a foraggiare. Con la Cina avrebbe fatto bingo.
I “magheggi” dello svizzero, lo spostamento della Francia nella fascia insieme alle altre “europee” non teste di serie, hanno sollevato un polverone. L'Italia può finire in un girone da paura con Brasile, Usa e Olanda o Portogallo. Le prove non sono state beneaguranti per il ct Prandelli, ma visto come finì in Sudafrica con Nuova Zelanda, Slovacchia e Paraguay, c'è quasi da sperare che sia una burla il sorteggio svelato settimana scorsa a una radio cilena dagli hacker entrati nei computer della Fifa: azzurri con Belgio, Costa d'Avorio e Honduras. Sogno o incubo?
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Sport BECCATO PER EPO AL GIRO: DI LUCA RADIATO A VITA

Il Tribunale nazionale antidoping (Tna) ha squalificato a vita il ciclista Danilo Di Luca. Il 37enne abruzzese era stato trovato positivo all'Epo in un test effettuato durante il Giro d'Italia nell'aprile scorso ed espulso dalla corsa rosa. Il «killer di Spoltore», vincitore del Giro 2007, era già stato squalificato due volte: nel 2007 per tre mesi e nel 2009 per 15 mesi dopo la positività all'Epo-Cera proprio al Giro. «Era tutto già scritto, penso che pago per tutti», il commento di Di Luca
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Anche lo sport piange Madiba

Appena appresa la notizia, il presidente della Fifa Joseph Blatter ha dato disposizione di abbassare a mezz'asta tutte le bandiere delle federazioni calcistiche di tutto il mondo. Anche per il calcio, per tutto il mondo dello sport, Nelson Mandela è stato un simbolo straordinario, un protagonista che anche attraverso gli stadi e le grandi manifestazioni ha mandato inarrivabili messaggi di libertà e di uguaglianza. "Quando Mandela è arrivato ed è stato accolto dalla folla l'11 luglio 2010 come un uomo del popolo e di cuore - ha ricordato Blatter ripercorrendo il famoso giro di campo di "Madiba" prima della finale dei mondiali sudafricani - è stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Per lui, quella Coppa del Mondo era un sogno divenuto realtà".
Anche lo sport piange Madiba
E prima ancora della Coppa del Mondo di calcio, ci fu lo storico appuntamento con i Mondiali di Rugby del 1995, la prima rottura dello spesso strato di ghiaccio che si era formato tra il Sudafrica e il mondo a causa dell'odiosa politica dell' apartheid. Un evento di enorme portata sociale, ben oltre il significato sportivo, trasportato sulle gambe di quello che è sempre stato lo sport nazionale del Sudafrica, esclusiva dei bianchi fino al termine del regime razzista: e proprio gli Springboks, battendo in un'epica finale la Nuova Zelanda, vinsero quel mondiale. Giorni che hanno ispirato uno dei film più popolari e riusciti di Clint Eastwood, "Invictus", "L'invincible", in cui un grande Morgan Freeman, nei panni di Mandela, è il personaggio centrale insieme a Matt Demon, che interpterò il capitano del quindici sudafricano, François Pienaar.

Nelson Mandela è stato sinonimo di ispirazione e simbolo di lotta per i diritti civili di tanti grandi campioni che, in qualche maniera, hanno patito anche solo esternamente gli effetti del razzismo. Non si contano, nelle ore seguite all'annuncio della scomparsa, i messaggi di cordoglio e di ringraziamenti inoltrati tramite Twitter dai campioni dello sport, specie da quelli di colore. Uno per tutti, Ruud Gullit: rimane indimenticato il gesto del 1987, quando, con il leader della protesta dei neri ancora imprigionato a Robben Island, dedicò 7 la vittoria del Pallone d'Oro proprio a Mandela, contribuendo in maniera davvero importante a rendere conosciuto e popolare specie presso i giovanissimi Mandela e la sua storia.
tgcom

Nba: Detroit non si ferma più

Risultati delle partite valide per il campionato Nba di basket: Atlanta-LA Clippers 107-97, Portland-Oklahoma 111-104, Utah-Indiana 86-95, Houston-Phoenix 88-97, Milwaukee-Detroit 98-105, New-Orleans-Dallas 97-100, Cleveland-Denver 98-88, Minnesota-San Antonio (a Città del Messico) è stata rinviata per un guasto all'impianto elettrico.
ansa

Doping anche in sport amatoriale, positivo 2,8% controlli

Il fenomeno del doping non risparmia lo sport dilettantistico, dove sono presenti le stesse sostanze di quello professionale. Lo conferma il rapporto della Commissione per la Vigilanza ed il controllo sul Doping e per la tutela della salute nelle attività sportive del Ministero della Salute, che nei controlli nei primi sei mesi del 2013 ha trovato 22 atleti positivi, corrispondenti al 2,8% del campione. Secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero, relativi a 778 atleti controllati durante 164 manifestazioni, a risultare positivi sono soprattutto gli uomini (il 4% del campione contro lo 0,7 delle donne) nella fascia di età tra 39 e 44 anni. Il fenomeno sembra più diffuso al Sud, con un rapporto tra positivi e controllati del 4,7%, rispetto a Nord e Centro che si fermano poco oltre il 2, mentre tra le sostanze prevalgono cannabis e steroidi. Per quanto riguarda le discipline, tenuto conto del fatto che in alcuni sport il numero di controlli è stato troppo basso per poter dare una stima della diffusione, atleti positivi sono stati trovati praticamente in tutte, dalla pallamano al rugby, con il ciclismo che ha visto il 6% degli atleti testati positivo a una o più sostanze. ''La positività all'eritropoietina e similari è stata riscontrata nei soli atleti praticanti ciclismo - sottolinea il rapporto - così come la poliassunzione di più sostanze vietate è stata rilevata, nei primi sei mesi del 2013, nei soli atleti praticanti ciclismo''. Molto più diffusa è risultata la pratica di assumere farmaci e altre sostanze, come gli integratori, che non fanno parte di quelle proibite. Ha dichiarato di farne uso il 73,7% delle donne controllate e il 68,8% degli uomini, con vitamine, sali minerali e integratori usati dal 35% del campione mentre gli antinfiammatori dal 25%.(ANSA).