Sport Land News

Champions League: Juventus - Galatasaray (diretta HD su Italia 1, Sky Sport e Premium)

La Juve deve riscattare il pari di Copenaghen (l’unico della prima giornata) ospitando il Galatasaray [diretta su Italia 1, Italia 1 HD, Sky Sport HD, Premium Calcio HD) maltrattato dal Real nel primo turno con un 1-6 che è costato il posto a Terim, in panchina andrà il nuovo mister Roberto Mancini.
Il milionario club di Ancelotti e Ronaldo proverà a sfogarsi con il Copenaghen per smaltire la rabbia del derby perso sabato.
Impegni complessi per le due squadre di Manchester sconfitte in Premier.  Il City ospita il Bayern di Guardiola che non brilla ma non perde un colpo, mentre molto peggio sta l’United, 12esimo dopo il nuovo ko in casa. La panchina di Moyes comincia gia’ a vacillare e sara’ arduo uscire indenni da Donetsk contro lo Shakhtar di Lucescu.
Negli altri incontri il Cska e’ favorito sul Viktoria Plzen mentre c’e’ grande equilibrio tra Leverkusen e Real Sociedad. Un’ altra sfida molto attesa e’ quella tra il Psg di Cavani e Ibra e il Benfica di Matic, le due favorite del girone C: poco attraente l’altro incontro tra Anderlecht e Olympiacos
LE PAROLE DELLA VIGILIA DI JUVENTUS - GALATASARAY (ore 20.45 diretta Italia 1 / HD, Sky Sport / HD, Premium Calcio / HD)
Antonio Conte, allenatore della Juventus:
"Il loro risultato alla prima giornata è stato pensante per il Galatsaray. Hanno meritato di passare in vantaggio dopo una grande occasione per Burak Yılmaz. Il Real Madrid è stato bravo ad approfittare di alcune loro disattenzioni e ha vinto in maniera netta, ma quel risultato non deve mandarci fuori strada, perché non c'è questa grande differenza tra le squadre e il Galatasaray meritava molto di più in quella partita. E' un piacere ritrovare Roberto Mancini. Ha vinto in Italia e ha vinto all'estero. Avrei preferito non incontrarlo ora perché quando un club cambia allenatore è difficile capire come si schiererà. Lo considero uno dei migliori allenatori in Europa ed è una cosa buona che sia tornato ad allenare. non so quanta influenza possa avere sulla partita, rimane un punto di domanda. A Copenhagen non siamo riusciti ad approfittare delle tante occasioni. Lo consideriamo come un giorno di riposo; il loro portiere ha fatto molto bene, ma in ogni caso è meglio creare tante opportunità e non segnare piuttosto che non tirare mai, è il nostro mantra."
Roberto Mancini, allenatore del Galatasaray:
"Sarà strano per me, ho incontrato la squadra per la prima volta soltanto ieri. Non credo di avere la bacchetta magica. Mi auguro che la squadra, che mi è sembrata ottima, disputi una grande gara perché sfideremo una grande Juve e sarà dura. Solo dando il massimo potremo pensare di vincere. E' normale che Fatih Terim sia molto amato dai tifosi, è uno dei migliori allenatori in Turchia e in Europa, ma nel calcio certe cose succedono. Sono stato chiamato dal Galatasaray e sono felice di avere questa opportunità. Voglio proseguire l'ottimo lavoro svolto da Terim. Ci aspettano altre cinque partite e questa sarà molto difficile. La sosta dopo la nostra prossima partita arriva al momento giusto e mi darà modo di conoscere la squadra. Il Galatasaray ha una rosa competitiva e può solo migliorare. Dal punto di vista tattico, non ho ancora deciso come giocheremo" 
CURIOSITÀ IN CIFRE
Terzo confronto ufficiale tra le due squadre a Torino, dove finora il Galatasaray non ha mai vinto: score di un successo bianconero (2-1, nella Champions League 2003/04) e un pareggio (2-2, nella Champions League 1998/99). La Juventus, comprendendo anche i due precedenti contro il Galatasaray, ospita per la quarta volta una rivale turca in gare ufficiali e finora è imbattuta: bilancio - a favore dei bianconeri - di due successi e un pareggio. Il Galatasaray, considerando anche i precedenti contro la Juventus, è all'undicesima trasferta ufficiale in Italia, dove finora non ha mai vinto ed ha sempre subito gol: bilancio sfavorevole ai turchi di 4 pareggi e 6 sconfitte, con 21 reti totali al passivo.
Juventus a digiuno, in casa, solo in una delle sue 20 ultime uscite ufficiali, Juventus-Bayern Monaco 0-2 in Champions League lo scorso 10 aprile. Nelle altre 19 partite i gol bianconeri sono stati 38. Gigi Buffon diventa terzo nella classifica dei bianconeri all-time in coppa Campioni/Champions League per numero di presenze, se gioca: raggiunge quota 69, scavalca Pessotto, è a -2 da Tacchinardi (secondo a 71), lontanissimo il capolista Del Piero (92).
Il Galatasaray non ha subito gol solo in una delle ultime 18 euro-gare disputate in assoluto: è accaduto il 20 novembre 2012 quando, in Champions League, superò in casa per 1-0 contro il Manchester United. Nelle altre 17 partite considerate i turchi hanno complessivamente incassato 30 reti. Non ha subito gol in una sola delle ultime 15 euro-trasferte disputate: il 5 novembre 2009, vittoria per 3-0 in casa della Dinamo Bucarest, in Europa League. Nelle altre 14 gare esaminate ha incassato 17 gol
LE PROBABILI FORMAZIONI DELLE SQUADRE:
JUVENTUS (3-5-2): 1 Buffon, 15 Barzagli 19 Bonucci 3 Chiellini, 26 Lichtsteiner, 23 Vidal, 21 Pirlo, 6 Pogba, 22 Asamoah, 10 Tevez, 9 Vucinic. (30 Storari 5 Ogbonna 11 De Ceglie 13 Peluso 8 Marchisio 20 Padoin 33 Isla 12 Giovinco 14 Llorente 27 Quagliarella). All.: Conte Indisponibili: Rubinho, Caceres, Pepe.
GALATASARAY (4-2-3-1): 25 Muslera, 27 Eboue, 26 Semih, 21 Chedjou, 77 Riera, 8 Selcuk, 3 Felipe Melo, 7 Aydin, 10 Snejider, 20 Bruma, 11 Drogba. (86 Ufuk, 55 Sabri, 22 Hakan Balta, 13 Nonkeu, 19 Umut, 17 Yilmaz, 53 Amrabat). All. Mancini. Indisponibili: Iscan, Altintop.
ARBITRO: Dirige la gara l'ungherese Kassai, classe 1975, internazionale dal 2003. La Juve è all'esordio con l'arbitro magiaro, ma sono già 9 i precedenti con club italiani nelle eurocoppe che contano 3 successi, un pareggio e cinque sconfitte. Il Galatasaray ha invece un precedente, 1-1 ad Amburgo nel marzo 2009 in coppa Uefa, che è anche l'unico precedente di Kassai con formazioni turche.
LA GUIDA TV AL PROGRAMMA ODIERNO:
 Per quanto riguarda la programmazione della Champions League sulle reti in chiaro Mediaset, su Italia 1 e in alta definizione su Italia 1 HD (canali 6 e 506 del digitale terrestre) con la diretta alle ore 20.45 dal "Juventus Stadium" di Torino dell'incontro Juventus - Galatasaray con la telecronaca di Sandro Piccinini e Aldo Serena. A bordocampo a raccogliere la voce dei protagonisti ci saranno Nando Sanvito e Gianni Balzarini. La gara sarà visibile anche in simulcast su Premium Calcio e Premium Calcio HD (canali 370 e 381 del digitale terrestre)
Al termine della partita andrà in onda lo speciale "Champions League" con la conduzione di Marco Foroni e la partecipazione in studio di Maurizio Pistocchi, Roberto Bettega e Giovanni Trapattoni. All'interno del programma si potrà assistere alla sintesi della partita, le interviste ai protagonisti e tutte le immagini delle altre partite disputate durante la serata di Champions. Il programma è trasmesso anche in live streaming gratuito su www.video.mediaset.it, mentre per la visione su smartphone e iPad basterà scaricare l'app gratuita VideoMediaset.
Juventus - Galatasaray andrà in onda anche su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD (canali 201 e 251 della piattaforma Sky) con il commento di Massimo Marianella e Massimo Mauro. A bordocampo Giovanni Guardalà, Alessandro Alciato Francesco Cosatti. Il match in onda su Sky sarà anche preceduto da un ampio pre partita (dalle 20.00) e seguito da un post partita (fino alle 23.30) con Fabio Caressa, Gianluca Vialli e Paolo Rossi, con la partecipazione di Giancarlo Marocchi.
Per maggiori dettagli sulla programmazione e sui telecronisti dei singoli match vi rimando ai seguenti link pubblicati in anteprima dalle pagine di www.digital-sat.it
Sky SportLogoSky Sport Champions League 2a giornata | Programma e Telecronisti
Premium CalcioMediaset Premium Champions League 2a giornata | Programma e Telecronisti
CSKA Mosca vs Viktoria Plzen ore 18.00
Satellite PAY: diretta su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD (canale 201-251)
Digitale Terrestre PAY: diretta su Premium Calcio 1 (can. 371)
In mobilità: diretta su Sky Go
Juventus vs Galatasaray A.S. ore 20.45
[Produzione internazionale a cura di Sport Mediaset]

In chiaro sul digitale terrestre: Italia 1 e Italia 1 HD (can. 6 e 506)
Satellite PAY: diretta su Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD (canale 201-251)
Digitale terrestre PAY: diretta su Premium Calcio e Premium Calcio HD (canale 370-381)
In mobilità: diretta su Video Mediaset, Sky Go e Premium Play

Bayer 04 Leverkusen vs Real Sociedad de Fútbol ore 20.45
Satellite PAY: diretta su Sky Calcio 6 HD (canale 256)
Digitale Terrestre PAY: differita ore 02.30 su Premium Calcio (can. 370)
In mobilità: diretta su Sky Go
FC Shakhtar Donetsk vs Manchester United FC  ore 20.45
Satellite PAY: diretta su Sky Calcio 4 HD (canale 254)
Digitale Terrestre PAY: differita ore 09.00 del 3/10 su Premium Calcio (can. 370)
In mobilità: diretta su Sky Go
Manchester City FC vs FC Bayern München ore 20.45
Satellite PAY: diretta su Sky Calcio 3 HD e Sky 3D (canale 253-150)
Digitale Terrestre PAY: diretta su Premium Calcio 2 (can. 372)
In mobilità: diretta su Sky Go
Paris Saint vs Germain vs SL Benfica  ore 20.45
Satellite PAY: diretta su Sky Calcio 5 HD (canale 255)
Digitale Terrestre PAY: diretta su Premium Calcio 3 (can. 373)
In mobilità: diretta su Sky Go
Real Madrid CF vs FC København  ore 20.45
Satellite PAY: diretta su Sky Sport 3 HD e Sky Calcio 2 HD (canale 203-252)
Digitale Terrestre PAY: diretta su Premium Calcio 1 (can. 371)
In mobilità: diretta su Sky Go
RSC Anderlecht vs Olympiacos FC  ore 20.45
Satellite PAY:
diretta su Sky Calcio 7 HD (canale 257)
Digitale Terrestre PAY: differita ore 04.15 su Premium Calcio (can. 370)
In mobilità: diretta su Sky Go
Diretta Gol Champions League ore 20.45
Satellite PAY: diretta su Sky SuperCalcio HD (canale 204)
Digitale Terrestre PAY: diretta su Premium Calcio 4 (can. 374)
In mobilità: diretta su Sky Go
Articolo di Simone Rossi
per "Digital-Sat.it"

VISTI DALLA TRIBUNA Roma capoccia, napoli va "Benitez", la Juve regge, Marquez dominatore folle

È ufficiale, i bicampioni d’Italia della Juventus devono guardarsi da un nuovo spettro concorrente che si aggira per gli stadi: la Roma del sergente di ferro Rudi Garcia.

I giallorossi sono gli unici a punteggio pieno dopo 6 giornate. Record assoluto per capitan Totti e compagni che giocano a memoria, danno spettacolo segnano tanto (17 gol) e possono sfoggiare la miglior difesa del torneo, un solo gol subito da De Sanctis. Non male per un gruppo uscito con le ossa rotte dalla seconda era zemaniana a Trigoria.

La Roma dei Gervinho e degli Strootman e dei redivivi De Rossi, Florenzi e Pjanic sta facendo sognare la torcida romanista, ma attenzione: sabato arriva il primo vero test con una grande, la sfida del Meazza contro l’Inter. I nerazzurri di Mazzarri a Trieste contro i “nomadi” senza stadio del Cagliari hanno perso una grande occasione per installarsi al secondo posto. Il pareggio è il sintomo di una squadra in una buona fase di ricostruzione ma che ha ancora delle zone d’ombra (peccati di inesperienza vedi gol sbagliato del giovane Belfodil) e il punto del Nereo Rocco non basta per agganciare il Napoli e la Juventus che a quota 16 mirano dritte alla conquista del primato.

Il Napoli a Marassi contro il Genoa ha vinto limpido e in scioltezza, facendo saltare la panchina di Liverani: al suo posto il “tornante” Gasperini chiamato dal giocattolaio e mangiallenatori n.3 (dopo Zamparini e Cellino) Preziosi. La Juventus nel derby di fuoco contro il Torino infila il terzo successo di fila, ma ancora una volta pesano le distrazioni arbitrali (gol di Pogba con Tevez in fuorigioco) a favore dei bianconeri, sempre al centro di roventi polemiche. Fa discutere anche il rigore negato all’Udinese, con Di Natale già pronto alla battuta dal dischetto e l’arbitro Giacomelli che dopo consultazione con il suo assistente decide di revocare la decisione. Il tutto si consuma nel tempo irragionevole di 3 minuti e 20 secondi (record italiano), troppi considerando che con una semplice moviola piazzata a bordo campo - a disposizione dell’inutile quarto uomo-  garantirebbe una decisione certa e trasparente nel giro di qualche secondo. La Figc non ascolta e così gli errori arbitrali piovono come pietre sui nostri campi.

Il Milan in crisi di risultati e anche di gioco contro la Samp ringrazia Birsa e si rimette in corsa, ma i rossoneri di Allegri non sembrano destinati a recitare da protagonisti nella lotta per lo scudetto. La Fiorentina solo se questa sera supera il Parma di Cassano può entrare nel trenino delle grandi che corrono per il tricolore. Intanto si rimette in corsa il Catania che con il Chievo trova il primo successo stagionale. Nel “derby” delle neopromosse-rivelazione tra Verona e Livorno, la spuntano gli scaligeri, ma anche qui grazie a un rigorino generoso e sospetto assegnato per fallo su Toni che per la seconda volta (vedi episodio con il Torino) in quattro giorni si lascia svenire in area di rigore. Fa tutto con le proprie forze invece il Sassuolo che dopo lo spettacolare pareggio con il Napoli al San Paolo deve aver preso le misure alla Serie A e imbriglia anche la Lazio di Petkovic che vanifica un parziale 2-0 al Mapei Stadium.

Nella domenica in cui gli azzurri del volley si devono accontentare dell’ottimo argento europeo contro i colossi della Russia e al traguardo di Firenze, manco a farlo apposta, la maglia di campione del mondo la conquista il portoghese Rui Costa (omonimo del fuoriclasse lusitano che giocò nella Fiorentina) spicca il prepotente successo al Gp di Spagna di Marquez, sempre più re del Motomondiale. Il giovane Marquez ha vinto battendo il campione in carica Lorenzo, ma con un sorpasso al limite della legalità sull’altro connazionale ed eterno secondo (ora diventato terzo incomodo) Dani Pedrosa che cadendo ha rischiato grosso e ora lancia le stesse accuse che ai tempi proferì nei confronti del povero Marco Simoncelli. A Marquez consigliamo di stare un po’ più nelle regole della sicurezza, ma al tempo stesso non possiamo che applaudire il vero erede di Valentino Rossi che a 20 anni è già ad un passo dal suo primo titolo mondiale nella classe regina del motociclismo.

Massimilano Castellani - avvenire.it

Il Mondiale a Rui Costa A Saronni l’iride​


Forse Giuseppe Saronni è ancora più felice dello stesso Rui Costa della vittoria del Mondiale di Firenze. L’ex campione italiano ha azzeccato il classico Superenalotto con una schedina da un euro. Saronni, infatti, è il “padre-padrone” della Lampre Merida, la squadra che appena un mese fa aveva ingaggiato il corridore portoghese per la prossima stagione.

Così la Lampre, che nel 2014 sarà l’unico team italiano nell’élite ciclistica del World Tour, potrà sfoggiare la maglia iridata acquistata a costo di realizzo. Certo, parliamo sempre di una cifra che si aggira intorno al milione di euro – almeno a quanto si vocifera - ma è ben poca cosa se si considera la dote – inattesa, anche se sperata - che porta e, soprattutto, per il fatto che oggi per portarsela a casa ci vorrebbe almeno il doppio.

E proprio per il suo imminente trasloco è difficile immaginare che negli ultimi chilometri del Mondiale il portoghese abbia avuto l’aiuto del compagno di club, anche se non di nazionale, Alejandro Valverde, rimasto incollato alla ruota i Nibali mentre il portoghese andava a rincorrere Joaquin Rodriguez. L’interesse della squadra di appartenenza non è prevalso su quello della nazionale: la Spagna ha perso il Mondiale per l’ingenuità di Valverde, al quale la dinamica della gara aveva messo la maglia iridata su un piatto d’oro. Si rammarica Valverde, che colleziona l’ennesima medaglia fusa con il metallo meno prezioso, e ancora di più si rammarica Rodriguez che ha fatto la corsa perfetta e si è visto sfuggire la vittoria nell’ultimo metro, senza nemmeno la consolazione di vedere tutto il suo lavoro capitalizzato dal connazionale.

Il “drammatico” finale sul lungo viale d’arrivo di Firenze ha ricordato quello sull’interminabile rettilineo di Gap, nel 1972, quando il fuggitivo Franco Bitossi, con le gambe ormai diventate “legnose”, fu riagguantato e sorpassato da Marino Basso un attimo prima della linea bianca.

Rui Costa, il cui nome completo è lungo come un treno merci (Faria da Costa Rui Alberto), ha vinto la maglia iridata facendo tutto da solo. Il Portogallo schierava solo tre corridori, così l’unica possibilità era quella di sfruttare il lavoro altrui. E Rui Costa è bravissimo a cogliere le occasioni che gli si presentano, lo ha sempre dimostrato nelle poche vittorie conquistate, fra le quali 2 Giri di Svizzera e 3 tappe al Tour de France.

La squadra è importante, ma bisogna anche saperla gestire. E non tutti lo sanno fare.

Gli italiani hanno corso bene, almeno negli ultimi giri, perché è davvero incomprensibile l’animosità con la quale si sono assunti l’onere dell’inseguimento di una fuga decollata subito dopo la partenza e destinata a spegnersi da sola, per consunzione. Un inutile lavoro nel quale è stato “bruciato” il giovane Ulissi, uno scattista che sarebbe stato utile nel convulso finale. Giovanni Visconti ha fatto il suo dovere andando in fuga a una cinquantina di chilometri dal traguardo – costringendo le grandi squadre a scoprirsi per inseguire –. E altrettanto ha fatto Michele Scarponi lanciando l’allungo decisivo, con Vincenzo Nibali coperto alle sue spalle. La scelta di tempo è stata perfetta ma il siciliano ha pagato la caduta a una trentina di chilometri dal traguardo e il successivo inseguimento.

Nibali ha preso la medaglia di legno ma è stato grande, ha dimostrato di essere un vero campione. Il ct Paolo Bettini non è riuscito nemmeno nel Mondiale disputato sull’uscio di casa a conquistare il podio, ma stavolta, almeno, può davvero addebitarlo alla sfortuna.

A Firenze ha vinto il suo personale campionato del mondo anche il britannico Brian Cookson (il nuovo presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale) e il titolo durerà ben quattro anni. Così, il ciclismo ha quasi completato la sua metamorfosi e l’inglese è diventata la lingua ufficiale soppiantando il francese. E con la lingua sta cambiando anche la mentalità e la prospettiva di questo sport che continua ad essere fortemente radicato alle sue tradizioni, almeno per quanto riguarda gli appassionati, perché i “politici” guardano ad altre esperienze, ad altri sport di successo, ma non sempre per ottenere la stessa fortuna basta imitarne la forma. Lo sport è anche sostanza. Ognuno ha la sua peculiarità, le sue radici, che non possono essere rimosse senza pensare al rischio di far appassire la pianta. E circoscrivere il ciclismo solo a chi può contare su un budget plurimilionario, per esempio, rischia di selezionare le squadre fino al punto che ne resteranno pochissime. Soprattutto in periodi di vacche magre come quelli che stiamo vivendo. L’esperienza della Formula Uno e della MotoGp dovrebbero fare riflettere.

Il mondo del ciclismo dovrebbe rifletterci nel lungo inverno che lo attende. La stagione si chiude fra un paio di settimane, almeno in Europa. E ci sono ancora gare prestigiose per arricchire la propria bacheca a cominciare dal campione del mondo. Rui Costa sabato compirà 27 anni e il giorno dopo potrà festeggiare il compleanno regalandosi il Giro di Lombardia. Ma di sicuro saranno in molti a volergli rovinare la festa.​​​​​​​

Giuliano Traini - avvenire.it

Mancini nuovo tecnico del Galatasaray: Juve? Bella coincidenza

(LaPresse) - Ora è ufficiale: Roberto Mancini è il nuovo tecnico del Galatasaray. Come riporta il sito ufficiale del club turco, il tecnico di Jesi ha firmato un contratto triennale a partire dalla stagione 2013/14. "La partita con la Juventus sarà una bella coincidenza per me". Così Mancini si è espresso in merito alla sfida con cui esordirà sulla panchina del club turco, che mercoledì giocherà in Champions League in casa della Juventus. "Sono molto felice di arrivare in una grande società come il Galatasaray - ha aggiunto il tecnico italiano, le cui parole sono state pubblicate dal profilo Twitter del club - Ho preso la decisione giusta, sono arrivato in una grande comunità".

Serie A: Roma-Bologna 5-0

Doppietta Gervinho, Florenzi, Benatia, Liajic, capolista a 18 punti

  Non si ferma piu', la Roma di Rudi Garcia. Con un sonante 5-0 al Bologna nel posticipo domenicale della sesta giornata, infila il sesto successo di fila e domina la classifica a punteggio pieno con 18 punti, due avanti a Napoli e Juve e 4 sull'Inter. Per la prima volta i giallorossi hanno segnato nel primo tempo, ben tre gol, con Florenzi (8'), Gervinho (17') e Benatia (26'). Gervinho ha messo a segno la sua prima doppietta italiana, segnando anche al 17' st e Liajic nel finale ha fatto cinquina.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Europei volley: Italia in finale


FOTO SPORTMEDIASET
20:43 - L'Italia sconfigge 3-1 (19-25; 25-22; 25-15; 25-22) la Bulgaria e conquista la finale degli Europei di volley. Al Parken Stadion di Copenaghen la Nazionale di Berruto batte per la terza volta in pochi mesi quella di Placì e conquista la finalissima di domenica (ore 18) contro laRussia. Dopo le vittorie nella finale per il bronzo di Londra e in quella della World League 2013, l'Italia è ancora una volta fatale per la Bulgaria.
Inizia malissimo la partita degli azzurri: la Bulgaria scappa subito e, trascinata dalla vena di Sokolov, chiude sull'8-2 al primo time out tecnico della gara. L'Italia perde nettamente il primo set (25-19), ma in questo Europeo è sempre successo (a parte all'esordio contro la 'cenerentola' Danimarca) che gli azzurri andassero sotto nel primo parziale e poi rispondessero con grandi prestazioni negli altri. Succede anche stavolta: il secondo set viene giocato punto a punto fino al 22-22, poi gli uomini di Berruto salgono di tono a muro, piazzano tre break consecutivi e vincono 25-22, pareggiando i conti.
Nel terzo set la Bulgaria, scossa per aver visto sfuggire di mano una partita sin lì dominata, viene demolita dagli azzurri: Placì decide addirittura di far sedere Sokolov in panchina per prendere fiato e finisce 25-15. Nel quarto set la Bulgaria tiene bene, ma l'Italia è ormai in fiducia e sul 14-14 arriva il break azzurro, con Zaytsev, l'errore di Sokolov e Vettori che ci portano sul 17-14. Da lì gli uomini di Berruto non perdono più il comando, il muro del 19-15 di Beretta fa capire agli avversari che, ancora una volta, contro l'Italia non ce n'è: finisce 25-22 per gli azzurri. Ora, contro i campioni olimpici in carica della Russia, serve l'impresa.
tgcom24

SPORT: Adesso il servizio civile chiama anche gli sportivi


Ci sono due termini che ricorrono costantemente parlando con il presidente Massimo Achini, e questi sono «sfida» e «utopia». La sfida è quella che porta avanti da sei anni alla guida del Csi (Centro sportivo italiano) assieme ai comitati nazionali sparsi da nord a sud in 144 città. Oltre 13mila società sportive e da poco è stato superato il muro-record del milione di tessere associative. «Siamo la prima associazione cattolica per numero di tesserati e grazie a quel milione di persone che si sono legate al Csi ci sentiamo sempre di più degli artigiani dell’educazione che operano attraverso lo sport». L’utopia sta proprio nel portare con lo «spirito artigianale» le tute arancioblù del Csi in tutti i campetti più remoti d’Italia, per poi sconfinare fino a quello che Achini considera il «quarto mondo», Haiti. «Il Csi per la quinta volta è volato a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, e quando si arriva lì la prima domanda che ci si pone è: come sia possibile che nel terzo millennio migliaia di persone possano ancora abitare e sopravvivere in luoghi del genere?». Risposta non c’è. Così come cala il silenzio spaventoso dinanzi alla violenza cieca e dilagante che si consuma in una città come quella haitiana che conta una popolazione inferiore a quella del Csi, 800mila abitanti. Ad Haiti, oltre alla miseria secolare si è aggiunta anche quella del post-terremoto del gennaio 2010 che ha coinvolto 3milioni di persone e causato 225mila morti accertate. Al volontariato che in questi tre anni è giunto da un po’ tutto il mondo, si è aggiunto quello «utopico, ma concreto» del Csi che da Port-au-Prince ha lanciato l’ennesima sfida: il «volontariato sportivo internazionale».

Presidente Achini, spieghiamo di cosa si tratta.
L’idea di base è quella di portare ciclicamente dei nostri giovani a svolgere un periodo di “servizio civile” volontario all’interno dello sport. Da dieci anni il Csi è presente con progetti di cooperazione e solidarietà nelle periferie italiane (l’ultimo: il campo di gioco dell’oratorio napoletano di don Guanella a Scampia) nella Repubblica Centroafricana, in Albania e Camerun, ma l’obiettivo o l’utopia, è riuscire ad arrivare in tutte le periferie del mondo con i nostri volontari.

Cominciamo dalla sfida appena lanciata ad Haiti.
Questa estate, per tre settimane, in collaborazione con la Caritas, Fondazione Francesca Rava, gli Scalabriniani e con il patrocinio del ministero dello Sport, ci siamo presentati a Port-au-Prince con 13 giovani tecnici di calcio e pallavolo del Csi e quattro docenti. Abbiamo donato oltre 60 scatoloni contenenti materiale sportivo (palloni, scarpe, tute, maglie) e organizzato un corso di una settimana - 8 ore al giorno -, per “allenatori oratoriali”.

Risultato finale della “missione sportiva”?
Sono stati formati 100 tecnici di base di calcio e pallavolo e abbiamo coinvolto 140 animatori locali. Ma il risultato più straordinario è stata la “Prima giornata nazionale dello sport di Haiti” che siamo riusciti a promuovere.

Una piccola Olimpiade haitiana?
Molto di più. Oltre 2mila bambini di strada si sono ritrovati allo stadio Silvio Cator per giocare liberamente e sottolineo, senza nessun pericolo, per quasi tutto il giorno. Una festa dalle emozioni intense, commovente. Un’esperienza che ha smosso le coscienze del governo: nell’occasione il ministro dello sport ha annunciato che nel loro disastrato sistema di pubblica istruzione da quest’anno lo sport diventa obbligatorio in tutte le scuole del Paese.

Un’altra sfida vincente a firma Csi.Sì, ma anche la conferma che lo sport moltiplica le potenzialità educative e aggregative. E la riprova l’abbiamo avuta con il torneo disputato nello “stadio che non c’era”.

Siamo passati dall’utopia alla favola?
In effetti solo di favola si può parlare se da una spianata di rifiuti i nostri volontari e i ragazzi dell’inaccessibile bidonville di Cité Soleil – dove le bande armate ci hanno permesso di entrare – si è riusciti ad organizzare un regolare torneo di calcio che per qualche giorno ha spazzato via quella cappa di cupo terrorismo che aleggia sopra le baracche di questi “ultimi” della terra.

Un momento di normalizzazione importante, ma adesso come proseguirà la vostra sfida?
Continuerà ad ottobre con il viaggio in Italia di due dei migliori allenatori haitiani che abbiamo formato e che verranno a fare uno stage nelle nostre società oratoriali. Li accompagnerà la delegazione del premier Michel Martelli che tra l’altro è un appassionato di calcio e ha una sua squadra che a marzo 2014 vorrebbe sfidare una rappresentativa di vecchie glorie della nazionale italiana.

Il presidente del Coni Malagò ha premiato i vostri 13 ragazzi come giovani Ambasciatori dello sport. Ma il “servizio civile sportivo” non potrebbe essere steso ad altri giovani ricchi e famosi come i Balotelli e ai campioni dello sport nazionale?
Intanto dobbiamo solo dire grazie a quei 36 giovani che negli ultimi due anni sono venuti - a spese loro - ad Haiti. Il sogno e l’obiettivo è quello di aprire una vera sezione di servizio civile internazionale attraverso lo sport. Questo farebbe il bene di migliaia di bambini dei Paesi in via di sviluppo e il bene di centinaia di giovani italiani che hanno bisogno di vivere esperienze vere e forti della vita. Da soli non ce la possiamo fare. Perciò, oltre a quello economico, è necessario il supporto ideale e morale di tutto lo sport italiano, dal Coni di Malagò alla Lega Calcio, dall’Assocalciatori all’Assoallenatori. Piccoli e grandi del calcio e della galassia olimpica, tutta, devono credere in questa grande possibilità educativa che viene dal volontariato e dal servizio civile nello sport.

Massimiliano Castellani - avvenire.it