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Vuelta: Horner irreperibile a antidoping


I sospetti attorno alla stupefacente vittoria del 42enne Chris Horner alla Vuelta si addensano sempre più. L'agenzia antidoping spagnola, secondo il quotidiano 'AS' avrebbe cercato di fare un controllo a sorpresa sul corridore questa mattina presto, ma l'americano sembra scomparso. Nella sua camera d'albergo c'era un altro corridore ma non lui. La Radioshack, la sua squadra, non ha saputo spiegare il perché.

Il controllo era stato sollecitato dall'Usada, l'agenzia statunitense antidoping. Con l'intenziione di verificare soprattutto i suoi valori ematici. Quella di Horner sarebbe una violazione del regolamento antidoping riguardo alla reperibilità. Al terzo warning l'atleta può essere squalificato, come se fosse trovato positivo.

Fino alla fine della Vuelta sono gli organizzatori della corsa a essere responsabili per la sistemazione dei ciclisti, ma una volta terminata la gara il compito passa ai team. Horner è stato cercato nell'Hotel Princess di Alcorcon, località nei pressi di Madrid, perché quello era l'indirizzo fornito dalla sua squadra.

avvenire

Sotto il Vesuvio la svolta del campionato

La sensazione diffusa è che la Juventus di Antonio Conte, nonostante perda il comando (dopo oltre 500 giorni non è più la prima della classe) sia ancora la squadra più forte tra le 20 della Serie A, quella più completa e quindi ancora la formazione da battere.  Però a San Siro contro l’Inter in “ricostruzione” di Walter Mazzarri, i bianconeri campioni d’Italia hanno lasciato sul campo un paio di punti preziosi e anche qualche dubbio che noi raccogliamo.

La Juve anche al piccolo trotto dà sempre l’impressione di avere in pugno le partite, ma l’Inter «più compatta e più solida», come vuole il suo capitano convalescente Javier Zanetti, gli ha imposto il pareggio e l’ha persino colpita prima con una sontuosa stoccata di Maurito Icardi pareggiata dalla trovata del solito Vidal. Per ora la classifica parla di un’Inter che se la gioca alla pari con la Juve, 7 punti a testa, e in più il beneficio di poter preparare una gara alla settimana senza lo stress fisico delle Coppe che invece possono condizionare il cammino della Vecchia Signora, oltre che del Milan e del Napoli impegnate in Champions.

E veniamo all’altra sensazione, quella che la rivoluzione di questa stagione 2013-2014 potrebbe essere partita da sotto il Vesuvio e da quel Napoli pirotecnico di Rafa Benitez che infila la tris: dopo aver battuto Bologna e Chievo fa fuori anche l’Atalanta. I partenopei, dopo il primi 270 minuti sono gli unici (in attesa della Roma che stasera gioca a Parma) a viaggiare a punteggio pieno 9 punti e 9 gol fatti contro due subiti. Davanti Benitez sfoggia una coppia d’attacco Higuain-Callejon talmente esplosiva da permettersi un turnover di massa e il lusso di fare rifiatare in panchina la “mente” Hamsik.

La prossima sfida verità del Napoli si gioca domenica prossima a San Siro contro un Milan ancora impacciato, lento quanto Kakà e che contro il Torino nel finale l’ha salvato solo  la disattenzione dell’arbitro Massa (non ha fermato il gioco con Larrondo a terra infortunato) e il conseguente rigore trasformato da Mario Balotelli al 21° centro dal dischetto su 21 calciati (record). Allegri si ritrova una rosa piena di attaccanti e trequartisti, mentre la difesa, l’unico reparto che Galliani doveva rinforzare, fa acqua da tutte le parti come dimostrano le 5 reti in tre partite incassate da Abbiati.

L’unica consolazione del Milan è non aver perso anche a Torino, dopo il debutto choc di Verona. Perde invece la grande occasione di andare in vetta la Fiorentina di un Montella molto seccato dall’arbitraggio del signor De Marco (per l’espulsione di Pizarro e il rigore negato a  Pepito Rossi) e dal gol all’89’ di Pinilla che ha permesso al Cagliari di uscire indenne dal Franchi. All’Olimpico di Roma, la contestazione dei tifosi traditi dalla campagna acquisti al risparmio fatta dal presidente Lotito, non ha scalfito la Lazio di Petkovic che in 45 minuti ha liquidato la pratica Chievo e adesso si concentra sul prossimo derby di domenica contro la Roma del sergente Garcia. Le sorprese di questo avvio di stagione sono le due neopromosse Livorno e Verona che girano a quota 6 punti e sfoggiano due brasiliani di  garanzia assoluta, il livornese Paulinho e lo scaligero Martinho.

L’Udinese non è ancora la macchina brillante delle ultime stagioni e con il Bologna per impattare deve sempre affidarsi alla provvidenziale zampata del vecchio Di Natale che pareggia la geniale punizione del fantastico Alino Diamanti. Il derby della Lanterna promuove il Genoa grintoso e tutto cuore di Liverani e boccia pesantemente la Samp di Delio Rossi che ha un solo punto e poche soluzioni per venire fuori dal pantano della bassa classifica. Nel fondo, ferme ancora a zero punti, sono rimaste in due: il Catania irriconoscibile rispetto alla passata stagione di Maran e il neopromosso Sassuolo che domenica affronta l’Inter e per Di Francesco è già un match salvezza, anche per la propria panchina.

Chiusura con i rombi di tuono del Motomondiale con il Gp di San Marino che conferma re Lorenzo vincente e in piena ripresa. Ennesimo podio tutto spagnolo con Marquez secondo (Pedrosa terzo) che rimane capolista a più 34 dai due esperti hidalgos. Valentino Rossi ormai è abbonato al quarto posto, un quarto scomodo più preoccupato del futuro del fratellino Luca Marini (a Misano ha debuttato in Moto3 ed è caduto alla prima curva) piuttosto che del suo, davanti ha ancora un anno di contratto con la Yamaha.

Massimiliano Castellani - avvenire.it

Roma vola in testa

La Roma vince 3-1 a Parma nel posticipo della terza giornata di serie A e vola in vetta a punteggio pieno insieme con il Napoli. I ducali sono andati in vantaggio al 39' pt con Biabiany, bravo a deviare di testa un cross di Cassani. A inizio ripresa (2') la risposta degli ospiti, con Florenzi e al 25' Totti raddoppia, segnando la sua 19/a rete al Parma e la 228/a nella massima serie. Strootman su rigore al 40' chiude il risultato, lanciando la Roma verso il derby.

Totti, "spirito giusto ma piedi per terra"
- ''E' stata una serata importante. Volevamo vincere a tutti i costi. Era tantissimo tempo che non vincevamo tre partite di seguito''. Cosi' Francesco Totti commenta il 3-1 giallorosso a Parma che porta la squadra in testa alla classifica con il Napoli. ''Con questo mentalita' e questo spirito - dice Totti a Sky - possiamo dire la nostra ma per ora piedi per terra'', dice Totti a Sky aggiungendo che ''questo e' il modo migliore per arrivare al derby. Questo risultato e' una buona medicina e arriviamo a questo appuntamento con lo spirito giusto''. Ultima battuta sul contratto ormai alle battute finali: ''Ho sempre desiderato indossare questa maglia, che e' l'unica che amo e la onorero' fino alla fine''.

Garcia, vincere in rimonta fuori casa è da squadra 
- La vittoria esterna e in rimonta della Roma a Parma ''è la prova che stiamo bene sul piano fisico. Non avevamo iniziato bene la partita ma poi siamo andati meglio. All'intervallo ho detto ai miei giocatori che stare 1-0 in trasferta e' una vittoria''. Cosi' l'allenatore giallorosso Rudi Garcia commenta il 3-1 del Tardini dove - dice - ''ha vinto la squadra, tutta la rosa e non solo gli 11 che hanno giocato, perche' i tre che sono entrati hanno giocato benissimo. Abbiamo segnato tre gol fuori casa ed e' una bellissima cosa''. Questa vittoria, ha aggiunto Garcia, ''e' importante non per la classifica ma per i punti. E' un buon inizio di campionato vedremo piu' avanti, ora c'e' il derby. Oggi la testa dei miei era a completamente a Parma e adesso abbiamo sei giorni per lavorare e preparare il derby, ci sara' occasione per parlarne''. Ultima battuta sul rigore che in tanti (Pjanic, Borriello, Strootman) volevano battere visto che Totti era stato appena sostituito: ''Abbiamo delle regole chiare - le parole di Garcia - se c'e il capitano in campo i rigori li batte il capitano, ma se non c'e' abbiamo una lista decisa: il vice-rigorista e' Kevin''.
Risultati terza giornata di serie A.
Fiorentina-Cagliari 1-1
Inter-Juventus 1-1 (sabato)
Lazio-Chievo 3-0
Livorno-Catania 2-0
Napoli-Atalanta 2-0 (sabato)
Verona-Sassuolo 2-0
Torino-Milan 2-2 (sabato)
Udinese-Bologna 1-1
Sampdoria-Genoa 0-3
Parma-Roma 1-3 (Posticipo del lunedì)
ansa

Serie A 3.a giornata Pagelle: Gazzetta dello Sport

Dopo i fuochi di artificio del sabato in compagnia di Inter-Juventus, Milan (Torino) e Napoli (Atalanta) e in attesa di Parma-Roma che, stasera, chiuderà il programma della terza giornata, diamo un'occhiata ai risultati della domenica. Nel pomeriggio a spiccare è il ritorno al successo della Lazio che, con un netto 3-0, ha avuto la meglio sul Chievo, grazie alle reti di Candreva, Cavanda e Lulic. Secondo successo stagionale anche per le neo-promosse Livorno e Verona.
I toscani hanno piegato le resistenze di un Catania, in piena crisi di gioco e risultati, con la doppietta di Paulinho; stesso risultato dei veneti sul Sassuolo con gol di Martinho e Romulo. Nelle altre gare l'1-1 della Fiorentina con il Cagliari, nell'anticipo delle 12.30 (Borja Valero e Pinilla) e il pari tra Bologna e Udinese (Diamanti e Di Natale). Nel posticipo il derby della Lanterna... Andiamo, dunque, a dare un'occhiata alle pagelle della Gazzetta dello Sport.
FIORENTINA-CAGLIARI - Migliori per la Gazzetta dello Sport: Rossi (6.5) e Nainggolan (6.5). Bene anche: Borja Valero (6.5), Neto, Tomovic, Ambrosini, Pasqual (6); Agazzi, Astori, Pinilla, Ibarbo (6.5), Perico, Rossettini, Cabrera, Conti, Cossu (6). Peggiori in campo: Joaquin (4.5), Roncaglia, Pizarro, Gomez, Yakovenko (5), Rodriguez, Cuadrado, Aquilani (5.5); Sau (5), Murru, Dessena (5.5).
LAZIO-CHIEVO - Migliori per la Gazzetta dello Sport: Candreva (7.5) e Dramè (6.5). Bene anche: Marchetti, Ledesma, Onazi (7), Konko, Cana, Lulic (6.5), Ciani, Cavanda, Ederson (6); Puggioni, Estigarribia, Paloschi (6). Peggiori in campo: Klose (5.5); Cesar, Radovanovic (4), Sardo, Papp, Pellissier, Sestu, Thereau, Acosty (5), Hetemaj, L. Rigoni (5.5).
SAMPDORIA-GENOA - Migliori per la Gazzetta dello Sport: Obiang (6) e Gilardino (7.5). Bene anche: Krsticic (6); Biondini, Lodi, Matuzalem, Antonini (7), Perin, Gamberini, De Maio, Manfredini, Vrsaljko, Calaiò (6.5), Portanova, Cofie, Santana (6). Peggiori in campo: Da Costa, Gastaldello, Costa, De Silvestri, Bjarnason, Sansone, Pozzi, Gabbiadini (5), Palombo, Soriano, Regini, Eder (5.5).
BOLOGNA-UDINESE - Migliori per la Gazzetta dello Sport: Allan (6.5) e Diamanti (6.5). Bene anche: Maicosuel, Muriel, Di Natale (6.5), Kelava, Danilo, Domizzi, Badu (6); Curci (6.5), Garics, Natali, Kone, Perez, Moscardelli, Cristaldo (6). Peggiori in campo: Naldo, Pereyra, Gabriel Silva (5), Bubnjic, Lazzari (5.5); Antonsson, Della Rocca, Bianchi (5), Cech (5.5).
LIVORNO-CATANIA - Migliori per la Gazzetta dello Sport: Paulinho (8) e Leto (6). Bene anche: Bardi (7), Emerson, Schiattarella, Emeghara (6.5), Valentini, Ceccherini, Biagianti, Mbaye, Rinaudo, Greco (6); Alvarez, Barrientos, Bergessio (6). Peggiori in campo: Coda, Luci (5.5); Andujar (4.5), Bellusci, Almiron, Barrientos, Castro (5), Spolli, Biraghi, Monzon, Plasil, Tachtsidis, Maxi Lopez (5.5).
VERONA-SASSUOLO - Migliori per la Gazzetta dello Sport: Romulo (7) e Schelotto (6.5). Bene anche: Rafael, Jorginho, Martinho (6.5), Cacciatore, Moras, Bianchetti, Hallfredsson, Gomez, Donati, Cacia, Jankovic (6); Floro Flores (6.5), Pomini, Terranova, Acerbi, Zaza, Alexe (6). Peggiori in campo: Cacia (5), Agostini (5.5); Gazzola, Magnanelli, Missiroli (5), Kurtic, Farias (5.5).

Motonautica: morto pilota Paolo Zantelli

E' morto, verso sera, nell'ospedale San Raffaele, a Milano, il pilota di motonautica Paolo Zantelli.

Nel pomeriggio è stato vittima di un incidente di gara sull'acqua dell'Idroscalo di Milano. Zantelli era campione italiano di Formula 2. Paolo Zantelli, 48 anni, era di Colorno, paese della provincia di Parma. Assieme al fratello Dino era portacolori della Motonautica parmense.
ANSA

Vuelta, Horner verso il trionfo Nibali deve arrendersi

Il francese Kenny Elissonde (FdJ) ha vinto per distacco la ventesima tappa della Vuelta di Spagna, 142 km con partenza da Aviles e arrivo in salita all'Alto de l'Angliru. Nella penultima frazione Chris Horner (RadioShack), leader della classifica generale, ha tagliato il traguardo in seconda posizione dopo avere staccato Vincenzo Nibali (Astana) nei chilometri finali dell'ultima ascesa. Lo statunitense, che compirà 42 anni fra un mese, ipoteca così la vittoria finale.

Horner ha risposto colpo su colpo ai ripetuti attacchi di Nibali sull'Angliru, poi ha piazzato l'affondo decisivo che ha mandato in crisi il siciliano, giunto insieme ad Alejandro Valverde (Movistar) con un distacco di 28" dalla maglia rossa. In classifica generale Horner ha ora 37" di vantaggio su Nibali quando manca solo l'ultima tappa con arrivo a Madrid. Valverde, staccato di 1'36", ha ipotecato il terzo posto finale.
avvenire.it

L’ultimo uomo resta al palo «È il pallone dei portierini»

Dopo la seconda giornata di campionato, 43 gol segnati (tanti) fanno pensare ad attacchi atomici, ma anche a portieri privi di quei quattro elementi che Jack Robinson nel suo pionieristico “Il calcio e gli uomini che lo hanno fatto” ritiene peculiari, ovvero: «Vista eccellente, capacità di valutare in fretta e bene, coraggio e audacia». Doti che tutte assieme possiedono solo i più grandi tra gli estremi difensori. E uno di questi è stato Ricky Albertosi, saracinesca storica di Fiorentina, Cagliari (dello scudetto) Milan (della stella) e della Nazionale campione d’Europa (Roma 1968) e vicecampione del mondo a Messico ’70.

Albertosi, che sta succedendo a quella che era la migliore scuola di portieri del mondo?
«Succede che i Sarti, i Cudicini, gli Zoff, gli Albertosi e gli Zenga non se ne vedono più... La nostra scuola è in piena crisi. Da tempo sforna per lo più portierini e non portieroni. Al portiere un po’ pazzo si è sostituito il ragioniere tra i pali. Oltre ai limiti di posizione, manca soprattutto il carisma, la capacità di saper parlare e di guidare da dietro per dare sicurezza alla difesa».

Tempo fa proprio ad Avvenire lei disse: tranne Buffon il nulla. Conferma?
«Buffon è l’unico che può giocare e campare di rendita per quello che ha già fatto fino a 40 anni. Però il primo Buffon, quello di Parma intendo, era spericolato, meno bravo tecnicamente ma molto più carismatico. Adesso qualche erroruccio veniale e marchiano lo fa anche lui, ma la difesa della Juventus è talmente forte che lo aiuta a mascherare bene».

Ma scusi, i vice-Buffon in Nazionale, Marchetti e Sirigu, non sono all’altezza del titolare?
«Marchetti è bravo, ma non è partito bene: degli 8 gol subiti dalla Lazio nelle due ultime partirte con la Juve, qualcuno sarà anche colpa sua no? Sirigu al Paris Saint Germain ha fatto due annate ottime, è stato spesso decisivo e credo che Prandelli ogni tanto dovrebbe cominciare a provarlo dal primo minuto».

Gli allenatori della Serie A intanto dal primo minuto schierano 8 portieri stranieri su 20.
«Anche in porta gli stranieri sono diventati tanti e parecchi non sono di qualità. Scelte tecniche ed economiche sbagliate, come la Fiorentina che non ha riscattato Viviano finito all’Arsenal a fare il 12°, per puntare su questo Neto che non è certo una cima. Gli altri, tolto quell’Andujar del Catania che è discreto, neppure si conoscono. È anche vero però che in questo momento il miglior portiere della Serie A è sloveno, Handanovic dell’Inter e prima di lui è stato Julio Cesar».

Insomma tre portieri promossi, quelli della Nazionale, un paio di stranieri e poi ancora il deserto?
«Per fare rifiorire la nostra scuola la ricetta è semplice: dare fiducia ai giovani portieri italiani. I due ragazzini dell’Under 21, Bardi e Perin, vanno fatti giocare con continuità. Anche quando vanno in tilt, devono sentire addosso la fiducia della società».

Però un Perin che incassa 5 gol con la Fiorentina è normale che venga messo in discussione...
«Perin sia l’anno scorso a Pescara che quest’anno al Genoa qualche "saponettata" l’ha fatta, ma agli inizi della carriera tutti abbiamo pagato lo scotto dell’inesperienza. In una finale di Coppa Uefa con la Fiorentina, io presi 3 gol uno peggio dell’altro dall’Atletico Madrid. È reagendo con coraggio e carattere all’errore che si trova la forza per diventare un grande portiere».

Legge non scritta del calcio recita: un grande portiere fa grande la propria squadra. Con De Sanctis e Abbiati, come stanno messe in porta Roma e Milan?
«De Sanctis è molto meglio di quella manica di stranieri anonimi che alla Roma hanno provato e riprovato negli ultimi anni. Abbiati non mi è mai piaciuto, sta sempre lì inchiodato alla linea di porta… La sconfitta del Milan con il Verona ha fatto tornare "fenomeno" Luca Toni, ma se Abbiati prende due gol con l’attaccante che gli salta di testa dentro l’area piccola vuol dire una cosa soltanto, che il portiere è posizionato male».

I tanti errori non possono essere anche il frutto di allenamenti non calibrati?
«Di sicuro l’esasperazione del portiere che deve saper giocare con i piedi ha portato a una minore cura dei fondamentali: la capacità di tuffo, le uscite. Vedo tanti interventi scomposti a mano aperta e di pugno. In generale noto un po’ di insicurezza. L’unica attenuante è rappresentata dai palloni, troppo leggeri, cambiano direzione all’improvviso e sono la causa di certe figuracce».

Anche quella bella figurina del portiere di riserva, il Piloni, l’Alessandrelli, è diventata una "figuraccia" a quanto pare.
«Agli inizi alla Fiorentina ho avuto come vice un Buffon, Lorenzo, che era un signor portiere, così come poi lo sono stati Rigamonti e il giovane Tancredi. Il portiere di riserva è passato erroneamente come l’inutile rincalzo, mentre era, e sarebbe ancora, un ruolo importantissimo, per la crescita di un giovane o per il confronto quotidiano con il titolare più maturo».

Sparito il ruolo del 12°, è scomparso anche il numero 1 sulla maglia del portiere titolare…
«Se sei un portiere, io dico sempre che il n.1 ce lo dovresti avere tatuato nell’anima e non sulle braccia. Quando ormai alla tv vedo questi ragazzoni con la maglia n. 99, 22 o 64, mi viene una tristezza... Poi però penso: quasi quasi domani me li gioco tutti al Lotto».

Massimiliano Castellani - avvenire.it