Sport Land News

Rugby: Italia sfida All Blacks

"Sappiamo di non essere favoriti, ma le partite vanno giocate. E le chance di vincere quando si inizia a giocare ci sono per tutte e due le squadre. Gli All Blacks sono i primi al mondo, noi siamo all'11/o posto, ma sicuramente non regaleremo la partita, faremo del nostro meglio per metterli in difficoltà". Alla vigilia del test match tra Italia e Nuova Zelanda, il capitano azzurro Sergio Parisse promette al pubblico che riempirà l'Olimpico una prova di carattere. "Sappiamo che giocheremo davanti a uno stadio tutto esaurito - ha spiegato - è una grande opportunità ma anche una grande responsabilità. Arriviamo carichi a questo appuntamento, siamo ansiosi di scendere in campo, vogliamo fare una grande partita". "La Nuova Zelanda è il mito del rugby mondiale, è la squadra più forte al mondo - ha aggiunto Parisse - E' un modello da seguire, e noi abbiamo la chance di confrontarci con loro per capire a che livello siamo. Come fronteggeremo l'haka? Rispettandola come si deve, senza fare delle scelte ridicole come sono state fatte in passato da altri allenatori". Il riferimento è alla partita dei Mondiali 2007 a Marsiglia, quando gli azzurri dell'allora ct Berbizier durante la haka si unirono in cerchio voltando le spalle agli All Blacks provocandone la reazione infuriata che si concretizzò con un eloquente 76-14 finale.
ansa

Nettuno d'oro ad Alex Zanardi "Campione di sport e nella vita"

"Sono estremamente onorato e mi sento molto vicino ad una città bellissima come Bologna sempre in prima linea nell’impegno sociale e nella solidarietà”: Alex Zanardi, campione bolognese di Formula 1 e recente vincitore di tre medaglie alle Paralimpiadi di Londra, ha ricevuto questo pomeriggio il ‘Nettuno d’Oro’ conferito dal Comune di Bologna nella sala consiliare di Palazzo d’Accursio. “Alex Zanardi - recita la motivazione del premio - ha dimostrato di essere un grande campione della vita e nello sport e grazie al suo impegno nel sociale ha ridato speranza a molte persone disabili diventandone punto di riferimento”.

Il campione cresciuto a Castel Maggiore ha poi offerto la propria disponibilità all’amministrazione comunale per futuri progetti finalizzati ad avvicinare i ragazzi diversamente abili alla disciplina dell’handbike, “uno sport - ha detto - molto costoso”. “Mi sento estremamente fortunato - ha spiegato Zanardi parlando al microfono del ‘parlamentino’ bolognese - perché la mia è stata una vita avventurosa. Mi auguro di avere davanti altri nuovi affascinanti orizzonti da inseguire con impegno”. Anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha tenuto a dimostrare la propria ammirazione per l’atleta vincitore di due medaglie d’oro e una d’argento ai giochi londinesi.

Riportiamo le parole del sindaco: “Alex Zanardi è un campione nello sport e nella vita”. Sono state queste le parole che ho pronunciato a caldo, appena ho visto Zanardi in televisione con la prima medaglia d'oro al collo, stanco dopo la gara di handbike, ma soddisfatto per il risultato raggiunto. Poi la seconda medaglia d'oro e
quella d'argento. In quel momento mi sono tornate in mente le immagini di quando Alex ha tagliato per primo il traguardo della maratona di New York... e pensare che mi sembrava avesse già compiuto un'impresa con il quarto posto di quattro anni prima. L'esempio che ci dà Alex Zanardi è un esempio positivo per tutti noi, che va al di là dello sport, fatto di tenacia e forza d'animo che dimostra che si può andare oltre i limiti fisici per dimostrare e dimostrarci che nella vita è possibile rialzarsi, sempre. Ci si danno dei limiti, ci vengono imposti, ma questi limiti servono per essere superati.

Alex Zanardi era già un punto di riferimento per migliaia di persone quando correva in Formula 1 e nelle altre categorie, già allora ci teneva incollati al televisore. Ed è stata un'emozione unica quando abbiamo sentito il motore della sua auto rombare ancora, dopo l'incidente. E' tornato al volante ed ha persino sfidato quel maledetto circuito in Germania. Poi la sua nuova vita, da atleta, l'handbike. E' stato in grado di sorprenderci tutti di nuovo. E' diventato un punto di riferimento importante per tutti i giovani e le persone che non si arrendono di fronte ad un handicap, dimostrando come sport e disabilità possano convivere e aiutarsi a vicenda. Qui, a Bologna, sono diverse le discipline sportive praticate da atleti diversamente abili: si va da sport ampiamente diffusi, come nuoto, calcio, basket, equitazione, fino all'hockey, al tennis, tennistavolo, arti marziali, lotta, danza e al tiro con l'arco. Molte di queste discipline sono oggi qui presenti attraverso i loro atleti.

Abbiamo previsto come Comune una serie di interventi per favorire la diffusione dello sport: corsie delle piscine dedicate ai nuotatori diversamente abili, assegnazione diretta alla Federazione italiana nuoto paralimpico di spazi nelle piscine comunali, entrata gratuita nelle piscine comunali di persone diversamente abili che necessitano di riabilitazione in acqua e si trovino in particolari condizioni di reddito. Stiamo inoltre studiando progetti sportivi coordinati dai Quartieri e criteri di priorità nell'assegnazione degli spazi sportivi in occasione di bandi di assegnazione. Progetti da realizzare assieme al comitato provinciale bolognese del CIP (Comitato italiano paralimpico). Uno sforzo che il Cip stesso sta portando avanti con le società federate e i loro staff tecnico medico scientifici, che coprono l'intera gamma della disabilità, in modo da assicurare ai propri associati la totale assistenza in base alle proprie funzioni fisiche.
Le Paralimpiadi di Londra, quella presenza pubblica costante a tutti gli eventi sportivi, ci hanno ulteriormente insegnato molto sul piano della civilità e delle pari opportunità. E' stato un insieme di stimoli che dobbiamo tradurre in scelte per una città accessibile a tutti, una città che aiuta a trasformare le difficoltà in sfide, e le sfide in successi personali e collettivi. Alex, le tue imprese e quelle dei tanti atleti che partecipano alle Paralimpiadi sono mosse da coraggio e passione, gli stessi sentimenti che animano i ragazzi e le persone diversamente abili che ogni giorno attraverso lo sport, e non solo lo sport, affrontano sfide che a prima vista possono apparire difficili, se non impossibili. Solo con spirito e forza di volontà si possono trasformare le avversità in opportunità. Nel corso della tua vita ci hai entusiasmato tante volte, ti chiediamo solo una cosa: continua a farlo per tutti noi".
ilrestodelcarlino

Pellegrini: “Lucas la mia ultima chance Sono pronta a emigrare”

Tra Fede e il nuovo tecnico accordo di 4 anni: «Dopo Londra mi ha ferito che alcuni nell’ambiente abbiano parlato coi giornalisti e non con me»
giorgio viberti
MILANO
ètornata. Dopo la delusione olimpica Federica Pellegrini non lascia, raddoppia. Ieri a Milano, in un meeting organizzato dallo sponsor Nilox (tecnologia al servizio di sport e divertimento), è parsa rinfrancata, vogliosa, ottimista. E sorridente.
Federica, ci sembra rinata. La cura Lucas funziona, allora?
«Forse. Ho di nuovo grandi progetti e tanta fiducia».

Ci spiega la metamorfosi?
«Philippe Lucas per me era l’ultima chance di tornare nell’élite. Per questo, insieme a Filippo (Magnini, il suo fidanzato, ndr), ho deciso di affidarmi di nuovo a lui come prima dei Mondiali di Shanghai (2011, ndr), che per me andarono molto bene».

Ma Lucas allena a Narbonne, a 900 km dalla sua Verona.
«Troveremo un accordo. Spero che Philippe voglia venire con regolarità al Centro federale di Verona, altrimenti andremo noi da lui in Francia».

La Federnuoto italiana tempo fa non sembrava approvare l’arrivo di Lucas in Italia.
«È vero e le dichiarazioni del presidente Barelli non mi erano piaciute, però la sua conferma alla guida della Fin pare aver risolto tante cose. Magia delle elezioni. Butini e Coconi (responsabili tecnici azzurri, ndr) sono venuti a Verona per cercare una soluzione. E adesso la Federazione è disposta a fare un contratto a Lucas».

Allora è tutto risolto?
«No, perché Philippe è legato, credo ancora per un anno, alla società di Narbonne. Aspetto al più presto una sua decisione, ma in ogni caso mi allenerà lui».

Con quali obiettivi?
«Con un progetto di 4 anni, verso i Giochi 2016. In questo Lucas è anche più estremo di me, dice che posso concedermi un anno meno stressante per poi tornare più forte di prima. Ho fiducia».

In che cosa consiste quest’anno “meno stressante”?
«Più lavoro in palestra, allenamenti anche a piedi, di corsa, come non avevo mai fatto. Per questo sono anche dimagrita».

E niente più gare individuali di stile libero, la sua specialità?
«Preparerò solo le staffette e nel frattempo mi dedicherò di più a delfino e dorso, magari tentando anche di qualificarmi in quelle specialità per i Mondiali 2013».

Qualcuno aveva detto che lei cullava l’idea di un figlio...
«Per un bimbo ci sarà tempo. Ora ho in testa Rio e sono disposta a fare qualsiasi cosa, anche passare tre anni a Narbonne».

Beh, non sarà poi l’inferno...
«Ma voi avete mai provato a vivere a Narbonne? Io sì».

Non c’è vita notturna?
«Quella non mi interessa proprio, visto che alle 7,30 si va già in vasca. Verona però...».

Teme di sentirsi sola?

«Il mio è uno sport solitario, ma la gente cara mi è sempre stata vicina, anche dopo la delusione di Londra. E degli altri non mi interessa molto».

C’è una ferita ancora aperta dopo il flop dei Giochi?
«Volevo due ori e invece ho raccolto solo due quinti posti. Non do colpa a nessuno, ma mi ha fatto male che alcune persone dell’ambiente abbiano avuto il coraggio di parlare solo con i giornalisti e non con me. Io sono sempre stata diretta nei miei rapporti personali, a costo magari di passare per str... Altri con me non lo sono stati». 
la stampa.it

Il doping dilaga: follia di massa con pochi freni

Dopo tante parole sul doping in Italia ora arrivano anche i numeri: 371 milioni di dosi (per un costo di circa 425 milioni di euro) assunte da circa 254 mila sportivi, fra i quali 69mila praticanti il body building. Sono le cifre impressionanti, relative al 2011, stimate da “Libera” e presentate ieri insieme al nuovo libro di Sandro Donati (“Lo sport del doping. Chi lo subisce, chi lo combatte”) da don Luigi Ciotti, presidente nazionale dell’associazione, e del generale Cosimo Piccinno, comandante nazionale dei carabinieri del Nas.

Ma le cifre ufficiali si fermano ai 105 milioni di dosi sequestrate dal 2000 a oggi, circa 8 milioni l’anno. Una porzione molto modesta dei farmaci realmente utilizzati che si basa sui risultati dei controlli antidoping, sulle 100 inchieste giudiziarie e sui sequestri di sostanze dopanti, effettuati dai carabinieri del Nas e dalle altre Forze di Polizia.
«Si tratta certamente di una sottostima – spiega una nota di Libera – determinata dal fatto che l’assunzione di molti farmaci non è rilevabile nei controlli anti-doping per cui sfugge a qualsiasi valutazione. E questi casi sono molto più diffusi tra gli atleti di elevato livello che, però, per una serie di ragioni, non traspare dai risultati dei controlli».

È significativo il fatto che a fronte del 4,5% di casi positivi rilevati nello sport amatoriale dai controlli della Commissione anti-doping del ministero della Salute, la percentuale dei casi positivi nei controlli attuati dal Coni sugli atleti di alto livello si attesta intorno allo 0,70%. Senza considerare, sottolinea ancora Libera, «che il Coni ha smesso nel 2007 di pubblicare sul suo sito i risultati dei propri controlli». Le ragioni della “debolezza” di tali controlli sugli atleti di alto livello sono diverse: «La coincidenza controllori-controllati che rappresenta un freno estremamente rilevante; la pressoché totale assenza di controlli a sorpresa, molto più efficaci di quelli programmati nelle gare e quindi prevedibili; la debolezza delle analisi anti-doping che nelle urine non riescono a rintracciare numerose sostanze; l’evidente “buco nero” dei controlli nel calcio e, più in generale, sui professionisti (delle diverse discipline) di elevata valenza economica».

Accuse pesanti rafforzate da Donati che nel libro parla anche di «alterazione dei risultati delle maggiori competizioni, favorito da dirigenti che guardano solo al numero delle vittorie e da una parte della stampa sportiva che preferisce non vedere e non sentire. Pochi sanno, invece, che tutto questo ha fatto scuola e che molti praticanti di livello amatoriale affollano gli ambulatori dei medici dei campioni per farsi prescrivere la “cura” miracolosa che può consentire loro di battere in gara il collega di ufficio». Inoltre, in Italia non si è riusciti a «spezzare la contraddizione tra controllori e controllati, e sono pressoché assenti i controlli a sorpresa: la Wada dovrebbe diventare pubblica e indipendente come tutte le altre agenzie antidoping, compresa quella italiana che, invece, è di casa al Foro Italico».
Il doping è diventato, dunque, un fenomeno «con molti punti di contatto con la droga e sta generando traffici internazionali manovrati dietro le quinte dalle multinazionali farmaceutiche e con gli interessi della criminalità organizzata». Indicativo anche il fatto che dal 2006 al 2009 siano state condannate 683 persone: 253 per accuse generiche di doping e 430 per commercio illegale in sostanze dopanti.
Inevitabile l’amarezza nelle parole di don Luigi Ciotti: «Ti accorgi che dietro molte belle storie di vittorie c’è invece l’umiliazione dello sport. Specchio di un coma etico e di deriva della società in cui domina la cultura della prestazione e del successo».

Giulia Antinori 
avvenire.it

Moto: dall'8 dicembre galleria per 'Sic'

Verra' inaugurata l'8 dicembre, nel Palazzo della Cultura a Coriano (Rimini), la galleria gia' ribattezzata 'La storia del Sic' e nata per conservare gli oggetti che hanno fatto parte della vita di Marco Simoncelli. La sta ultimando il Comune di Coriano, in accordo con la famiglia del pilota scomparso a Sepang il 23 ottobre dello scorso anno.

L'allestimento e' a cura di Aldo Drudi. Nella stessa giornata sara' presentato anche il 'Podio del Sic', opera realizzata dagli amici del centauro.
ansa

Sport in tv: le dirette di oggi, mercoledì 14 novembre 2012

Sky Sport 2 HD
04.30 Basket: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs, NBA (differita ore 14.00 e 21.30 su Sky Sport 2 HD).
RaiSport 1 - Eurosport 1
09.55-10.00 Calcio a 5: Argentina - Brasile. Futsal World Cup 2012 – Quarti di finale.
Rai Sport 1 - Eurosport 1
12.25-12.30 Calcio a 5: Portogallo - Italia. Futsal World Cup 2012 – Quarti di finale.
Eurosport 1
12.30 Calcio a 5: Colombia - Ucraina. Futsal World Cup 2012 – Quarti di finale.
Eurosport 1
14.00 Calcio: Germania - Francia, Nazionale Under 19, amichevole.
SportItalia 1
14.30 Calcio: Lumezzane - Lecce, recupero nona giornata Lega Pro - Prima Divisione A.
Rai Sport 1
14.50 Calcio: Italia - Svizzera, Nazionale Under 20 - Torneo 4 Nazioni, in diretta da Meda.
Rai Sport 2 - Eurosport 2
14.55 - 15.00 Calcio a 5: Spagna - Russia. Futsal World Cup 2012 – Quarti di finale.
SportItalia 1
18.00 Pallavolo: Asseco Resovia RZESZOW - Bre Banca Lannutti CUNEO. CEV 2012-2013.
Eurosport 2
18.00 Basket: Hapoel Gerusalemme (Israele) - CEZ Nymburk (Rep. Ceca). Eurocup, giorno 2, regular season.
SportItalia 2
19.30 Pallavolo: Asystel Carnaghi VILLA CORTESE - Agel PROSTEJOV. CEV 2012-2013.
RaiUno
20.30 Calcio: Italia - Francia, amichevole. In diretta dallo Stadio Tardini di Parma, telecronaca di Bruno Gentili e Stefano Bizzotto.
SportItalia 1
20.30 Calcio: Olanda - Germania, amichevole.
SportItalia 2
21.10 Pallavolo: Generali UNTERHACHING - Lube Banca Marche MACERATA (differita) CEV 2012-2013.
ESPN America
01.00 College Basketball: Wisconsin Badgers at Florida Gators.
03.00 College Football: Toledo Rockets at Northern Illinois Huskies.
outdoorblog.it

Largo alla Giovane Italia. Un'amichevole poco amichevole: al Tardini va in scena Italia-Francia

Le due formazioni tornano ad affrontarsi dopo oltre quattro anni, l'ultima volta fu a Zurigo per gli Europei del 2008, si impose l'Italia di Donadoni per due a zero. Oggi Prandelli cerca nuove soluzioni disegnando un inedito quattro-tre-tre. Il ct azzurro lascia spazio a chi - fino a questo momento - non ha avuto modo di essere al centro del progetto azzurro. È il caso di Sirigu, portiere del Paris Saint Germain di Ancelotti, ma anche di Marco Verratti e Antonio Candreva, protagonisti di un avvio di stagione eccellente. Poi El Shaarawy, unica nota lieta milanista di questi primi mesi. A centrocampo confermati Montolivo e Marchisio: lo juventino ritroverà sulla panchina francese Deschamps che lo fece esordire con la maglia bianconera nell'unico campionato cadetto disputato dalla Juve. In difesa ci saranno ancora una volta Barzagli e Chiellini, con Maggio e Balzaretti sugli esterni. E poi c'è Balotelli, sempre lui, croce e delizia di Mancini che continua a far parlare di sé, più per i comportamenti che per le prodezze. L'ex interista dovrà confermare quanto di buono fatto con la maglia azzurra negli ultimi tempi, dando continuità di rendimento alle sue apparizioni. «Abbiamo cercato di mettere in campo una squadra con una certa logica – afferma il ct in conferenza stampa – ma soprattutto abbiamo scelto di schierare i giocatori nel loro ruolo abituale. El Shaarawy giocherà come nel Milan, Balotelli farà il centravanti, Candreva occuperà la stessa posizione che ricopre nella Lazio. Da loro mi aspetto superiorità numerica e profondità, da Verratti un'ulteriore crescita dal punto di vista personale, dal punto di vista tecnica lo conosciamo tutti». Un turno di riposo per Pirlo e Buffon, il codice etico esclude De Rossi. «La nostra intenzione è quella di cercare di dare sempre più qualità alla nostra formazione - continua il tecnico di Orzinuovi - pur giocando con il tridente, sono convinto che riusciremo a mantenere il giusto equilibrio. La Francia è in crescita, nel giro di poco tempo colmeranno la distanza con le nazionali migliori. È una squadra che si sta rinnovando negli uomini, ma anche negli atteggiamenti». La Francia presenterà un modulo speculare a quello degli azzurri, anche i transalpini giocheranno con il 4-3-3. «Italia e Francia sono due scuole calcistiche che talvolta si avvicinano, e spesso vanno gli opposti – conclude il tecnico italiano – giocheremo a viso aperto, mi aspetto che i miei ragazzi accettino il duello e giochino per vincere fino alla fine». 
iltempo.it