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Serie B: Sassuolo a valanga Novara e Juve Stabia ok. Tutti i gol

Continua in serie B la marcia del Sassuolo capolista, che con un netto 4-0 si sbarazza anche del Varese e centra l'ottava vittoria in nove partite. Di Gazzola al 13' del primo tempo, Terranova (rig.) al 29' della ripresa, Chibsah (37' st) e Catellani (40' st) i gol dei padroni di casa. Il risultato non rende i giusti meriti a un Varese in partita fino all'ora di gioco e sfortunato: due i pali colpiti con Ebagua e Kone, al 4' e al 27', mentre uno ne aveva colpito il neroverde Bokye al 41'.
Risultati delle partite della 9/a giornata del campionato di calcio di serie B.
Cesena-Crotone 0-0
Cittadella-Modena 0-3
Empoli-Ascoli 0-3
Juve Stabia-Bari 2-1 (ieri)
Lanciano-Pro Vercelli 1-1
Novara-Brescia 4-2 (ieri)
Sassuolo-Varese 4-0
Spezia-Ternana 1-1
Verona-Grosseto 2-0
Vicenza-Padova 0-2.
Reggina-Livorno 1-3
Classifica dopo la nona giornata 
Sassuolo      25   9   8   1   0   19   3
Livorno       19   9   6   1   2   20   16
Verona        18   9   5   3   1   15   7
Spezia        14   9   4   2   3   13   10
Ternana       14   9   4   2   3   9    7
Modena (-2)   13   9   4   3   2   15   8
Padova (-2)   13   9   4   3   2   13   9
Varese (-1)   13   9   4   2   3   12   16
Ascoli (-1)   12   9   4   1   4   11   10
Juve Stabia   12   9   3   3   3   13   13
Brescia       12   9   3   3   3   12   12
Bari (-7)     10   9   5   2   2   13   8
Cittadella    10   9   3   1   5   11   15
Novara (-4)    9   9   3   4   2   15   11
Vicenza        9   9   2   3   4   11   13
Lanciano       8   9   1   5   3   7    10
Cesena         8   9   2   2   5   5    15
Pro Vercelli   7   9   2   1   6   9    16
Crotone (-2)   6   9   2   2   5   6    9
Reggina (-3)   5   9   2   2   5   8    13
Empoli (-1)    3   9   0   4   5   8    20
Grosseto (-6)  1   9   1   4   4   9    13

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Ci sono tre bolle del calcio, e ogni tanto una si lega all’altra, formando figure persino buffe. Si aspetta sempre lo scoppio “totale” che non arriva mai


Calcio, tre bolle pronte a scoppiare

Tra allenatori precari, club "derubati" dei giocatori per le Nazionali e scandalo dei passaporti falsificati. Breve bilancio di un calcio in affanno, con tifosi demoralizzati.

15/10/2012
 
Ci sono tre bolle del calcio, e ogni tanto una si lega all’altra, formando figure persino buffe. Si aspetta sempre lo scoppio “totale” che non arriva mai.

Prima bolla quella del campionato:
tira avanti con supremazia juventina, contrasto forte napoletano (la rivalità fra le due squadre anzi le due società sembra anche uno strascico della supercoppa di Pechino, vinta dai bianconeri con gli azzurri partenopei non presenti per polemica alla premiazione: e il presidente del Napoli è stato deferito per questo, insieme con – ancora - Antonio Conte, stavolta per dichiarazioni lesive della giustizia sportiva, il tutto all’insegna della par condicio).

La Juventus in campionato è a quota 45 partite senza sconfitte sotto la gestione di Antonio Conte, 46 tenendo conto di un match con in panchina Del Neri, e mira al record del Milan di 58 (il Napoli l’ha sconfitta, ma in Coppa Italia).Terza forza da scegliere fra Lazio e Inter. Il Milan di Berlusconi che fa economie sembra fuori, la Roma di Zeman che snobba i suoi calciatori totem, Osvaldo ma soprattutto De Rossi,  idem.

Si fanno calcoli teorici ed anche abbastanza idioti sulle ripercussioni eventuali delle fatiche nelle coppe europee, oscillando fra due dogmi: “più si gioca meglio è”, ”giocar troppo fa danni”. E anche: “gli impegni esaltano, ”gli impegni stressano”.
Si riprende dopo le partite gli della Nazionale, il 20, con l’anticipo Juventus-Napoli, addirittura. Intanto gli allenatori saltano e gli stadi sono sempre meno pieni, anzi sempre più vuoti, il che dice che la gente ha capito e patito qualcosa del marcio di Scommessopoli, anche se tanta attività delle procure della giustizia ordinaria si scioglie nel mare della morbidezza, dei compromessi e dei cavilli della giustizia sportiva. Con Conte, nell’”affaire” l’uomo più importante come nome, che prima chiede il patteggiamento cioè confessa un qualche reato, poi dice che lo hanno obbligato gli avvocati e vuole sbianchettamento totale, che non arriva tenendo aperte altre polemiche, altre rivalse.
Seconda bolla quella appunto della Nazionale. Prandelli ha ottenuto di avere a disposizione i giocatori senza che i club facciano tante storie, gli è servito il secondo posto europeo.

Però gli stessi club scoprono che la concentrazione delle partite internazionali premondiali o amichevoli li priva di troppi giocatori insieme: la Juventus addirittura ne ha sedici in giro per il mondo, fra italiani e stranieri, e i suoi nostrani fanno, con Prandelli, allenamenti separati per non smarrire i dettami di Conte.
Il Napoli ha tredici esodati provvisori, con però un maggior numero di rientri dal Sudamerica, quelli con complicazioni di jet lag. Si attendono polemiche e richieste speciali da parte di altri club, anche se assai meno rappresentati in azzurro.
Intanto Prandelli conferma Balotelli, al centesimo appello per sapere se ha deciso cosa farà da grande, esclude Cassano che invece l’Inter esalta (e Buffon sta con Prandelli), convoca i romanisti che Zeman mette da parte.

Chi pensa che tutto questo non porti a screzi, urti, conflitti aperti e no, è un sognatore, o un pazzo. Noi stiamo comunque con Prandelli, anche perché siamo certi che i club sono quasi sempre in malafede e comunque sono nocivi al calcio etico che il citì insiste a praticare, sia pure con qualche accorgimento per non inciampare. Comunque adesso la Nazionale gioca per il Mondiale2014: in Armenia venerdì, a Milano martedì contro la Danimarca. Se riusciamo a entrare nel panico anche per questi due impegni siamo dei poveri pazzi, assai peggio che pazzi poveri.
Terza bolla quella dei passaporti taroccati. Sembra che Fermo, nelle Marche, sia la capitale delle cittadinanze italiane facili concesse specialmente ai calciatori sudamericani, attraverso le iniziative di un funzionario dell’anagrafe comunale, scoperto e denunciato. Calcio, calcetto e basket nel mirino.
Quindici, pare, i calciatori ”fintitaliani”, alcuni di grossi club, alcuni smistati all’estero. Si parla stavolta di carte d’identità della repubblica italiana, quella fondata sul lavoro e sul calcio e sulla corruzione, non di passaporti contraffatti come anni fa (da ricordare eccome l’Inter e il caso di Recoba, scoperto ad un controllo doganale in Polonia). Il capo della polizia, Manganelli, ha detto: “Aspettatevi qualcosa di grosso”.
E qualcuno ha avvertito che ha parlato anche di brutte novità in arrivo relative a Scommettopoli, piaga ancora aperta, con un’ultima raffica di nomi e con epicentro ancora a Bari. Ci sono state sui media reazioni discordi: qui il forte allarme nuovo, legato anche grossi nomi tirati in ballo, lì la tesi non troppo allarmistica che si tratti solo di scorie delle inchieste passate.
Ma il vero problema però sembra essere quello dei tifosi: sono come mitridatizzati, ormai non temono di poter essere avvelenati da nessuna scoperta brutta. E questo è proprio brutto.
Gian Paolo Ormezzano / famigliacristiana.it

Baumgartner, impresa dell'uomo-razzo

Il paracadutista estremo Felix Baumgartner, 43 anni, ha infranto il muro del suono in caduta libera, a 1.342,8 km l'ora, da oltre 39.000 metri. Il primo lancio lo fece a 16 anni.



Oltre la velocità del suono, in caduta libera da 39 chilometri d'altezza. È la nuova impresa del campione di paracadutismo estremo Felix Baumgartner. Indossata una tuta da astronauta, indispensabile per sopravvivere ai confini dello spazio, il recordman austriaco, nato a Salisburgo 43 anni fa, è salito a 39.045 metri, 2.000 in più del previsto, con una capsula appesa a un gigantesco pallone stratosferico. Poi, depressurizzata la navicella, ha aperto il portello e si è lanciato nel cielo del New Mexico. La caduta libera è durata 4 minuti e 20 secondi. Nell'aria estremamente rarefatta della stratosfera Baumgartner ha accelerato rapidamente sino a raggiungere dopo circa 40 secondi i 1.342,8 chilometri l’ora, 1,24 volte la velocità del suono. Poi ha rallentato progressivamente, frenato dall’atmosfera più densa. Infine, ha aperto il paracadute ed è atterrato in mezzo al deserto.  

Con questo grande salto, l'austriaco ha battuto una lunga serie di primati - quota, velocità, tempo di caduta libera (il record del tempo di caduta libera sarà omologato come primato "senza l'impiego di un paracadute stabilizzatore") - stabiliti nel lontano 1960 dal colonnello dell'Usaf Joe Kittinger. Ed è diventato il primo uomo supersonico senza l'ausilio di un aereo o di un razzo. Protetto solo da un sottile scafandro. Ci è riuscito, fra l’altro, il giorno esatto del 65° anniversario del volo con il quale Chuck Yager, ai comandi dell’aerorazzo X-1, superò per primo la velocità del suono. Il record presentava più di un'incognita e numerosi rischi. La rottura del pallone, per esempio: un involucro pieno di elio alto come un palazzo di 20 piani, ma dieci volte più sottile di un sacchetto di plastica. O un guasto alla tuta. O ancora, la perdita di controllo dell'assetto, con un avvitamento così rapido da portare alla perdita di coscienza. Ma se c'era qualcuno capace di affrontare questi pericoli con il massimo della professionalità e del sangue freddo, ebbene, questi era proprio Baumgartner.

Il primo lancio l'austriaco lo fece a 16 anni. Capì subito che lui e il paracadutismo erano una cosa sola. Dopo un po', tuttavia, Felix iniziò a trovare noioso buttarsi dagli aerei in volo. Meglio dedicarsi al “base jumping”, saltando con il paracadute da ponti, viadotti e grattacieli. Una disciplina spettacolare e che non ammette errori. In breve Baumgartner divenne il numero uno. Fra le sue imprese più note, il lancio dalle Petronas Twin Towers a Kuala Lumpur, dal grattacielo Taipei 101, dal viadotto Millau, in Francia, e dalla statua del Cristo del Corcovado, a Rio de Janeiro. Nel 2003, utilizzando una speciale ala in carbonio, riuscì per primo (e sinora unico) ad attraversare in caduta libera il canale della Manica.
Ora Baumgartner è riuscito a diventare supersonico e a battere un primato che durava da più di cinquant'anni. C'è riuscito grazie alle sue capacità e al suo sangue freddo, a otto anni di studi, test, allenamenti. Ed anche grazie a uno sponsor che è il leader mondiale nel campo delle bevande energetiche, un team formato da un centinaio di persone e l'assistenza di un consulente eccezionale: l'84enne Joe Kittinger, l'uomo che nel 1960 si lanciò da un pallone a quota 31mila metri. E che, con grande fair play, lo ha aiutato più di chiunque altro a battere il proprio record.
Giancarlo Riolfo / famigliacristiana.it