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Dopo Balotelli il City prende Milner

(ANSA) - LONDRA, 18 AGO - Dopo Balotelli, James Milner: il Manchester City ha finalmente trovato l'accordo con l'Aston Villa per il centrocampista. Il giocatore e' stato acquistato per 20 milioni di euro piu' il cartellino di Stephen Ireland.

Per Roberto Mancini sono giorni frenetici alla vigilia del debutto in Europa League contro il Timisoara. In Romania domani ci sara' Balotelli, ma di certo non Milner, il cui esordio e' atteso lunedi' sera in campionato contro il Liverpool.

Anelka sulla sospensione "Pagliacci, mi fate ridere"

PARIGI (Fra), 18 agosto 2010 - Una mascherata. Una storia penosa e grottesca. Nicolas Anelka alza la voce contro la Federcalcio francese che lo ha allontanato definitivamente dalla nazionale con 18 partite di sospensione. Per l'attaccante del Chelsea, tutto inutile: "Sono dei pagliacci, mi fanno ridere. Avevo già detto addio ai Bleus".

POLEMICA — Finisce così tra le polemiche il percorso in bleu del ribelle del calcio francese, campione d'Europa nel 2000, 69 presenze, 14 reti, ma incapace di imporsi in una nazionale con cui ha sempre avuto un rapporto di amore-odio. Come quando nel 2002 rifiutò la convocazione e fu castigato con due partite di sospensione. Per Anelka, la commissione disciplinare che ha punito anche Evra (5 turni di stop), Ribery (3) e Toulalan (1) è composta da "pagliacci" che hanno agito solo "per divertire il pubblico".

DISPREZZO — Anche per Laurent Davenas, uno dei membri della commissione di inchiesta che ha deferito i giocatori si tratta di una punizione esagerata: "Tanto valeva radiarlo a vita, almeno così le cose erano chiare, ma forse Anelka ha pagato anche l'atteggiamento sprezzante non presentandosi e non inviando nessun rappresentate". Addirittura contraria l'Unione dei calciatori professionisti: "Punizione sproporzionata e non esemplare, condizionata da pressioni politico-mediatiche. E' strano come lo staff tecnico e i dirigenti, altrettanto responsabili della disfatta mondiale, non siano stati sanzionati".

AuGURIO — Anelka comunque non si scoraggia: "Io gioco ogni week end con la maglia blu del Chelsea e sulla nazionale ci avevo già messo una pietra sopra quando ho lasciato il ritiro sudafricano, ma questo non l'hanno capito. In ogni caso spero che questa storia sia finita perché Laurent Blanc ha bisogno di lavorare serenamente". La Francia potrà contare su Ribery già a ottobre e su Evra a partire da febbraio.
Alessandro Grandesso - gazzetta.it

Valentino Rossi come Mourinho

Anche Valentino Rossi celebra, a suo modo e in anticipo, i 150 anni dell’unità d’Italia. Lasciando la Yamaha e salendo sulla Ducati. Rossi su rossa, un italiano con un’italiana e via dicendo. Al di là del facile marketing, la notizia era attesa e fa piacere. Valentino a 31 anni vuole provare a vincere con la terza delle migliori squadre della formula uno delle due ruote: ci è riuscito con la Honda, poi con la Yamaha e adesso tenta con Ducati. E’ un po’ come Mourinho, l’allenatore della sua Inter, che va via dopo aver vinto tutto e ora tenta di rifarlo in un terzo paese che gli mancava, la Spagna. Come Mourinho, Valentino è uno che lascia orfani e inconsolabili, anche se chi viene dopo è o dimostrerà di essere un grande. Questione di pelle, di emozioni, di cose rare, come entrambi riescono a mettersi dalla parte del torto anche quando hanno ragione. Valentino lo fa essenzialmente per se stesso (e per la Ducati che lo paga bene, ovviamente), dopo aver dimostrato non solo di essere un superpilota, ma un uomo normale che sbaglia: dalla storiaccia di evasione fiscale alla rovinosa caduta del 5 giugno scorso al Mugello.

Ce la farà alla Ducati? Palle, il gran dibattito in rete è esattamente quello di sette anni fa, quando lasciò la Honda per la Yamaha. Diciamo solo una cosa, anzi tre: 1) Valentino, prima ancora che velocissimo in pista, è un grande collaudatore, cioè quel che serve alla Ducati per fare un carpiato sotto il naso dei colossi giapponesi; è la sua vera bandiera, in tempi in cui l’elettronica la si vuole dominante; 2) Valentino non cambia come Michael Schumacher, cioè sostanzialmente per soldi; 3) Valentino è meglio in Ducati che in Ferrari, dove nemmeno Luca Cordero di Montezemolo gli può più ormai tenere caldo il sedile. E dove forse avrebbe dovuto aspettare un altro anniversario dell’unità d’Italia per festeggiare qualcosa.

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