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Mondiali/ Oggi Argentina-Germania, la Spagna insegue la storia

Roma, 2 lug. (Apcom) - Il cerchio si stringe. Ieri la rumorosa eliminazione del Brasile per mano dell'Olanda, oggi l'altro big match di questi mondiali sudafricani. La partità della verita per Germania e Argentina, in campo alle 16 a Città del Capo. Finora l'Argentina non ha mai perso una partita ed è reduce dal 3-1 contro Messico, i tedeschi hanno vinto il loro girone nonostante una sconfitta con la Serbia ma hanno rimesso le cose in chiaro eliminando un altro pezzo forte del torneo, l'Inghilterra, con un rotorno 4-1. Messi, non proprio al top, è l'anima della formazione di Maradona che ha in Higuain il suo terminale offensivo con quattro gol all'attivo. Nel mondiale del 2006 i tedeschi eliminarono l'albiceleste proprio nei quarti ai rigori con tanto di rissa finale. A Berlino l'Argentina cercava la rivincita della finale del campionato del mondo 1990 persa a Roma. "Loro sono impulsivi e capricciosi e non sanno perdere", ha affermato il capitano della Germania Lahm. "I ragazzi stanno pensando a scendere in campo prendersi una rivincita per il 2006", ha detto Maradona, "ma le parole di Lahm non mi preoccupano e non mi interessano". La vincente se le vedrà in semifinale con una tra Paraguay e Spagna che a Johannesburg alle 20.30 daranno vita all'ultimo quarto di finale. Le furie rosse, nella loro storia, non sono mai approdate in una semifinale mondiale. In tutte e quattro le volte che ne hanno avuto l'opportunità, tra il 1934 e il 2002, gli spagnoli hanno sempre mancato l'appuntamento. "Sappiamo di essere in buone condizioni, sono più di trenta giorni che ci alleniamo come squadra e credo che questi giocatori vogliono fare la storia", ha affermato il ct Del Bosque. La Spagna, campione d'Europa, raggiunse le semifinali solo nel 1950 quando al torneo brasiliano parteciparono solo 13 squadre. Nel 2002 gli spagnoli furono condannati dalla Corea del Sud ai rigori, nel 1994 fu Roberto Baggio a rimandarli a casa mentre nel 1986 caddero per mano del Belgio ai rigori e nel 1934 ancora l'Italia. Il titolo iridato non è ancora arrivato. Il Paraguay invece è stata l'unica formazione finora ad arrivare ai rigori, contro il Giappone, ed ha incassato un solo gol.

CALCIO, MONDIALI; KAKA': NOI FUORI PER COLPA DI DETTAGLI

Il brasiliano Kakà analizza la sconfitta del Brasile contro l'Olanda, che ha sancito l'eliminazione dei verdeoro dal Mondiale sudafricano: "Abbiamo perso per i dettagli - dichiara il giocatore del Real Madrid - non è la qualità che è mancata. Abbiamo subito gol su palla inattiva, questo ha consentito all'Olanda di vincere. Le semifinali? Ci arriveranno solo i migliori".
(sport.repubblica)

Mondiali/ Olanda e Uruguay in semifinale, disastro Brasile

Roma, 2 lug. (Apcom) - Ieri a Port Elizabeth la festa è stata tutta arancione mentre il Brasile seppelliva l'era Dunga sotto una coltre di rimpianti. L'Olanda centra il colpaccio in rimonta. I verdeoro chiudo il primo tempo con un gol di vantaggio (Robinho) e la partita in mano. Nella ripresa l'autogol di Felipe Melo (anche se lui nega), che devia in rete una punizione di Sneijder, fa saltare i nervi ai brasiliani e al centrocampista della Juventus che dopo pochi minuti viene espulso. L'interista Snejder al 68' firma il gol che accende gli entisiasmi e porta gli 'orange' per la quarta volta alle semifinali Mondiali: nel 1974 e nel 1978, proprio all'epoca dell'Arancia Meccanica di Johan Cruijff, riuscì poi a conquistare l'accesso alla finalissima, persa in entrambi i casi contro i padroni di casa (1-2 contro la Germania Ovest nel prima caso, 1-3 dopo i tempi supplementari contro l'Argentina nel secondo). L'Olanda di Sneijder e Robben ha inanellato cinque vittorie consecutive, un ruolino di marcia mai verificatori prima. In Brasile intanto sono già partiti i processi contro Dunga, che prima di dire addio alla selecao si è assunto tutte le responsabilità senza rinnegare le sue scelte, e i giocatori (Felipe Melo il più bersagliato). Per l'Olanda ora si apre una strada apparentemente abbordabile per arrivare alla finale. Sneijder oggi lo ha detto che questa squadra può "arrivare fino in fondo" e conquistare quel trofeo che manca in bacheca, ma deve stare attenta alle docce fredde come ha insegnato l'ex favoritissimo Brasile. Martedì a Citta del Capo (20.30) gli olandesi affronteranno il sorprendete Uruguay che centra le semifinali dopo 40 anni di attesa ai calci di rigore. A Johannesburg Muntari sblocca al 47' ma il solito Forlan ristabilisce il pareggio al 55' della ripresa, si va ad oltranza fino al 122' quando Gyan sbaglia il calcio di rigore che avrebbe regalato al Ghana, unica rappresentante africana, la qualificazione (Suarez espulso). Ai rigori il portiere della Lazio Muslera si esalta e il risultato finale di 5-3 racconta di due errori dal dischetto per i ghanesi e di uno per gli uruguyani, prima del rigore decisivo di Abreu.

Mondiali 2010 - Eroica Olanda, il Brasile torna a casa!

Forse Julio Cesar e Maicon non si sono ancora abituati a vedersi insieme, con la stessa maglietta. Sneijder, invece, non si fa tanti scrupoli nel dover bucare il suo compagno di squadra in nerazzurro. Come una futile, puerile, incomprensione difensiva può riaprire e costare una partita. Il problema è quando la partita è un quarto di finale di Coppa del Mondo, e quando sulla maglia hai scritto Brasile. Eppure, era cominciata così bene...
MELO PER ROBINHO, E CHE GOL! - All'Almeria, Felipe Melo giocava trequartista, dietro le punte. In Italia, invece, il suo piede non convinceva più di tanto, e l'hanno arretrato sulla mediana, a fare l'interditore. Ma, ogni tanto, qualche colpo da biliardo ce l'ha ancora, soprattutto se la difesa avversaria si apre in due come una vongola. Il centrocampista bianconero pennella un pallone con il contagiri per innescare il taglio di Robinho fra i due difensori centrali: Heitinga lo perde, Oojier, buttato nella mischia all'ultimo per il forfait di Mathijsen, è da tutt'altra parte, e la punta brasiliana non ha difficoltà a trafiggere un incolpevole Stekelenburg in uscita.
Il Brasile spumeggia, fa possesso palla, detta i ritmi del gioco e, perché no, dietro "picchia", non lesinando gli interventi duri per intimorire le galoppate di Robben sulla destra. L'Olanda non trova i famosi spazi tanto millantati alla vigilia della partita, e la Seleçao spreca almeno tre nitide palle-gol nel primo tempo: al 25' Juan spara sopra la traversa sugli sviluppi di un corner dalla destra, al 31' Stekelenburg sfrutta tutti i suoi 197 centimetri per togliere dall'incrocio una conclusione deliziosa di Kakà, e nel finale dice ancora "no" a Maicon, respingendo una sassata del laterale nerazzurro sul primo palo.
MELO, MA CHE COMBINI? - Il secondo tempo riprende sulla falsariga del primo: l'Olanda, spenta, non riesce a pungere, e il Brasile sembra in grado di amministrare fino al triplice fischio. Poi, al 53', Bastos, già ammonito, compie l'ennesima entrataccia su Robben: il direttore di gara lo grazia, ma sugli sviluppi della stessa punizione, Sneijder scodella con il sinistro a centro-area. Julio Cesar esce con i pugni ma si scontra con Felipe Melo che, involontariamente, spizza di testa mettendo in rete. Ed è l'inizio della rovina.
SNEIJDER SBUCA: 2-1 - Il Brasile accusa, perdendo quella fluidità che aveva caratterizzato la prima metà di gara: l'Olanda, di contro, ritrova quella freschezza fisica e mentale necessaria per affondare sulle fasce, e con Robben e Sneijder completamente rinsaviti, comincia a pungere in contropiede. Il gol arriva in situazione di palla inattiva: corner dalla destra, Kuyt spizza sul primo palo, Sneijder anticipa Felipe Melo e incorna in rete nel deserto.
MELO, SEI DA CROCIFISSIONE - Il Brasile perde la testa. L'ultimo quarto d'ora è nervosismo puro, che si apre con una sciocchezza (per non dir di peggio) marchiata Felipe Melo, che dopo aver messo giù Robben, lo calpesta anche senza un particolare motivo. Rosso. Seleçao in 10. Dunga toglie Luis Fabiano per Nilmar, ma la mossa lascia ampi punti interrogativi. Il gioco si fa frenetico ed estremamente spezzettato: le squadre si allungano e si creano ampi spazi per affondare su entrambe le metacampo. I brasiliani, col cervello fumante, sprecano con Lucio su corner all'82', ma l'Olanda, che può scendere a ripetizione in contropiede, si divora un paio di occasioni per chiudere la partita, prima con Van Persie e poi con Huntelaar, subentrato allo stesso attaccante dell'Arsenal. Si finisce alla "spera-in-Dio", con il Brasile a buttare freneticamente la palla avanti, un brutto modo per attaccare i due metri del troneggiante Stekelenburg. Passa l'Olanda, che attende ora la vincente tra Ghana e Uruguay. E, tutto sommato, quella finale non sembra poi così lontana...
Daniele Fantini / Eurosport

Mondiali 2010 - La stampa attacca un brutto Brasile

La stampa brasiliana, nelle versioni on line dei quotidiani, critica l'eliminazione del Brasile dalla Coppa del Mondo e punta il dito contro il ct Carlos Dunga. "Il tecnico ha lottato per adottare una filosofia diversa da quella del 2006. Ironia della sorte, il risultato è stato lo stesso: sconfitti da una squadra europea e eliminati ai quarti di finale", si legge sul quotidiano "O' Globo".
La "Gazeta Esportiva" titola invece: "Gli 'orange' spremono il Brasile e lo lasciano fuori dalla Coppa del Mondo. Due errori difensivi e poca ispirazione in attacco determinato la fine del sogno di avere un Brasile 6 volte campione del mondo. Dopo un buon primo tempo, la Seleçao è caduta per 2-1 contro l'Olanda con uno Sneijder ispirato".
"Globo Esporte" spiega: "La Seleçao ha offerto una prestazione incerta nel secondo tempo ed è stata sconfitta".
"Folha do Sao Paulo", apre la sua edizione online e sostiene che "La squadra di Dunga ha iniziato bene, è andata in vantaggio e avrebbe potuto segnare più gol. In preda al panico, però, è crollata bruscamente perdendo poi la testa quando Felipe Melo è stato espulso".
"Il Brasile ha subito un corto circuito nella fase finale della partita e ha detto addio al Sudafrica", si legge nell'edizione online del quotidiano "O Estado de Sao Paulo".
SI FESTEGGIA, INVECE, IN ARGENTINA E URUGUAY - Lungo le strade di Buenos Aires la rete del 2-1 di Wesley Sneijder, quella che ha sancito la qualificazione dell'Olanda alla semifinale e soprattutto l'eliminazione del Brasile, nemico di sempre, è stata festeggiata come se a realizzarla fosse stata la Seleccion. Urla e clacson nella capitale argentina, anche se ancora mancavano diversi minuti al termine dell'incontro di Port Elizabeth. Al fischio finale del giapponese Nishimura - racconta "Clarin" - in un bar di Cordoba si è festeggiato come se la sconfitta brasiliana fosse stata una vittoria argentina. Boati e le immancabili vuvuzela anche a Montevideo, alla vigilia dell'altro quarto di finale tra Uruguay e Ghana.
Italpress / Eurosport

Cannavaro ne ha per tutti

E' passata ormai una settimana dalla clamorosa eliminazione dell'Italia nella fase a gironi dei Mondiali e Fabio Cannavaro decide di sfogarsi, senza risparmiare critiche a nessuno, neanche all'ex ct Marcello Lippi per quello che giudica un "sistema sbagliato".

"Nel primo tempo contro la Slovacchia ho visto gente pallida vagare guardando nel vuoto e ho capito che non ne venivamo fuori e nella mia mente pensavo che finire così proprio non volevo. Grandi campioni come Cristiano Ronaldo e Rooney sono a casa, perchè senza squadra non vai da nessuna parte. Solo Maradona ha vinto da solo", spiega l'ormai ex capitano azzurro.

Il difensore campano, che chiuderà la sua gloriosa carriera negli Emirati Arabi, prosegue poi la sua lunga intervista con la Gazzetta dello Sport toccando altri argomenti: "Scudetto? Il cuore dice sempre Napoli ma la ragione afferma Inter che ha l'organico migliore, ha le caratteristiche giuste per far bene in Italia".

"Moviola? C'e' un esempio che tutti conoscono: Zidane espulso a Berlino per un intervento del quarto uomo che vede il replay sul monitor. Basta applicarlo, per evitare continue sospensioni e un uso equilibrato della tecnologia. Dire no alle innovazioni è un esercizio per preservare il potere", prosegue Cannavaro, criticando nemmeno troppo velatamente Blatter.

L'ex difensore della Juve conclude parlando proprio della sua travagliata storia con la maglia bianconera: "Ci eravamo lasciati per degli imprevisti. Pensavo fosse la scelta giusta e invece è andata male tutti".

Mondiali, via ai quarti di finale: oggi Brasile-Olanda e Uruguay-Ghana

ROMA (1° luglio) – Dopo due giorni di riposo venerdì ripartono i Mondiali. In programma Olanda-Brasile e Uruguay-Ghana, che stabiliranno le prime due semifinaliste del torneo. Si comincia alle 16 al Nelson Mandela Bay di Port Elizabeth con la sfida fra gli Orange e i verdeoro. Il ct olandese Bert Van Marwijk ha in mente di schierare tutta la qualità offensiva di cui dispone per cercare l'impresa nei quarti di finale del mondiale. Per la prima volta in questo mondiale si dovrebbero vedere in campo tutti insieme Van der Vaart, Robben, Sneijder e Van Persie che avranno il compito di scardinare la solida ed organizzata difesa brasiliana.

Nonostante gli screzi dopo la sostituzione nel match contro la Slovacchia, Van Marwijk sembra non avere la minima intenzione di privarsi di Van Persie per la partita più importante, nella quale l'Olanda andrà alla ricerca di rivincite per l'esito dei mondiali 1994 e 1998 quando uscì di scena, rispettivamente ai quarti e in semifinale, proprio per mano dei verdeoro.

Il Brasile, invece, dovrebbe scendere in campo con la stessa formazione che ha battuto il Cile nei quarti. Secondo il romanista Juan, il modo migliore di gestire questa sfida sarebbe di «fare il nostro gioco e cercare di segnare per primi, perchè sappiamo che una volta in vantaggio di solito sappiamo controllare bene la partita. L'Olanda è forte, e ci stiamo pensando da quando abbiamo battuto il Cile, fra l'altro con un mio gol. È stato bellissimo, ho realizzato una cosa che sognavo fin da bambino, ovvero segnare, io che faccio il difensore, in un match dei Mondiali».

Alle 20 e30, invece, scenderanno in campo Uruguay e Ghana. La squadra di Tabarez presenterà due cambiamenti nella formazione titolare per i quarti di finale del Mondiale rispetto alla gara vinta con gli Usa: il difensore Mauricio Victorino giocherà al posto dell'infortunato Diego Godìn e Alvaro Fernandez sostituirà a centrocampo Alvaro Pereira. Come è sua abitudine, l'allenatore della nazionale Tabarez ha reso nota la squadra 48 ore prima dell'incontro. Erano 40 anni che la “Seleccion” di Montevideo non otteneva risultati come quelli raggiunti in questo mondiali.

Dall'altra parte troverà un Ghana galvanizzato dal fatto di essere l'ultima compagine africana ancora in corsa. «Vinceremo per l'Africa». È la promessa di Kevin-Prince Boateng. Le «Black Stars» sono la terza squadra del continente africano che arriva ai quarti di finale in un Mondiale. Il Camerun fu eliminato dall'Inghilterra a Italia '90, e il Senegal fu sconfitto dalla Turchia ai quarti del Mondiale di Corea e Giappone 2002.
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