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Sudafrica 2010, non solo Mondiali
"Lippi si è assunto tutte le responsabilità? Piuttosto rinunci al suo stipendio". Lo ha affermato a Latisana nel corso di un convegno sul federalismo fiscale il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli riferendosi alle affermazioni dell'allenatore degli azzurri Marcello Lippi subito dopo la disastrosa partita contro la Slovacchia. Calderoli non è stato tenero neppure con il presidente Abete. "E' lui - ha concluso - il responsabile della scelta di Lippi". Che ne pensi? Di' la tua
Cameron: "Berlusconi tifa Inghilterra"
Secondo quanto ha rivelato il premier britannico David Cameron a Sky News, l'Inghilterra avrebbe conquistato un nuovo tifoso per il prosieguo dei mondiali sudafricani: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Ho detto a Berlusconi quanto fossi dispiaciuto per la nazionale italiana, ma lui ha rivendicato (il ct dell'Inghilterra) Fabio Capello come uno dei suoi", ha detto il premier britannico. "Ora sosterrà l'Inghilterra, abbiamo un tifoso in più", dice Cameron.
Sindaco di Palermo porta sfortuna?
Stoccata al sindaco Diego Cammarata nel blog del sottosegretario Gianfranco Miccichè. Nella rubrica "Punture di zanzara" si legge la battuta: "- ZAN: l'Italia è fuori dal Mondiale... - ZARA: è l'effetto Cammarata... soccu tocca stocca! (rompe tutto quello che tocca)". Il riferimento è alle polemiche per il viaggio in Sud Africa fatto dal sindaco nei giorni scorsi per vedere partite dei mondiali di calcio, mentre in città si vive l'emergenza rifiuti.
Eliminazione Italia "costa" 140 milioni di euro
L'uscita dell'Italia dai Mondiali in SudAfrica "costa" al sistema Paese quasi 140 milioni di Euro. Questa, infatti, è la cifra stimata se la nazionale degli azzurri fosse arrivata fino in finale, in termini di indotto tra pubblici esercizi e shopping sportivo, derivato da chi avrebbe assistito dall'Italia alle partite sui maxischermo allestiti nelle diverse città (oltre 70 milioni di euro) e chi avrebbe visto le partite tra bar, pizzerie e pub (circa 67 milioni di Euro). E' quanto emerge da una stima dell'Ufficio studi della Camera di commercio di Monza-Brianza su dati Isnart, Ciset, Sky, Istat, Makno.
Negli Usa è calcio mania: audience +68%
I MOndiali del Sudafrica hanno definitivamente sdoganato il calcio negli Stati Uniti dove rispetto al 2006 c'è stato un autentico boom di ascolti tv: +68%. Stando ai dati forniti da Nielsen, sono stati 11,1 milioni gli spettatori incollati agli schermi di Abc, Espn e Univision per vedere la squadra americana sfidare Inghilterra (il match più visto), Slovenia e Algeria. Erano stati 6,6 mln per le partite contro Repubblica Ceca, Italia e Ghana nella precedente edizione.
Piovra indovina risultati partite
Sarà la Germania a vincere l'attesa sfida di domenica con l'Inghilterra agli ottavi di finale di Sudafrica 2010. E' il pronostico fatto da una piovra dotata di "straordinarie" capacità divinatorie che, finora, secondo i media tedeschi ha azzeccato tutti i risultati delle partite disputate dai "Panzer" nella fase a gironi. Come riferisce la BBC online, il cefalopode vive in un acquario di Oberhausen, una cittadina ad una trentina di chilometri da Duesseldorf. Si chiama Paul e, ironia del destino, è nato non in Germania ma nel Regno Unito. I suoi verdetti calcistici li emette scegliendo tra due vasi di colore diverso che vengono collocati nella sua vasca con un mollusco dentro per stuzzicare il suo appetito e invogliarlo a muoversi.
tgcom
il disastro azzurro Analisi di un’eliminazione annunciata: esclusioni fatali e scelte sbagliate Ora toccherà a Prandelli ricostruire la Nazionale
ITALIA 2 SLOVACCHIA 3
DI ANDREA SARONNI - avvenire
L a palla del 3-3, a pochi metri dalla porta, malamente ciccata da Simone Pepe al minuto 96. Pochi istanti più tardi, il fischio che sancisce il risultato finale: Slovacchia 3, Italia 2. Italia, campione uscente, che viene eliminata dal Mondiale 2010. Un mucchio di fotogrammi con dentro tutte le componenti del fallimento più grande della lunga e gloriosa storia del calcio nazionale. La più grande, perché in assenza di una Corea vera e propria, ci sono dei numeri, dei fatti che inchiodano: prima volta fuori da un torneo iridato senza mai vincere una partita, eliminazione nel girone di qualificazione dopo 36 anni (ultimo naufragio in tre partite nel 1974), ultimi classificati in un girone che ranking Fifa alla mano - era il più facile del lotto, cinque gol subìti andando sempre in svantaggio.
Sempre sott’acqua alla prima ondata, contro Paraguay, Nuova Zelanda, Slovacchia, sempre incapaci di prendere in mano la gara con decisione, personalità prima dello svantaggio, di raddrizzarla e di farla propria dopo avere incassato il colpo. Un copione letto anche nella disastrosa partita con gli slovacchi, un copione naturale per questa Italia brutta e triste, pessimo mix allestito da Marcello Lippi tra giocatori logori (Cannavaro, Iaquinta, Gattuso, Zambrotta) e “bamboccioni” quali Criscito, Pepe, Marchetti, Montolivo. Un gruppo di gran bravi ragazzi non eccelsi tecnicamente e assolutamente vuoti dal punto di vista della personalità, preda di paure che, dopo il vantaggio realizzato da Vittek grazie a uno scellerato disimpegno di De Rossi davanti alla nostra area (24’), sono evolute in chiaro, aperto terrore di correre, battersi o semplicemente giocare a pallone, disciplina in cui, anche con queste forze, si riteneva essere più bravi degli slovacchi.
La pochezza azzurra è stata esponenzialmente dilatata dalla gestione del match operata da Marcello Lippi, che, incredibilmente, è stato il primo ad andare in tilt di fronte all’ennesimo 0-1. Il ct inverte posizioni, cambia moduli in corsa, si gioca immediatamente due cambi ad inizio ripresa estromettendo il pallidissimo, disastroso Criscito e lo sfiatato Gattuso, messo in campo alla stregua di un poster di un condottiero grande e scomparso. Entrano Maggio, invitato a spingere e basta sulla fascia destra (Zambrotta, comunque tornato ai suoi tristi standard milanisti, emigra a sinistra) e Quagliarella, che va a comporre con Di Natale e Pepe una sorta di tridente alle spalle di Iaquinta, confuso e per nulla incidente nel ruolo di prima punta. L’Italia, insomma, si affida all’Udinese presente e passata per non annegare: una volta i blocchi erano quelli di Juve, Inter, Milan. Ma sono pensieri che lasciano il tempo che trovano di fronte a una reazione, a un tentativo di rimonta timido timido che si spegne in gol sbagliati da Iaquinta e Di Natale, su un ginocchio di Skrtel che a cavallo della linea bianca butta fuori il possibile 1-1 di Quagliarella. E quando su un angolo “di rifiatamento”, la Slovacchia e l’armadio Vittek puniscono l’ennesima, clamorosa sciocchezza della nostra retroguardia con un tocco sottomisura: Chiellini si fa anticipare in maniera grottesca (73’). Peggio si vedrà quando, in pieno assedio azzurro dopo l’1-2 di Di Natale (tocco a porta vuota dopo una percussione di Quagliarella, indubbiamente l’unico a salvare la faccia, 77’), il neo-entrato Kopunek si permetterà di andare a segnare ricevendo direttamente da fallo laterale: un gol che non si vede nemmeno nelle categorie giovanili, ma in quel momento (89’) dentro quelle sbiadite maglie azzurre c’erano solo nervi e cuore, non più occhi, non più teste. Il gol del 2-3 di Quagliarella, pregevolissimo (pallonetto da fuori area, 92’), serve a regalare ulteriori e indesiderati rimpianti e sussulti. Quella sbucciata di Pepe, al 96’, dice che non sempre la banca del calcio è disposta a concedere crediti in nome di un blasone, di una storia grande. Il Sudafrica può fare a meno di noi, da oggi ex-campioni del Mondo.