Sport Land News

Risultati Mondiali 2010: maluccio Italia, bene Olanda e Giappone, delude Eto’o


Sudafrica – I risultati della quarta giornata dei Mondiali di Calcio in Sudafrica, vedono le vittorie di Olanda sulla Danimarca per 2-0 e del Giappone di Honda sul Camerun per 1-0. Mentre l’Italia di Marcello Lippi si è dovuta accontentare di un pareggio 1-1 contro il temuto Paraguay, dopo essere passata pure in svantaggio sugli sviluppi di un calcio di punizione: la prima volta nella storia dei mondiali di calcio che la nostra nazionale subisce un gol da un calcio da fermo.

Protagonista dell’incontro Italia-Paraguay del Gruppo F, è stata sicuramente la pioggia che ha reso la partita molto pesante, senza lasciare esprimere al meglio il talento dei giocatori in campo. Passata in svantaggio al 39’ con gol di testa di Alcaraz sugli sviluppi di un calcio di punizione dubbio, l’Italia sistema le cose con De Rossi a segno al 63’ sul cross di Pepe (il migliore in campo) dal calcio d’angolo. Piovono le critiche dal popolo del web sulla nazionale vista ieri sera in campo: “Italia lenta”, “Italia senza attacco”, “pareggio fortunato dell’Italia”, “Italia inconsistente sulla fascia destra”, “Italia senza idee”, “Italia senza dribbling”.

notiziefresche.it

Mondiali, per i tifosi più preghiere e più sesso

Uno su cinque promette di metter mano al rosario pur di vedere l'Italia campione del mondo, mentre uno su tre assicura che festeggerà le vittorie tra le lenzuola


Come ogni quattro anni la febbre da mondiali contagia i tifosi. Che, presi dall'entusiasmo, promettono di riscoprire una religiosità magari ultimamente un po' sopita e allo stesso tempo un'insolita "virilità", specialmente a vantaggio della partner. Risultato? Tra gli intervistati 1 su 5 promette di pregare ogni giorno per tutta la durata del torneo per propiziare il trionfo dell'Italia in Sudafrica, ma al tempo stesso 3 su 10 sono intenzionati a festeggiare gli eventuali successi della nazionale azzurra facendo sesso sfrenato con le rispettive compagne.
Questi e altri curiosi aspetti emergono da una ricerca sociologica condotta dal bookmaker inglese Stanleybet su un campione di 2.500 scommettitori italiani appassionati di calcio e di età compresa tra i 20 e i 50 anni. Obiettivo? Analizzare i loro comportamenti durante la World Cup 2010, in particolare gli effetti riconducibili all'euforia collettiva per le gesta della compagine di Lippi.
Sorprende innanzitutto che il 22 per cento degli interpellati individui nella preghiera il modo migliore per conciliare l'affermazione degli azzurri in terra africana. Di poco inferiore la percentuale (20 per cento) di quanti, per fare un fioretto, scelgono di privarsi del loro piatto preferito per tutta la durata del torneo. Il 18 per cento si dice pronto ad abolire le sigarette e il 16 per cento è disposto a fare a meno delle vacanze estive.
Decisamente pochi (15 per cento) quelli che si arrischiano a promettere di astenersi dal sesso: un sacrificio troppo grande per il latin lover italico che però, in occasione dei mondiali, esalta la propria religiosità. E a partita conclusa? La prospettiva cambia decisamente a seconda che l'Italia risulti vincente o perdente. Nel primo caso, i festeggiamenti per eccellenza pare proprio che per la maggior parte dei tifosi debbano avvenire sotto le lenzuola. Per il 31 per cento, infatti, il risultato positivo delle partite scatena una vera e propria tempesta ormonale che solo la propria partner è in grado di placare. Decisamente inferiori le preferenze accordate alle altre opzioni: andare in giro in macchina con gli amici (20 per cento), stappare una bottiglia di spumante (18) o addirittura chiudersi in stanza da soli per almeno un'ora per metabolizzare la vittoria (14). Solo il 13 per cento sente l'esigenza di telefonare ad amici, parenti e colleghi per condividere con loro la gioia. Al contrario, in caso di sconfitta degli azzurri, la reazione che accomuna la maggioranza dei tifosi (29 per cento) è quella di isolarsi e non voler sentire nessuno. Ma c'è anche chi preferisce fare una corsa per scaricare lo stress (23) o chi cerca di tenersi impegnato in qualche modo per non pensare (18). Il 16 per cento arriva addirittura al punto di bruciare il proprio portafortuna (maglietta, slip, ecc.), mentre l'11 per cento rifiuta proprio l'eventualità che la nazionale italiana, reduce dal successo del 2006 in Germania, possa perdere. (di Giannino Della Frattina - Il Giornale)

Se i Mondiali sono politica e l'inno di Mameli diventa una spina in seno al governo

E così ora anche i Mondiali sono una questione politica. Un intero partito tifa contro la Nazionale, Radio Padania ha esultato quando il Paraguay ha segnato. Mai amato il calcio, mai seguito mezza partita se non per doveri professionali, ma possibile che in questo Paese nemmeno i Mondiali possano essere guardati in santa pace senza sentirsi subito marchiati come appartenenti ad uno schieramento oppure all'altro? Possibile che si debba seguire il movimento delle labbra dei calciatori per essere pronti ad individuare eventuali errori? Possibile che una tennista pulita, lontana da giochi e poteri come Francesca Schiavone debba andare a Porta a Porta a confondersi con mondi che non le appartengano? Possibile che la politica debba invadere davvero ogni nostra molecola?


E ora arriverà anche un disegno di legge per regolare l’uso dell’inno nazionale nelle manifestazioni pubbliche. Nel prossimo futuro il governo litigherà per decidere se sia il caso di far intervenire banda e grancassa per suonare l’inno di Mameli durante l’inaugurazione di un edificio pubblico o se invece ci si debba limitare a occasioni come il ricordo dei caduti.

Ma la parola d’ordine di ieri era ricucire lo strappo tutto interno al governo sorto quando si era saputo che il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, due giorni fa aveva fatto suonare il «Va pensiero» al posto dell’inno durante l’inaugurazione di una scuola. Infatti il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha annunciato il provvedimento ma ha precisato di non voler togliere valore patriottico e nazionalistico al «Va pensiero» molto amato dai leghisti. E Umberto Bossi, di fronte all’idea di una legge che imponga l’inno nazionale, ha risposto: «La Russa faccia ciò che vuole. Basta che non venga a mettere becco al mio ministero».

«Sono stato accomunato a quelli che hanno creduto che Zaia avesse effettivamente deciso lui di non far suonare inno - ha chiarito La Russa - ma io sono stato l’unico che ha dubitato. Ho fatto bene perchè ho scoperto che è stato suonato. Credo però che una sottovalutazione di questo che è un momento centrale delle cerimonie pubbliche ci sia stato anche in quell’occasione».

Ecco quindi la decisione di presentare «un disegno di legge per disciplinare l’uso obbligatorio in determinate circostanze dell’inno nazionale». Un modo, secondo quanto spiegato dal ministro, per avere «un riferimento normativo come esiste per l’esposizione della bandiera». «Va Pensiero - ha comunque poi osservato il titolare della Difesa è persino più patriottico dell’inno di Mameli e mi fa piacere che la Lega lo abbia scelto». A quel punto il ministro se l’è presa con l’opposizione. «Mi fa anche piacere che a scandalizzarsi sia la sinistra, la stessa che quando io ero un pò più giovane e cantavamo l’inno ci gridava fascisti».

Proprio il deputato del Pd Franco Laratta è il primo firmatario, insieme ad altri parlamentari dello stesso partito, della proposta di legge che prevede l’esecuzione dell’inno d’Italia in tutte le pubbliche manifestazioni, oltre alla lettura quotidiana di un articolo della Costituzione in tutte le scuole. Una proposta che - ha precisato - era pronta da diverse settimane. È solo coincidenza la presentazione nel momento in cui scoppia il caso Zaia, mentre su Facebook ha raccolto centinaia di adesioni. Se i partiti vogliono, può diventare legge in pochi giorni, comunque in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia».

La Russa ha cercato di ricucire lo strappo, insomma, ma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ieri mattina si è presentato a un convegno indossando una cravatta blu con un piccolo tricolore. A chi lo ha notato, il ministro ha spiegato che non è stata una scelta casuale ma un gesto simbolico per far capire da che parte sta in questa polemica di governo sull’inno. Anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, nell’aprire l’assemblea della sua associazione ha chiarito : «Io amo l’inno di Mameli e sono tifosissima della Nazionale».

Il governatore Zaia, dal canto suo, ha precisato ancora una volta come è andata due giorni fa: «Noi non ci siamo occupati dell’organizzazione della manifestazione», ha precisato. E, comunque, ha spiegato che «è il buonsenso che ci deve guidare. Sono andato a centinaia di inaugurazioni e c’è sempre stato l’Inno di Mameli. C’è stato anche a Fanzolo di Vedelago. Evidentemente - ha concluso Zaia - c’è stato qualcuno che ha voluto tentare di fare l’affondo». In qualunque modo sia andata una parte del Pdl si è schierata contro di lui, da Benedetto Della Vedova a Italo Bocchino, finiano di ferro, che ha chiesto l’intervento di Berlusconi su questa vicenda. (di Flavia Amabile - La Stampa)

Mondiali 2010: De Rossi salva l’Italia al debutto in Sud Africa






















Finisce con un pareggio l’esordio azzurro ai mondiali sudafricani. Come anticipato nell’articolo di questo pomeriggio Lippi sceglie una squadra con un modulo 4231 con De Rossi e Montolivo davanti alla difesa, e Pepe Iaquinta e uno spento Marchisio a supporto di Gilardino.

La partita vede partire bene la squadra italiana che sembra avere una buona condizione atletica, con Pepe e Iaquinta che aggrediscono le fasce dove si nota la debolezza della squadra paraguaiana, ma a metà del primo tempo improvvisamente la squadra Sudamerica passa in vantaggio, su un calcio di punizione commesso da Chiellini, la difesa azzurra si fa sorprendere da un incursione del difensore Alcaraz. Il goal sembra innervosire gli azzurri, infatti chiudono il primo tempo con un po’ di nervosismo e senza idee.
Nella ripresa subito una sorpresa al rientro dagli spogliatoi si vede in campo il portiere di riserva italiano Marchetti al posto di Buffon, ma si nota subito che l’Italia ha voglia di ribaltare il risultato, Lippi butta nella mischia l’esterno Camoranesi al posto di uno spento Marchisio per poter attaccare maggiormente sulle fasce e l’intuizione del commissario tecnico si rivela vincente infatti da una combinazione sulla fascia sinistra Pepe Criscito scaturisce il calcio d’angolo che porterà al pareggio di De Rossi.
Nella parte finale forcing azzurro per cercare di centrare la vittoria, ma la difesa paraguaiana si difende molto bene anche se con un po’ di affanno, l’ultima occasione capita sui piedi di Montolivo che calcia da fuori area un tiro molto insidioso deviato in calcio d’angolo dal portiere sudamericano.

In conclusione si può dire che la squadra ha destato un ottima impressione dal punto di vista fisico, cosa molto importante in un torneo molto impegnativo che si gioca tutto in un mese e la variazione fatta tatticamente da Lippi sembra essere la più quadrata, per questa squadra posizionandosi con un 442, dando maggiore equilibrio sia al centrocampo che in difesa, si può dire che il viatico per difendere il titolo mondiale conquistato quattro anni fa a Berlino.

A cura di Max Fasciana - corriereinformazione

Mondiali, ecco la classifica dei marcatori

Classifica marcatori dopo la quarta giornata dei Mondiali di calcio in Sudafrica.

1 rete: Heinze (Argentina); Lee Jung-soo e Park Ji-sung (Corea del Sud); Podolski, Klose, Mueller e Cacau (Germania); Gyan (rigore-Ghana); Gerrard (Inghilterra); Marquez (Messico); Koren (Slovenia); Tshabalala (Sudafrica); Dempsey (Usa); Kuyt (Olanda); Honda (Giappone); Alcaraz (Paraguay); De Rossi (Italia).

1 autorete: Agger (Danimarca).

SEGNA IL PARAGUAY, A RADIO PADANIA FANNO FESTA

Questo mondiale di calcio è destinato a lasciare degli strascichi e non solo per ciò che gli azzurri riusciranno ad ottenere sul campo. Ieri sera, tutto sommato, hanno ottenuto un buon pareggio, anche se contro un avversario modesto, il Paraguay, comunque il più pericoloso del girone. E' finita 1-1 , come tutti sapete. Al gol di Alcaraz, nel primo tempo, ha replicato, nella ripresa, De Rossi.

***********************

Ma, quando il Paraguay è passato in vantaggio con Alcaraz, se in tantissimi ci siamo rimasti male, c'è stato qualcuno che ha festeggiato. Anzi più di uno. A Radio Padania, per esempio, la voce della Lega ( che è pur sempre un partito al governo di Roma ) , hanno urlato di gioia. Il conduttore di una trasmissione dedicata ai mondiali di calcio " Teste di calcio " , Roberto Ortelli , prima ha ringraziato Cannavaro per l'errore commesso e poi ha detto " abbiamo messo il primo tassello nel nostro cammino gufatorio " . E poi ha aperto alle telefonate degli ascoltatori. E ve li raccomando. Tutti contenti. " Io non tifo per quelli lì " e ancora " io tifo solo Padania libera da tutti gli italiani " e ancora " io tifo per il Lumezzane e per il Milan, se vince il Paraguay sono contento " e ancora " io preferisco portare a pascolare il cane " ( adesso anche i cani pascolano ) . E si potrebbe continuare perchè si sono organizzati per tifare contro l 'Italia anche nelle sedi del partito della Lega Nord. D'altronde uno che se intende come l'eurodeputato leghista, Matteo Salvini, ci ricorda che " non c'è nessun articolo della Costituzione che obbliga a tifare per qualcuno ".

**************************

Questa volta credo che tutti noi si possa essere d'accordo con quanto dichiarato , nella conferenza stampa dopo la partita, dal CT della Nazionale , Marcello Lippi che ha affermato " Non me ne frega niente di quello che dicono a Radio Padania " . (terniinrete.it)

NO AD UN MONDIALE CHE ESCLUDE POVERI E DISSIDENTI. APPELLO DI MISSIONARI CONTRO LE NUOVE APARTHEID

35653. ROMA-ADISTA. “Siamo associazioni, movimenti di base, singoli cittadini. Tutti noi abbiamo a cuore la storia del Sudafrica, la grande lotta del movimento di liberazione che in esso si è sviluppato negli scorsi decenni e il destino delle popolazioni oppresse che di quelle lotte sono state protagoniste. Riteniamo centrale nella costruzione del nuovo Sudafrica la promozione dei diritti e del ruolo sociale e politico dei poveri”. Così recita l’incipit dell’ “Appello alle autorità sudafricane: giustizia e diritti a partire dai poveri nel Sudafrica dei Mondiali”, lanciato l’8 giugno scorso, a 3 giorni dall’avvio dei Mondiali di calcio 2010, da un gruppo di missionari comboniani e dal portale carta.org. L’appello – che si concluderà il 20 giugno prossimo con la consegna all’ambasciatrice sudafricana in Italia, Thenjiwe Mtintso, delle adesioni raccolte all’e-mail carta@carta.org – vede, tra i primi firmatari, alcuni missionari comboniani (Alex Zanotelli da Napoli, Filippo Mondini e Antonio Bonato da Castel Volturno), e il direttore di Carta Pierluigi Sullo.

I promotori si dicono “preoccupati” per il trattamento discriminatorio subito dai sudafricani delle township e dagli ambulanti. In occasione dei mondiali, si legge infatti nell’appello, “gli abitanti delle baraccopoli vengono forzatamente sfrattati e fatti vivere in transit camps, mentre ai venditori di strada è stato proibito di vendere la propria merce durante tutta la durata della Coppa del mondo”. Un mondiale per soli ricchi, denunciano i firmatari, dal momento che “ai poveri non è stato concesso di partecipare alla costruzione di un percorso comune che portasse verso la Coppa del mondo. Al contrario la Coppa del mondo è divenuta l'occasione per ristrutturare le città secondo criteri che favoriscono solo le élite. I poveri vengono spinti fuori, lontani dagli occhi dei turisti e dei giornalisti. Peraltro, le misure di sicurezza adottate in occasione dei Mondiali limitano fortemente il diritto dei cittadini a esprimere democraticamente il dissenso rispetto a questo stato di cose”.

Nell’esprimere piena solidarietà al movimento di base Abahlali baseMjondolo (organismo nato dai baraccati di Durban nel 2005 e impegnato nella lotta per la “democrazia reale, diretta e partecipata”, per “il riscatto dei più poveri, per il diritto alla terra, alla casa, ai servizi di base e a un'esistenza dignitosa”), l’appello denuncia le “azioni di repressione” e “gli attacchi violenti” subiti dal movimento stesso e condanna “il ruolo ambiguo svolto dalla polizia locale e dai dirigenti locali dell'African National Congress (Anc)”.

Il 31 maggio, alcuni membri di Abahlali baseMjondolo, presenti in Italia per lanciare la campagna “Mondiali al contrario” (v. Adista n. 44/10), hanno chiesto all’ambasciatrice Thenjiwe Mtintso di farsi “portavoce delle richieste del movimento presso il governo sudafricano”. Tra le istanze avanzate, l’abolizione dei transit camps; il ripristino della libertà, per i poveri, di vivere in città; il rilascio di alcuni dissidenti di Abahlali, detenuti ma “non ancora informati, dopo 9 mesi, sulle motivazioni della loro incarcerazione”; e infine l’impegno delle Autorità sudafricane nazionali e locali “a garantire il pluralismo politico, il diritto di associazione e di espressione del dissenso”, anche nelle “città interessate dalle manifestazioni sportive della Coppa del Mondo”. (giampaolo petrucci)