Sport Land News: giugno 2010

Mondiali, Blatter si scusa per gli errori arbitrali e apre alla tecnologia

Anche il conservatore Joseph Blatter sembra poter cedere all’introduzione di maggior tecnologia in campo. Il grande capo della Fifa dopo i clamorosi errori arbitrali che hanno condizionato Germania-Inghilterra (con un gol regolarissimo non visto) e Argentina-Messico (con la prima rete di Tevez in netto fuorigioco), chiede scusa alle squadre danneggiate.

Mondiali, Blatter si scusa per gli errori arbitrali e apre alla tecnologia

Dopo le scuse, il numero uno del calcio mondiale ha poi aperto alla tecnologia in campo: «Con un sistema assolutamente accurato e non complicato sarei favorevole, ma gli attuali sistemi, con tutto il rispetto per le aziende che li hanno ideati, non danno queste garanzie».

In particolare Blatter poi fa riferimento proprio all’episodio forse più clamoroso, quello di Germania- Inghilterra. La palla calciata da Lampard sbatte sulla parte bassa della traversa e tocca il suolo dopo aver superato la linea di porta di almeno un metro. Gli inglesi e i loro tifosi esultano, ma l’arbitro non vede la palla entrare e dice che il gioco può continuare.



Il presidente della Fifa prende ad esempio proprio questo caso, per spiegare la necessità di introdurre la moviola in campo per verificare se la palla ha varcato interamente la linea o meno.

Dunque finalmente un’apertura da parte dei vertici del calcio mondiale. Ormai tutti gli sport più importanti hanno adottato “l’instant replay” per verificare le situazioni poco chiare che inevitabilmente si creano durante una partita.

Nel basket per esempio, la moviola viene utilizzata per i canestri segnati all’ultimo secondo, mente nel rugby viene usato per verificare una meta sospetta.

Davide Antonicelli - barimia

"Che delusione Italia e Francia"

Attualmente fermo per un problema al tendine d'Achille ma pronto a rientrare in pista l'8 luglio a Losanna nel meeting valido per la Diamond League, Usain Bolt fa sapere, tramite una nota diffusa dalla Iaaf, che, dopo essere stato a Boston per assistere a gara-5 delle finali Nba ("un sacco di gente sa che sono un grande appassionato di basket e calcio"), ora sta seguendo con molto interesse i Mondiali di Sudafrica 2010. "Faccio il tifo per l'Argentina - dice il giamaicano primatista mondiale dei 100 e 200 e campione olimpico e mondiale - e mi sembra che finora sia stata la squadra che ha giocato meglio. A livello individuale non c'è stato un calciatore che abbia catturato particolarmente la mia attenzione, ma credo che in questa fase ad eliminazione diretta ne vedremo delle belle".

Bolt è rimasto colpito in negativo, dall'eliminazione dell'Italia campione del mondo in carica. "La sua uscita al termine della prima fase è stata un autentico choc - dice il giamaicano, che con gli azzurri condivide lo sponsor tecnico -: non mi sarei mai aspettato che uscisse così presto, e lo stesso vale per la Francia".

La Nazionale sconfitta, specchio di un Paese che perde ovunque

di Roberto Carnerotutti

Gli Azzurri sconfitti ai Mondiali di calcio sono l’icona di un Paese perdente anche in molti altri settori». Così Nadia Urbinati, docente di Scienze Politiche alla Columbia University di New York, che continua: «Purtroppo non è soltanto il campionato di calcio quello in cui l’Italia oggi soccombe. Sono molte le “coppe del mondo” che stiamo vedendo sfumare: dall’economia alla cultura, non siamo messi affatto bene». La sconfitta della nazionale rientra dunque in un corso degli eventi che da qualche anno a questa parte – guarda caso da quando al governo c’è Lui – ha preso una piega decisamente negativa. Certo, c’è Silvio Berlusconi con il suo uso personalistico della politica, ma c’è anche un Paese profondamente diviso, una «squadra Italia» poco coesa al suo interno e poco incisiva nei confronti dell’esterno. Ne parliamo con Nadia Urbinati perché sta preparando un saggio sull’individualismo nella società moderna (che uscirà a fine anno da Laterza) e perché il suo ultimo libro, “Lo scettro senza il re” (Donzelli 2009), affrontava proprio il tema della partecipazione popolare nelle democrazie rappresentative e dell’azione indiretta dei cittadini (a livello di controllo e di stimolo) sull’azione della classe politica. Professoressa Urbinati, dunque di che cosa è sintomo la sconfitta della nazionale? «Di un’Italia che non sa scommettere sui propri talenti, su quelli più creativi e originali. Si lasciano a casa Cassano e Balotelli, perché hanno personalità, diciamo così, meno convenzionali, e si punta sul già noto, su ciò che ha funzionato in passato, ma non è detto che funzioni per il futuro. Come i fatti hanno dimostrato». L’Italia di oggi le appare così? «Purtroppo sì. Appare in questi termini soprattutto a chi la osservi dall’esterno. Un Paese fermo, immobile, timoroso. Il dinamismo berlusconiano è solo la maschera di un conservatorismo spinto. L’Italia sembra sempre più una nazione autoreferenziale. Lo vedo in queste settimane in cui mi trovo in Italia guardando i tg e leggendo i giornali: molte beghe politiche, molto gossip, pochissimo interesse per ciò che succede fuori dal nostro Paese, ma con cui dobbiamo inevitabilmente confrontarci se non vogliamo rimanere indietro». Quanto conta la fortuna (o, se vogliamo, il suo contrario) nel risultato di una squadra, che sia di calcio o di governo? Glielo chiedo perché Berlusconi non sembra essere stato molto fortunato. Tra catastrofi naturali, politiche ed economiche, a livello nazionale e planetario, da quando è al governo il Cavaliere ne sono capitate di tutti i colori... «Machiavelli nel “Principe” sosteneva che il successo dell’azione politica dipende per una metà dalla “virtù”, cioè dalle doti, dalle capacità di chi governa, e per l’altra metà dalla fortuna, cioè dal caso. Ma non è che quest’ultima componente sia qualcosa di assolutamente imponderabile: Machiavelli dice infatti che attraverso la “virtù” la “fortuna” può essere domata e indirizzata. La dote dote principale di chi governa consiste nel comprendere quali sono i problemi più urgenti, le sfide più importanti, le priorità da affrontare nell’azione politica. La politica italiana non sembra capace di cogliere le cose importanti. E così si rischia di perdere i treni che passano». A cosa si riferisce in particolare? «Faccio un solo esempio. Uno Stato che in un momento storico come questo taglia drasticamente i fondi a scuola, università e istituzioni culturali, dimostra di non aver capito nulla su come si possa uscire da un momento di crisi. Perché così facendo rinuncia al suo futuro. Tagliare in questi settori così strategici come la ricerca e l’istruzione significa tarpare le ali all’intelligenza e alla creatività, puntare su un Paese non di creatori, ma di semplici consumatori, favorire la docilità e il conformismo, più che l’originalità, il genio, il talento. Perché queste sono cose che si sviluppano là dove è accolto e valorizzato lo spirito critico. Ma questo, di segno del tutto opposto, è forse proprio il progetto consapevole di chi sta oggi al governo in Italia: gente che pensa soltanto ai propri interessi personali e non al bene della nazione che ha avuto il mandato di amministrare nel miglior modo possibile. Cosa che sfido chiunque ad affermare che stia avvenendo. Oltre al malgoverno, però, c’è anche qualcos’altro, a mio avviso è ancora più grave». Cioè? «Il totale disprezzo delle regole, comprese quelle fissate dalla Costituzione. Domina l’idea che ogni limite si possa aggirare, che tutto si possa comprare. Così si fa ministro un signore per evitargli un processo: vedi Aldo Brancher. Ma, per tornare ai mondiali, anche una battuta come quella di Bossi, per cui l’Italia si sarebbe comprata la vittoria contro la Slovacchia, è sintomatica e anche dannosa». In che senso? «È sintomatica di quella mentalità diffusa di cui parlavo, cioè dell’idea che con i soldi si possa sistemare tutto. Ed è dannosa perché rimanda all’immagine di un’Italia corrotta, in cui domina l’illegalità. Dico dannosa perché rafforza una percezione negativa del nostro Paese, che ha oggettivamente alcuni problemi di criminalità organizzata, presso i possibili investitori esteri: i quali così rimangono perplessi e sempre più riluttanti a portare i capitali dell’industria in uno Stato che non offre le minime garanzie». Ma a Bossi forse fa gioco veicolare proprio questa immagine negativa dell’Italia, visto che lui si riconosce nella fantomatica Padania... «Trovo che questa sia una cosa davvero ridicola, soprattutto quando sento parlare Bossi e altri esponenti della Lega Nord di secessione. È ridicolo che una formazione politica fomenti sentimenti di odio all’interno di una nazione. Soprattutto uno come Bossi: che coerenza ha un uomo che grida “Roma ladrona” e poi siede a Palazzo Chigi? Nessuno gli fa notare l’insensatezza, l’intrinseca contraddizione di un simile comportamento?».

unita.it

Ratzinger: calcio, paradiso in terra

il caso

Il binomio «panem et circenses» non spiega il fascino del gioco. Esso spopola perché unisce un’eco della liberazione dell’uomo dal tempo a regole ferree e intenti comuni.

In epoca di Mondiali, la sorprendente analisi del futuro Pontefice
«No all’industria del gioco, il campo insegni la disciplina»

DI GIACOMO SAMEK LODOVICI - avvenire

I l testo che qui pubblichiamo, scritto dall’allora cardinal Ratzinger, può risultare sorprendente per chi non ne conosca l’autore, in particolare i suoi detrattori. Infatti, oltre ad essere un testo antropologicamente profondo, contribuisce a far luce sulla sua personalità, perché mostra che Benedetto XVI non è un arcigno moralista o un intellettuale snob che disprezza le manifestazioni sportive, soprattutto se interessano le masse.

L’attuale Papa è tutt’altro che un uomo duro ed inflessibile, piuttosto è una persona mite e affettuosa, come palesò la sua commozione quando celebrò il funerale del suo predecessore, o come è risultato evidente in vari momenti del pontificato, per esempio nell’incontro con alcuni senza tetto o con alcune vittime degli abusi di alcuni preti. Nel contempo egli è saldo nel difendere strenuamente la dignità umana e la fede dei semplici.

Questo testo sui mondiali di calcio spiega le ragioni del fascino che essi esercitano. Lungi da moralismi (spiegare l’interesse per questa manifestazione riducendolo alla logica del

panem et circenses o solo con l’efficacia del marketing commerciale), Ratzinger svolge un’analisi della natura del gioco, e del calcio in particolare, che – spiega – tocca qualcosa di radicalmente umano. Infatti, nel calcio avviene una felice sintesi tra la libertà (che trascende le necessità della vita quotidiana ed asseconda una nostalgia per un Paradiso perduto, anticipando la dimensione di quello futuro) e le regole dell’interazione, una sintesi dove la libertà è possibile grazie alle regole (e perciò educa alla vita).

Il tema del gioco è molto affascinante ed ha suscitato l’attenzione di numerosi autori.

Esso è un’attività libera (un gioco svolto per costrizione diventa altro, per esempio un lavoro), esercitata in vista dell’interruzione della fatica del corpo, del riposo dello spirito, della sua distrazione e del suo divertimento, che inoltre esprime la creatività della persona, nonché la sua capacità di distaccarsi dalle attività pragmatiche per compiere un agire «autotelico», cioè fine a se stessa, dato che non rinvia ad uno scopo di utilità, interesse o bisogno materiale.

Risponde semmai a bisogni estetici – in quanto il gioco crea qualcosa di nuovo e di personale, di ben costruito, è una modalità dell’attività artistica–- ed al desiderio dello spirito. Quest’ultimo, infatti, anela sia all’autorealizzazione del sé, e nel gioco si cerca di dare appunto il meglio di se stessi in quella sfera, sia ad una dimensione dell’esistenza, di cui il gioco è anticipazione, in cui la regola non è più minimamente in antitesi con la spontaneità: perciò il bambino – nella cui vita la dimensione del gioco è costitutiva – è insieme origine dell’esistenza umana e figura di Tempi Nuovi, ultraterreni.

In effetti, se si trasgrediscono le regole, il mondo del gioco crolla, perciò 'il giocatore che si sottrae alle regole è un guastafeste» (come ha sottolineato Johan Huizinga, uno storico che ha investigato acutamente il fenomeno ludico nel suo Homo ludens). Egli guasta la malìa di un modo d’essere che è festa, pur essendovi delle regole, e che è prefigurazione della Festa.

Ma è un guastafeste anche chi non prende sul serio il gioco. E questo ci dice che nel gioco c’è non soltanto gioiosità, piacere e leggerezza, ma anche la serietà (che è diversa dalla seriosità), così palese nell’impegno che in esso riversano i bambini, ed allude alla serietà-gioiosa della beatitudine eterna.

Quest’ultima è superamento di tutto ciò che è pesante, doloroso e oppressivo nel quotidiano, è il raggiungimento del proprio compimento, la questione più importante dell’uomo.

la riflessione

«Lo sport è evasione dalla serietà schiavizzante del quotidiano per la serietà del bello»

DI JOSEPH RATZINGER

R egolarmente ogni quattro anni il campionato mondiale di calcio si di­mostra un evento che affascina cen­tinaia di milioni di persone. Nessun altro av­venimento sulla terra può avere un effetto altrettanto vasto, il che dimostra che questa manifestazione sportiva tocca un qualche e­lemento primordiale dell’umanità e viene da chiedersi su cosa si fondi tutto questo potere di un gioco. Il pessimista dirà che è come nell’antica Roma. La parola d’ordine della massa era: panem et circenses , pane e circo. Il pane e il gioco sarebbero dunque i contenuti vitali di una società decadente che non ha altri obiettivi più elevati. Ma se anche si accettasse questa spiegazione, es­sa non sarebbe assolutamente sufficiente. Ci si dovrebbe chiedere ancora: in cosa risie­de il fascino di un gioco che assume la stes­sa importanza del pane? Si potrebbe ri­spondere, facendo ancora riferimento alla Roma antica, che la richiesta di pane e gio­co era in realtà l’espressione del desiderio di una vita paradisiaca, di una vita di sazietà senza affanni e di una libertà appagata. Per­ché è questo che s’intende in ultima anali­si con il gioco: un’azione completamente li­bera, senza scopo e senza costrizione, che al tempo stesso impegna e occupa tutte le forze dell’uomo. In questo senso il gioco sa­rebbe una sorta di tentato ritorno al para­diso: l’evasione dalla serietà schiavizzante della vita quotidiana e della necessità di gua­dagnarsi il pane, per vivere la libera serietà di ciò che non è obbligatorio e perciò è bel­lo.

Così il gioco va oltre la vita quotidiana. Ma, soprattutto nel bambino, ha anche il carat­tere di esercitazione alla vita. Simboleggia la vita stessa e la anti­cipa, per così dire, in una maniera libera­mente strutturata. A me sembra che il fa­scino del calcio stia essenzialmente nel fatto che esso colle­ga questi due aspetti in una forma molto convincente. Costringe l’uomo a imporsi u­na disciplina in modo da ottenere con l’al­lenamento, la padronanza di sé; con la pa­dronanza, la superiorità e con la superio­rità, la libertà. Inoltre gli insegna soprattut­to un disciplinato affiatamento: in quanto gioco di squadra costringe all’inserimento del singolo nella squadra. Unisce i giocato­ri con un obiettivo comune; il successo e l’insuccesso di ogni singolo stanno nel suc­cesso e nell’insuccesso del tutto. Inoltre, in­segna una leale rivalità, dove la regola co­mune, cui ci si assoggetta, rimane l’ele­mento che lega e unisce nell’opposizione. Infine, la libertà del gioco, se questo si svol­ge correttamente, annulla la serietà della ri­valità. Assistendovi, gli uomini si identifica­no con il gioco e con i giocatori, e parteci­pano quindi personalmente all’affiatamen­to e alla rivalità, alla serietà e alla libertà: i gio­catori diventano un simbolo della propria vi­ta; il che si ripercuote a sua volta su di loro: essi sanno che gli uomini rappresentano in loro se stessi e si sentono confermati. Natu­ralmente tutto ciò può essere inquinato da uno spirito affaristico che assoggetta tutto alla cupa serietà del denaro, trasforma il gio­co da gioco a industria, e crea un mondo fit­tizio di dimensioni spaventose.

Ma neppure questo mondo fittizio potreb­be esistere senza l’aspetto positivo che è al­la base del gioco: l’esercitazione alla vita e il superamento della vita in direzione del pa­radiso perduto. In entrambi i casi si tratta però di cercare una disciplina della libertà; di esercitare con se stessi l’affiatamento, la rivalità e l’intesa nell’obbedienza alla rego­la. Forse, riflettendo su queste cose, po­tremmo nuovamente imparare dal gioco a vivere, perché in esso è evi dente qualcosa di fondamentale: l’uomo non vive di solo pane, il mondo del pane è solo il preludio della vera umanità, del mondo della libertà. La libertà si nutre però della regola, della di­sciplina, che insegna l’affiatamento e la ri­valità leale, l’indipendenza del successo e­steriore e dell’arbitrio, e diviene appunto, così, veramente libera. Il gioco, una vita. Se andiamo in profondità, il fenomeno di un mondo appassionato di calcio può darci di più che un po’ di divertimento.

Sudafrica 2010, non solo Mondiali

I GIORNI DELLE "BAFANA"

Sudafrica 2010, non solo Mondiali

Tutto quello che succede attorno ai Mondiali di calcio in corso in Sudafrica perchè, come le mogli e le fidanzate insegnano, non esiste solo il calcio. O no?

Calderoli: "Lippi rinunci allo stipendio"
"Lippi si è assunto tutte le responsabilità? Piuttosto rinunci al suo stipendio". Lo ha affermato a Latisana nel corso di un convegno sul federalismo fiscale il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli riferendosi alle affermazioni dell'allenatore degli azzurri Marcello Lippi subito dopo la disastrosa partita contro la Slovacchia. Calderoli non è stato tenero neppure con il presidente Abete. "E' lui - ha concluso - il responsabile della scelta di Lippi". Che ne pensi? Di' la tua

Cameron: "Berlusconi tifa Inghilterra"
Secondo quanto ha rivelato il premier britannico David Cameron a Sky News, l'Inghilterra avrebbe conquistato un nuovo tifoso per il prosieguo dei mondiali sudafricani: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Ho detto a Berlusconi quanto fossi dispiaciuto per la nazionale italiana, ma lui ha rivendicato (il ct dell'Inghilterra) Fabio Capello come uno dei suoi", ha detto il premier britannico. "Ora sosterrà l'Inghilterra, abbiamo un tifoso in più", dice Cameron.

Sindaco di Palermo porta sfortuna?
Stoccata al sindaco Diego Cammarata nel blog del sottosegretario Gianfranco Miccichè. Nella rubrica "Punture di zanzara" si legge la battuta: "- ZAN: l'Italia è fuori dal Mondiale... - ZARA: è l'effetto Cammarata... soccu tocca stocca! (rompe tutto quello che tocca)". Il riferimento è alle polemiche per il viaggio in Sud Africa fatto dal sindaco nei giorni scorsi per vedere partite dei mondiali di calcio, mentre in città si vive l'emergenza rifiuti.

Eliminazione Italia "costa" 140 milioni di euro
L'uscita dell'Italia dai Mondiali in SudAfrica "costa" al sistema Paese quasi 140 milioni di Euro. Questa, infatti, è la cifra stimata se la nazionale degli azzurri fosse arrivata fino in finale, in termini di indotto tra pubblici esercizi e shopping sportivo, derivato da chi avrebbe assistito dall'Italia alle partite sui maxischermo allestiti nelle diverse città (oltre 70 milioni di euro) e chi avrebbe visto le partite tra bar, pizzerie e pub (circa 67 milioni di Euro). E' quanto emerge da una stima dell'Ufficio studi della Camera di commercio di Monza-Brianza su dati Isnart, Ciset, Sky, Istat, Makno.

Negli Usa è calcio mania: audience +68%
I MOndiali del Sudafrica hanno definitivamente sdoganato il calcio negli Stati Uniti dove rispetto al 2006 c'è stato un autentico boom di ascolti tv: +68%. Stando ai dati forniti da Nielsen, sono stati 11,1 milioni gli spettatori incollati agli schermi di Abc, Espn e Univision per vedere la squadra americana sfidare Inghilterra (il match più visto), Slovenia e Algeria. Erano stati 6,6 mln per le partite contro Repubblica Ceca, Italia e Ghana nella precedente edizione.

Piovra indovina risultati partite
Sarà la Germania a vincere l'attesa sfida di domenica con l'Inghilterra agli ottavi di finale di Sudafrica 2010. E' il pronostico fatto da una piovra dotata di "straordinarie" capacità divinatorie che, finora, secondo i media tedeschi ha azzeccato tutti i risultati delle partite disputate dai "Panzer" nella fase a gironi. Come riferisce la BBC online, il cefalopode vive in un acquario di Oberhausen, una cittadina ad una trentina di chilometri da Duesseldorf. Si chiama Paul e, ironia del destino, è nato non in Germania ma nel Regno Unito. I suoi verdetti calcistici li emette scegliendo tra due vasi di colore diverso che vengono collocati nella sua vasca con un mollusco dentro per stuzzicare il suo appetito e invogliarlo a muoversi.

tgcom

il disastro azzurro Analisi di un’eliminazione annunciata: esclusioni fatali e scelte sbagliate Ora toccherà a Prandelli ricostruire la Nazionale

È una sconfitta storica Italia fuori senza alibi

ITALIA 2 SLOVACCHIA 3

DI
ANDREA SARONNI - avvenire

L
a palla del 3-3, a pochi metri dalla porta, ma­lamente ciccata da Simone Pepe al minuto 96. Pochi istanti più tardi, il fischio che sancisce il risultato finale: Slovacchia 3, Italia 2. Italia, cam­pione uscente, che viene eliminata dal Mondiale 2010. Un mucchio di fotogrammi con dentro tutte le componenti del fallimento più grande della lun­ga e gloriosa storia del calcio nazionale. La più gran­de, perché in assenza di una Corea vera e propria, ci sono dei numeri, dei fatti che inchiodano: pri­ma volta fuori da un torneo iridato senza mai vin­cere una partita, eliminazione nel girone di quali­ficazione dopo 36 anni (ultimo naufragio in tre par­tite nel 1974), ultimi classificati in un girone che ­ranking Fifa alla mano - era il più facile del lotto, cinque gol subìti andando sempre in svantaggio.

Sempre sott’acqua alla prima ondata, contro Para­guay, Nuova Zelanda, Slovacchia, sempre incapa­ci di prendere in mano la gara con decisione, per­sonalità prima dello svantaggio, di raddrizzarla e di farla propria dopo avere incassato il colpo. Un co­pione letto anche nella disastrosa partita con gli slovacchi, un copione naturale per questa Italia brutta e triste, pessimo mix allestito da Marcello Lippi tra giocatori logori (Cannavaro, Iaquinta, Gat­tuso, Zambrotta) e “bamboccioni” quali Criscito, Pepe, Marchetti, Montolivo. Un gruppo di gran bra­vi
ragazzi non eccelsi tecnicamente e assoluta­mente vuoti dal punto di vista della personalità, preda di paure che, dopo il vantaggio realizzato da Vittek grazie a uno scellerato disimpegno di De Rossi davanti alla nostra area (24’), sono evolute in chiaro, aperto terrore di correre, battersi o sempli­cemente giocare a pallone, disciplina in cui, anche con queste forze, si riteneva essere più bravi degli slovacchi.

La pochezza azzurra è stata esponenzialmente di­latata
dalla gestione del match operata da Marcel­lo Lippi, che, incredibil­mente, è stato il primo ad andare in tilt di fronte al­l’ennesimo 0-1. Il ct in­verte posizioni, cambia moduli in corsa, si gioca immediatamente due cambi ad inizio ripresa e­stromettendo il pallidissi­mo, disastroso Criscito e lo sfiatato Gattuso, messo in campo alla stregua di un poster di un condottiero grande e scomparso. Entrano Maggio, invitato a spingere e basta sulla fa­scia destra (Zambrotta, comunque tornato ai suoi tristi standard milanisti, emigra a sinistra) e Qua­gliarella, che va a comporre con Di Natale e Pepe una sorta di tridente alle spalle di Iaquinta, confu­so e per nulla incidente nel ruolo di prima punta. L’Italia, insomma, si affida all’Udinese presente e passata per non annegare: una volta i blocchi era­no quelli di Juve, Inter, Milan. Ma sono pensieri che lasciano il tempo che trovano di fronte a una rea­zione, a un tentativo di rimonta timido timido che si spegne in gol sbagliati da Iaquinta e Di Natale, su un ginocchio di Skrtel che a cavallo della linea bian­ca butta fuori il possibile 1-1 di Quagliarella. E quan­do su un angolo “di rifiatamento”, la Slovacchia e l’armadio Vittek puniscono l’ennesima, clamoro­sa sciocchezza della nostra retroguardia con un tocco sottomisura: Chiellini si fa anticipare in ma­niera grottesca (73’). Peggio si vedrà quando, in pieno as­sedio azzurro dopo l’1-2 di Di Natale (tocco a porta vuo­ta dopo una percussione di Quagliarella, indubbiamen­te l’unico a salvare la faccia, 77’), il neo-entrato Kopunek si permetterà di andare a se­gnare ricevendo diretta­mente da fallo laterale: un gol che non si vede nemme­no nelle categorie giovanili, ma in quel momento (89’) dentro quelle sbiadite maglie azzurre c’erano solo nervi e cuore, non più occhi, non più teste. Il gol del 2-3 di Quagliarella, pregevolissimo (pallonetto da fuori area, 92’), serve a regalare ulteriori e inde­siderati rimpianti e sussulti. Quella sbucciata di Pe­pe, al 96’, dice che non sempre la banca del calcio è disposta a concedere crediti in nome di un bla­sone, di una storia grande. Il Sudafrica può fare a meno di noi, da oggi ex-campioni del Mondo.

Inghilterra-Germania, partita blindata

La polizia sudafricana adotterà misure speciali per Inghilterra-Germania, la sfida di domenica valida per gli ottavi di finale. «Disporremo misure straordinarie - dice la portavoce Sally De Beer -Schiereremo le forze necessarie. Se avremo bisogno di risorse extra come elicotteri, le avremo». Al Free State Stadium saranno impiegati anche agenti tedeschi e inglesi all’interno e all’esterno dell’impianto.

MONDIALI, ITALIA-SLOVACCHIA ULTIMO TRENO

L'Italia si affida al tridente per battere la Slovacchia e passare agli ottavi di finale dei Mondiali in Sudafrica. Gilardino o Pazzini: questo l'unico dubbio del ct Marcello Lippi, che a centrocampo ripropone titolare Rino Gattuso.
Dopo il 4-2-3-1 anti Paraguay, il 4-4-2 contro la Nuova Zelanda, Marcello Lippi si affida al 4-3-3 per battere la Slovacchia e passare agli ottavi. Difesa invariata e le novità sono a centrocampo e in attacco. In mezzo Gattuso affiancherà De Rossi e Montolivo. A disposizione c'è anche Pirlo che ha recuperato e potrebbe tornare utile a partita in corso.
La formazione sarà svelata solo pochi minuti prima del match. In avanti vari ballottaggi e dubbi che il ct si porterà dietro, probabilmente fino a poche ore prima della gara. Il vero ballottaggio è Gilardino-Pazzini. La coppia che Prandelli a Firenze non faceva mai giocare insieme. Le altre due maglie dovrebbero andare a Iaquinta (a destra) e Di Natale (a sinistra).
La cosa certa è che Italia-Slovacchia e' una partita da 'dentro o fuori', ma il destino degli azzurri non dipende soltanto dalla squadra di Lippi. Anche il risultato di Paraguay-Nuova Zelanda, infatti, puo' influire sul cammino della nazionale.
A differenza delle altre edizioni del Mondiale, in Sudafrica per decidere chi va avanti tra squadre a pari punti si adotta come primo criterio quello della differenza reti e non piu' quello degli scontri diretti. Il secondo criterio e' il numero di reti fatte e soltanto come terzo criterio c'e' quello degli scontri diretti nel girone. Ovviamente una sconfitta con la Slovacchia significherebbe scivolare all'ultimo posto del girone con 2 punti e rispedirebbe a casa la nostra nazionale.
In caso di vittoria dell'Italia sulla Slovacchia, gli Azzurri andrebbero agli ottavi. Sarebbero primi con 5 punti insieme alla Nuova Zelanda se gli All Whites battessero il Paraguay: a decidere il primato del girone sarebbe la differenza reti. La squadra di Lippi potrebbe chiudere prima con 5 punti anche con pareggio tra Paraguay (5 pt) e Nuova Zelanda (3 pt) ed anche in questo caso decisiva risulterebbe la differenza reti. In caso di vittoria del Paraguay sui neozelandesi, l'Italia dovrebbe accontentarsi del secondo posto del girone.
In caso di pareggio, la situazione si complicherebbe parecchio. Gli Azzurri con 3 punti, uno in piu' della Slovacchia (2 pt), andrebbero comunque agli ottavi solo se il Paraguay (7 pt) battesse la Nuova Zelanda (2 pt). Se, invece, la Nuova Zelanda (5 pt) superasse il Paraguay (4 pt), l'Italia con il suo pari sarebbe fuori con 3 punti.C'è anche la non impossibile eventualità che tutte le partite finiscano in pareggio: a quel punto il Paraguay con 5 punti andrebbe agli ottavi, mentre Italia e Nuova Zelanda sarebbero seconde con 3 punti. Decisiva sarebbe la differenza reti che per ora e' identica tra le due squadre con 2 gol fatti e 2 gol subiti. Identico anche il numero di reti fatte: per cui, in caso di un pareggio con lo stesso punteggio nell'ultima partita, a decidere chi andrebbe agli ottavi tra Italia e Nuova Zelanda sarebbero il lancio della monetina.
cnrmedia

MONDIALI 2010: NAZIONALE. CANNAVARO"DECISIVI ULTIMI 90?NESSUNA VERGOGNA"

JOHANNESBURG (SUDAFRICA) (ITALPRESS) - Italia campione del mondo e a rischio eliminazione nell'ultima partita del girone in programma domani contro la Slovacchia. Un giornalista spagnolo chiede a Fabio Cannavaro se c'e' da vergognarsi..."Nessuna vergogna - replica in spagnolo il capitano azzurro ed ex Real Madrid -. Giochiamo a calcio e sappiamo che puo' succedere, siamo l'Italia, abbiamo vinto 4 Mondiali e la gente ci chiede sempre il massimo, ma ci siamo abituati". Dopo la risposta di Cannavaro, la battuta di Lippi: "hanno subito alzato la cresta", ha detto il ct azzurro riferendosi agli spagnoli. (ITALPRESS).

Mondiali 2010 - Arjen Robben si scalda per l'Italia?

L'Olanda, già qualificata, affronta a Città del Capo il Camerun, già eliminato. Gli Orange vogliono assicurarsi il primo posto e testare le condizioni fisiche del recuperato Robben in vista degli ottavi di finale (e del probabile incrocio con gli Azzurri di Lippi)

L'Olanda si gioca il primo posto nel Gruppo E nell'ultima sfida contro il già eliminato Camerun, un incontro che potrebbe finalmente vedere tra i suoi protagonisti Arjen Robben. Il fuoriclasse del Bayern Monaco ormai si sta allenando con la squadra da una settimana e dovrebbe disputare almeno uno spezzone di gara contro i Leoni Indomabili.
eurosport

"Quando Robben è in piedi si dovrebbe farlo giocare. Non possiamo fare a meno di un calciatore di questo calibro", ha sottolineato l'interista Wesley Sneijder, pur ammettendo che nelle prime due gare anche Van Der Vaart e Kuyt hanno disputato delle buone prestazioni. In prospettiva è l'esterno del Liverpool a rischiare il posto, con il velocissimo Elia che a sua volta si candida per giocare titolare sull'altra fascia.

La certezza del passaggio agli ottavi di finale potrebbe infatti convincere Van Marwijk a mischiare un po' le sue carte, ma il ct orange non esagererà al fine di oliare a dovere i meccanismi offensivi dei suoi che hanno funzionato solo a strappi nelle prime due partite. "Ovviamente sono felice delle vittorie ottenute finora - ha dichiarato l'allenatore olandese - ma possiamo crescere ancora. Nelle qualificazioni abbiamo giocato un calcio più spettacolare e abbiamo segnato molto di più, quindi abbiamo certamente la possibilità di migliorare, anche se qui ai Mondiali è tutto più difficile, soprattutto perché i nostri avversari sono sempre molto organizzati e pensano quasi solamente a difendersi".

Se l'Olanda va alla ricerca del suo proverbiale calcio-spettacolo, il Camerun da parte sua spera di poter salutare il Sudafrica degnamente. Eto'o e compagni hanno deluso profondamente perdendo le prime due partite contro Giappone e Danimarca e meritandosi così un'eliminazione prematura e inaspettata. Il quartier generale dei Leoni Indomabili, inoltre, è stato scosso dalle dichiarazioni di una leggenda del calcio camerunese come Roger Milla, che ha criticato aspramente la squadra definendo i giocatori "indisciplinati, disorganizzati e impreparati". Il ct Le Guen, da parte sua, spera di chiudere questa esperienza con orgoglio: "Dobbiamo mantenere la giusta professionalità fino alla fine. Quello contro l'Olanda non è un match amichevole, ma una gara dei Mondiali e dobbiamo onorare questo impegno per tutti i tifosi".

Mondiali 2010, Inghilterra-Slovenia 1-0 e Don Fabio ce la fa

Nell’ultimo incontro della fase a gironi del Mondiale, l’Inghilterra supera per 1-0 la Slovenia grazie ad una rete di Defoe e riesce ad accedere agli Ottavi di Finale. L’attaccante del Tottenham Jermain Defoe, mandato in campo dal primo minuto al posto di Heskey (fallimentare contro l’Algeria), scaccia così i fantasmi che tormentavano la compagine di Capello, incapace di andare oltre al pareggio nei primi due match contro Stati Uniti e Algeria.

Primo Tempo - Dopo un avvio della partita in sordina, è la compagine di Fabio Capello a passare in vantaggio al 23′ con l’ex punta del West Ham, abile ad anticipare un difensore sloveno su un bel cross di Milner dalla sinistra. Qualche minuto dopo è Lampard a sprecare il pallone del 2-0, mandando alle stelle una uscita di Handanovic sui piedi dell’assistman Milner. Poco dopo è il capitano della Nazionale e del Liverpool Gerrard a provarci, ben imbeccato da Rooney, ma stavolta non è un errore di mira ad impedire all’undici di Don Fabio di pareggiare: è il portiere dell’Udinese a superarsi, bloccando il pallone in due tempi.

Secondo Tempo - Nella ripresa è Defoe, tenuto in linea da Jokic, a mancare la rete del raddoppio. Ad un errore sottoporta degli inglesi, corrisponde un bell’intervento di Handanovic: su un incornata di Terry il portiere della compagine slovena (fino a questo momento qualificata agli ottavi) riesce a salvarsi grazie ad un intervento di istinto. Mancano i legni a negare la gioia del gol alla squadra della Regina, così ci pensa il palo a negare a Rooney la possibilità del primo gol nel corso del Mondiale. Dopodicché l’Inghilterra alza un muro e senza correre eccessivi rischi riporta la prima vittoria al Mondiale, conquistando il passaggio agli ottavi di finale.


SLOVENIA (4-4-2): S. Handanovic; Brecko, Suler, Cesar, Jokic; Birsa, Koren, Radosavljevic, Kirm (34′ st Matavz); Ljubijankic (17′ st Dedic), Novakovic. In panchina: J. Handanovic, Seliga, Ilic, Mavric, Filekovic, Dzinic, Komac, Stevanovic, Krhin,Pecnik. All. Kek.

INGHILTERRA (4-4-2): James; Johnson, Upson, Terry, A. Cole; Milner, Lampard, Barry, Gerrard; Defoe (40′ st Heskey), Rooney (27′ st J. Cole). In panchina: Green, Hart, Dawson, Warnock, Carrick, Lennon, Crouch, Wright-Phillips. All. Capello.

ARBITRO: Stark (Ger)

RETE: 23′ pt Defoe
newnotizie.it

CALCIO, MONDIALI; BBC: CAPELLO LASCIA SE KO CON SLOVENIA

La BBC ne è certa: Fabio Capello si dimetterà da CT della nazionale inglese se l'Inghilterra uscisse già mercoledì dai Mondiali. Nonostante le smentite ufficiali della Football Association, secondo l'emittente britannica 'un uomo onesto come Capello considererebbe seriamente la propria posizione in caso di umiliazione, ma - scrive la BBC citando una fonte vicina al tecnico - "il tecnico non è una persona che scappa quando le cose iniziano ad andare male". Sempre secondo la BBC, la FA sarebbe a conoscenza delle spaccature all'interno dello spogliatoio ma non prenderebbe mai l'inizativa per esonerare il tecnico, per l'importanza dell'ingaggio pattuito e per la difficoltà di trovare un sostituto di alto livello.
sport.repubblica.it

MONDIALI: LIPPI TIENE A RAPPORTO LA SQUADRA

(AGI/ITALPRESS) - Centurion, 21 giu. - E' iniziato alle 11 l'allenamento degli azzurri, rientrati questa notte da Nelspruit dopo il deludente pareggio con la Nuova Zelanda.
Lippi ha tenuto a rapporto la squadra portandola fuori dal terreno di gioco del SouthDowns College e ha parlato ai suoi giocatori disposti a circolo e seduti dietro i cartelloni pubblicitari. Insieme alla squadra anche Gigi Buffon e Andrea Pirlo; i due stanno ascoltando il discorso di Lippi, ma e' da vedere se riprenderanno gli allenamenti insieme al gruppo.

Mondiali/ Abete: Con Slovacchia è spareggio, partita della svolta

Italia-Nuova Zelanda 1-1, presidente Figc: "Speranza c'é ancora"
Roma, 21 giu. (Apcom) - Dopo il pareggio di ieri per 1-1 contro la Nuova Zelanda, il secondo di fila ai Mondiali sudafricani, con lo spettro della clamorosa eliminazione al primo turno della nazionale italiana campione del mondo uscente, il presidente federale Giancarlo Abete non perde la fiducia e in vista della decisiva partita di giovedì prossimo contro la Slovacchia ricorda che gli azzurri "negli spareggi hanno fatto sempre bene" e che quindi quella di Johannesburg dovrà rappresentare "la partita della svolta". Secondo Abete, la squadra di Marcello Lippi è la sola responsabile del suo destino, "la Nuova Zelanda andava battuta", ma non accetta critiche sulle convocazioni, attestandosi sulla stessa linea manifestata ieri dal suo ct. "A casa non abbiamo lasciato fenomeni e questa nazionale può andare avanti", ha detto questa mattina Abete a Radio Anch'io lo Sport. "Bisogna fare di più, ma non abbiamo perso la speranza. La squadra si è impegnata e si è battuta, come ci aspettavamo, e non c'é un problema di condizione fisica". L'attacco però non trova il gol: contro il Paraguay l'1-1 lo ha regalato Daniele De Rossi, che poi ieri si è procurato il rigore poi trasformato da Vincenzo Iaquinta. "E' da parecchio tempo che abbiamo difficoltà ad andare in gol", ha ammesso Abete. "Quando si subisce una rete o non si sblocca la partita, forse subentra un pò d'ansia e non si riesce a dare una dimensione ordinata alla manovra. Servirebbe qualche giocata in più, altrimenti, si rischia di andare in crisi quando si subisce il primo gol". E allora magari serviva qualche giocatore in grado di accendere la luce là davanti? Come Antonio Cassano, Mario Balotelli, Fabrizio Miccoli o anche Francesco Totti? "Cassano - ha replicato Abete - ha giocato gli Europei del 2004 e del 2008, ma le cose non andavano diversamente. Balotelli è giovane ed ha talento, ma gioca nell'Under 21. Non vedo giocatori in grado di fare la differenza a livello internazionale. Si può parlare della singola convocazione di un calciatore, fa parte della dialettica, ma sbagliamo se pensiamo che questo sia il problema. (apcom)

MONDIALI 2010 ITALIA-NUOVA ZELANDA 1-1. PAGELLE AZZURRI. UN PASSO INDIETRO PER TUTTI

21 Giu. - di Antonio Creti - Un passo indietro per tutti. Una squadra che appare involuta nel gioco e con idee confuse, al pari del suo Ct che continua a cambiare modulo e uomini, anche in corsa. Anche contro i Kiwi, Lippi, smonta l'attacco, bocciando sonoramente Gilardino e Pepe, affidandosi a Iaquinta, davvero inconcludente e a Di Natale che come contro il Paraguay non tocca una palla decente. Regge il centrocampo, nell'asse Montolivo-De Rossi, ed è questa l'unica vera certezza, mentre la difesa non merita la sufficienza, stante quel gol galeotto di Smeltz con papera collettiva su calcio piazzato e palla lenta: un gol da scapoli e ammogliati. Bocciatura anche per Marchisio, peggiore in campo. Marchetti sostanzialemente incolpevole sul gol. Zambrotta e Criscito tra i migliori.

PAGELLA

MRCHETTI. 5. Direte ma lui neanche tocca palla? Epper il gol lo becca e lo avrebbe ribeccato se Wood non avesse sbagliato. Insomma, anch elui si dia da fare!

ZAMBROTTA 6. Tra i migliori. Su quella fascia è tornato ragazzino

CANNAVARO 5. Meriterebbe 4. Un gol cos ma come si fa a prenderlo? Poi si riscatta con una prova tutta cuore.

CHIELLINI 5. Come per Cannavaro. Ma anche lui si distingue per una prova a tutto campo, spesso in attacco.

CRISCITO 6. Una delle migliori novità azzurre di questi Mondiali. Corre. Si danna. Sempre lucido.

PEPE 5. Nel primo tempo è tra i più attivi. Corre e sbaglia. Lippi lo riprende. Lui corre e sbaglia. Sostituito!

CAMORANESI 6. Ci mette l'anima. Corre a vuoto, ma inventa anche un bel tiro dopo un'azione prolungata. Sterile

DE ROSSI 6.5. Va in gol col Paraguay. Qui si inventa il rigore. Meno lucido, ma sempre redditizio. Insostituibile

MONTOLIVO 7. Dinamico. Preciso. Azzecca due tiri che meriterebbero il gol, e coglie un palo clamoroso. Il Migliore!

MARCHISIO 4. Francamente non se ne pu più di questo ragazzo che non azzecca nè un tiro, nè un passaggio. Basta!

PAZZINI 5. Invocato a gran voce, fa la fine di Gilardino. Non pervenuto

GILARDINO 4. Non tocca palla. Peggio di Pazzini

DI NATALE 4. Non pervenuto.

IAQUINTA 5. Almeno il rigore lo realizza e un paio di tiri li azzecca. E comunque non molla mai

MARCELLO LIPPI 5. Di incoraggiamento. Nel senso che se molla pure lui è la fine! Epper mostra idee sempre più confuse. Tranne che in conferenza stampa. Odia cos tanto i giornalisti che finirà in Tv. Come Sacchi! (fonte: clandestinoweb)


La storia dei Mondiali di Calcio descritta da uno dei migliori disegnatori al mondo. I momenti più emozionanti, i gol, le azioni di tutte le finali, le formazioni, le curiosità, i retroscena di tutti i mondiali di calcio finora giocati.

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Flop Mondiale per l'Italia, si gioca tutto con la Slovacchia

Roma, 20 giu. (Apcom) - Flop dell'Italia ieri nella seconda partita dei Mondiali in Sudafrica. La squadra di Marcello Lippi ha conquistato un solo punto nel match contro la Nuova Zelanda terminato 1-1. Dopo il gol in avvio degli All White con Smeltz al 7', anche se viziato dal fuorigioco, gli azzurri hanno trovato il pareggio al 29' con Iaquinta su rigore, concesso per una trattenuta in area su De Rossi. Un pareggio che complica le cose per gli azzurri che ora hanno due punti in classifica e come i neozelandesi anche la stessa differenza reti. Il Paraguay, che ha battuto per 2-0 la Slovacchia a Bloemfontein, guida il gruppo F con 4 punti. Anche se l'aritmetica lascia ancora aperta ogni possibilità, l'Italia ora dovrà vincere giovedì 24 all'Ellis Park di Johannesburg con la Slovacchia (1 punto) per assicurarsi il passaggio agli ottavi di finale. Basterebbe anche un pareggio in caso di vittoria del Paraguay sui "kiwi". Passare primi nel girone avrebbe significato evitare l'Olanda e una strada tortuosa, ma l'Italia di oggi deve fare i conti con la realtà e pensare prima di tutto a ritrovare la via del gol per ottenere un biglietto per gli ottavi, anche se di seconda classe. Il Brasile conferma di essere la favorita battendo 3-1 la Costa d'Avorio nella seconda giornata del gruppo G e qualificandosi per gli ottavi praticamente con una giornata d'anticipo e senza dovere aspettare gli altri risultati. A Johannesburg i verdeoro vanno a segno con Luis Fabiano, autore di una doppietta al 25' e al 50', ed Elano al 62'. Il gol ivoriano porta la firma di Drogba al 79'. Il brasile ha chiuso la gara in dieci uomini per l'espulsione di Kakà all'88'. Primo giallo per proteste, la seconda per un buffetto a Keita che fa una gran sceneggiata. La classifica vede la nazionale di Dunga in testa con 6 punti, ivoriani e Portogallo a quota uno. Ferma al palo la Corea del Nord. Quella verdeoro è la seconda squadra a qualificarsi dopo l'Olanda.

Programmi Tv stasera, oggi 21 giugno 2010: Spagna-Honduras

È Spagna-Honduras il match clou dell’undicesima giornata dei Mondiali di calcio 2010 che si stanno giocando in Sudafrica: le furie rosse di Del Bosque tornano in campo per riscattare la pesante e incredibile sconfitta contro la Svizzera con cui hanno esordito a questi campionati. Appuntamento dunque alle 20.30 su Rai Uno

L' atlante dei mondiali. Trentadue viaggi per sapere tutto delle nazioni e delle nazionali protagoniste di Sudafrica 2010

I Mondiali di calcio sono una grande occasione, per appassionarsi ma anche per conoscere. Soprattutto quando si disputano per la prima volta nel continente africano e se l'Italia ci arriva da campione in carica compiendo cent'anni di vita. Questo manuale racconta le nazioni e le nazionali come non le avete mai conosciute: 32 viaggi sorprendenti per scoprire quello che le guide non dicono. E un avvincente diario per seguire partita per partita l'appuntamento in Sudafrica, lo spettacolo più coinvolgente del pianeta. La sfida è doppia: offrire ai malati di calcio una lettura più profonda attraverso i cinque continenti e consegnare a chi si avvicina a questo sport solo ogni quattro anni una chiave per capirne meglio la magia senza confini.

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Che brutta Italia. La giornata che doveva essere dei gol, dell’entusiasmo, del Gila ritrovato, dell’Italia che volava verso l’11 luglio, è tragedia

Che brutta Italia. La giornata che doveva essere dei gol, dell’entusiasmo, del Gila ritrovato, dell’Italia che volava verso l’11 luglio, diventa una quasi tragedia. Questa decimo giorno di Mondiali ha significato molto per i tifosi azzurri; è stato il trionfo della Padania, dell’ “io l’avevo detto”, di Cassano che si sposa e se la ride e di Balotelli che non si sposa ma se la ride lo stesso. Perché una Nazionale dove il migliore è Zambrotta (con grande rispetto per questo straordinario esempio di calcio), non ha strada davanti. Ed oggi dietro la lavagna ci va Marcello Lippi, la sua presunzione, la sua cocciutaggine in un discorso non allargato alle mancate convocazioni di giocatori che ci avrebbero fatto molto comodo o ad altre questioni ma più semplicemente a questa partita, letta malissimo da lui ed interpretata peggio. La Nuova Zelanda non ci crede.

Ha fatto 1-1 con i Campioni del Mondo. E’ come se li battessimo a rugby. Impossibile. Ma oggi pomeriggio e come dice una pubblicità, nothing is impossibile. Per il resto, l’apertura era stata con i bel Paraguyay che si avvia a vincere il nostro girone (speriamo che giovedì ci batta i kiwi - simbolo della Nuova Zelanda inteso come uccello e non come frutto -) e così ci basterà un pari contro la Slovacchia per andare avanti, incontrare l’Olanda e…. Poi la serata è Brasile-Droga (leggasi Costa d’Avorio)… Capitolo pronostici: Flop sul Paraguay che non pareggia ma vince; floppissimo sull’Italia che davo vincente e che si è vergognosamente fatta fermare dalla Nuova Zelanda e…


Paraguay-Slovacchia 2-0
Mostruoso Paraguay; mostruoso Alcaraz e mostruoso Vera. Questi sudamericani hanno tutte le credenziali per far male. E l’Olanda deve sperare di non beccare loro ma beccare noi o chi per noi, perché altrimenti rischia di vedere il suo sogno di rinverdire i fasti di Johaan Cruyff morire all’alba. Prestazione perfetta quella dei paraguaiani. Non hanno sbagliato niente. Hanno fatto un gran gol, ne hanno sfiorato almeno altri cinque, hanno chiuso il match andando ancora in rete; hanno giocato bene, anzi benissimo. Non hanno corso mai a vuoti, hanno una tattica eccellente dell’ottimo Martino ed hanno una tecnica di base notevole. Poi Alcaraz e Vera sono davvero due grossissimi giocatori. E come loro Valdez. Insomma una squadra che mi ha impressionato, oggi più che contro di noi. La Slovacchia è davvero nulla. Hamsyk è un pesce fuor d’acqua. Non si può dire che predichi nel deserto perché non redica calcio. Il 2-0 è anche poco per quello che hanno offerto 90 minuti monocorde di una squadra più forte che banalizza gli avversari. Meno male che c’abbiamo pareggiato…


Italia-Nuova Zelanda 1-1
Che pena! Mai visto un’Italia arrancare così. Neppure quattro anni fa contro gli stati o nel famigerato secondo tempo contro il Perù di 28 anni fa quando diventammo poi campioni del Mondo. Troppo brutta per essere vera. Solo questo ci consola. Ci appendiamo a Pirlo come la pioggia di marzo. Il suo rientro può essere una benedizione. Camoranesi ha avuto una sola fiammata in 45 minuti impresentabili. Marchisio è rimasto a Torino. Gilardino è ectoplasmatico e Iaquinta (nonostante il rigore) è impalpabile. Di Natale ha cambiato il nulla. Cannavaro e Chiellini dimostrano di essere la coppia centrale difensiva della Juventus ‘09/’10, ovvero la peggiore terza linea del campionato di serie A o poco meno. E potremmo continuare col timido Criscito o parecchio altro. Il vero colpevole stasera è Marcello Lippi. Perché ha cervelloticamente sostituito Pepe perché altrettanto cervelloticamente ha tenuto in campo Marchisio sprecando così un cambio, perché ha tenuto fuori Quagliarella, perché continua ad insistere su Cannavaro che non ne becca una di testa nella sua area (ed in quella avversaria) neppure a pagarlo e perché si è fatto irretire da un allenatore, quello della Nuova Zelanda, che alla fine ha anche da rammaricarsi per il risultato. E nessuno ci venga a dire che siamo sfortunati perché Montolivo ha preso il palo, Roy Fallon (l’attaccante dai gomiti alti) doveva essere espulso, il gol loro era in fuorigioco, il portiere ha fatto miracoli, etc. etc. Giocavamo con la Nuova Zelanda e questo può bastare di fronte ad una partita penosa ed irritante. Troppo brutta, insomma, per essere vera. Almeno lo speriamo. E va già bene che abbiamo preso un punto. Marchetti al posto di Buffon: tre tiri contro, un gol imparabile e due palloni che hanno sfiorato il montante. Lasciamo perdere….

Le pagelle: Marchetti s.v.; Zambrotta 7.5; Chiellini 5; Cannavaro 5; Criscito 5.5; Montolivo 6.5; De Rossi 6; Marchisio 4.5 (Pazzini 5); Pepe 6 (Camoranesi 5); Iaquinta 5.5; Gilardino 3 (Di Natale 5). Lippi 4

Brasile-Costa d’Avorio

I pronostici per domani:
Portogallo-Nord Corea 1
Cile-Svizzera X
Spagna-Honduras 1

di Salvatore Cannata - ilgiornalediragusa.it

Mondiali Sudafrica 2010: Italia-Nuova Zelanda 1-1


E’ andata di nuovo come la prima partita dei Mondiali Sudafrica 2010, il match fra la squadra italiana, e quella neozelandese, un altro pareggio conquistato con il gol su rigore di Iaquinta.

Italia- Nuova Zelanda 1-1.

Una grande partita dei NeoZelandesi che hanno tenuto testa ai continui attacchi sottoporta degli italiani, con un incredibile Zambrotta in piena forma, che ha creduto nella vittoria fino all’ultimo minuto e ha sempre trovato la forza e l’astuzia per conquistare o mantenere il possesso di palla.

Nel primo tempo un grande Pepe emerge fra tutti, con la sua abilità e anche un bel tiro a fine primo tempo in porta, magicamente parato dal portiere della Nuova Zelanda,Paston, che proprio sembrava non riuscire a tenere il pallone fra le mani, facendolo sempre rimbalzare senza trattenerlo.

Una partita all’ultimo respiro, con i neozelandesi puniti più volte con il cartellino giallo per gomitate e scorrettezze e che escono da questo match vittoriosi, portando a casa un pareggio inaspettato con gli attuali Campioni Del Mondo.

La seconda partita per l’Italia del girone F, inizia con questa formazione 4-4-2:

Marchetti; Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Criscito; Pepe, De Rossi, Montolivo, Marchisio; Iaquinta, Gilardino, ma poi nel secondo tempo c’è cambio e al posto di Pepe e Marchisio entrano Camoranesi e Di Natale, per un usuale 4-3-2-1.

fonte: socialpost.info

Se sei bello, giochi peggio ai Mondiali Le (semiserie) ricerche sul calcio

Più sei bello, peggio giochi. Ma se in campo hai la maglia rossa la tua performance viene moltiplicata per due o per tre. A riscontrare queste 'bizzarrie' nel mondo del calcio sono stati i ricercatori dell’università di Colonia e Hannover (ricerca pubblicata su 'Soziale Welt') e quelli di due università inglesi ('Journal of Sports Sciences'). Ora, se uno pensa a Maradona può anche concludere che l’equazione 'più sei brutto=più sei bravo' qualche fondamento ce l’abbia, e chiedersi che cosa el pibe de oro avrebbe mai combinato se, invece dell’azzurro dell’Argentina e del Napoli, avesse indossato i colori dell’United. D’altra parte, i 'Diavoli Rossi' spagnoli ci hanno messo circa un secolo a vincere un titolo, per altro ridimensionati dalla batosta di qualche giorno fa con gli svizzeri (però anche il loro colore è il rosso: forse conta la nuance?). E David Beckham? E Luca Toni?
Lasciamo stare l’età e gli acciacchi, ma di sfracelli in campo ne hanno combinati parecchi: fossero stati brutti che avrebbero fatto?

(S.M. avvenire)

Il «Sì» di Antonio Cassano a Portofino ammaina la bandiera rossoblù


Chissà cosa avrà pensato la sposa ieri mattina guardando dalla finestra e vedendo solo uno stuolo di nuvoloni neri grondanti pioggia. Forse le sarà venuto in mente il detto «sposa bagnata, sposa fortunata», tant'è che la fortuna ha deciso di sorriderle davvero regalandole, proprio per il giorno più bello, qualche ora di tregua tra un temporale e l'altro. È cominciato così il matrimonio più atteso dell'anno, quello tra il numero 99 blucerchiato Antonio Cassano e la fidanzata Carolina Marcialis, pallanuotista della Diavolina di Nervi. Portofino gremita di tifosi e curiosi, tutti arrivati per vedere «El Pibe di Bari vecchia» mettere una volta per tutte la testa a posto.
In realtà, la mutazione di Cassano da «guappo» di strada a ragazzo da sposare è già in corso da tempo. Autrice del miracolo proprio lei, Carolina, 19anni, che dopo aver «redento» un centravanti da 700 donne ha chiuso la porta di casa custodendolo solo per lei. Non che il neo marito abbia manifestato qualche dubbio, s'intende. A giudicare dagli sguardi e dall'affetto con cui baciava ed abbracciava la sua giovane sposa davanti ai flash dei fotografi e sotto la più classica delle piogge di riso, si potrebbe dire che il cartellino del giocatore ormai è incedibile. Tanti gli amici arrivati nella chiesa parrocchiale del Divo Martino a Portofino, dall'ex allenatore Gigi Del Neri, con un abito gessato blu, accompagnato dalla moglie, al patron della Sampdoria Riccardo Garrone, in completo blu e cravatta rossa, arrivato a piedi dalla sua abitazione, lontana solo pochi passi. Tra gli altri anche qualche genoano autoctono rimasto anonimo che, tentato dall'occasione, non ha resistito ed ha appeso da una delle finestre proprio di fronte alla chiesa uno stendardo rossoblù, rimosso appena prima dell'arrivo degli invitati.
Tra i presenti anche le compagne di squadra di lei della Diavolina e i sampdoriani Pietro Accardi e Nicola Pozzi, arrivati in chiesa con un quarto d'ora di ritardo. In anticipo invece lo sposo, arrivato alle 16.30 spaccate davanti alla chiesa, a bordo di un'Audi nera e accompagnato dalla mamma Giovanna. Sorridente e teso, in completo blu, camicia bianca e cravatta grigio perla, il fantasista ha salutato i tifosi ed è entrato dritto in chiesa. La sposa si è fatta attendere non più del necessario e poco dopo le 17 è entrata in chiesa anche lei, accompagnata dai genitori. L'evento si conferma esclusivo come promesso e accennato fin dalla lista nozze faraonica dove gli invitati hanno potuto scegliere tra tanti miracoli del design dai 400 euro in su, con i quali arredare la futura casa. Il più originale dei regali è stato senz'altro il presidente della Samp che al pupillo ha regalato un servizio di piatti, dipinti da Raimondo Sirotti, personalizzati con una raffigurazione di Garrone e Cassano, in coppia.
Cerimonia breve ma intensa per i due che escono raggianti dalla chiesa poco dopo le sei. Carolina, in abito bianco intarsiato di perle, capelli raccolti, per mano con il neomarito e Fantantonio che si lascia andare solo ad una battuta «Fantastico, molto meglio di qualunque altra partita», col piglio di chi non rimpiange certo i mondiali, dopo una giornata così.
«È stato bravissimo - ha raccontato Del Neri all'uscita dalla funzione - fantastico come quando gioca a calcio». Dopo le foto di rito, a scambio degli anelli avvenuto, gli invitati sono stati prelevati con gli shuttle, direzione Abbazia della Cervara per l'aperitivo, la cena e il concerto finale di Gigi D'Alessio, la ciliegina sulla torta. A fare festa anche Eigenio Fascetti, l’allenatore che lo lanciò ai tempi del Bari e gli amici di adesso Alberto Marangon e Giorgio Aiazzone. «Ho augurato buona strada ai ragazzi - dice Padre Fortunato Romeo, che ha celebrato la funzione - da anni conosco Carolina, è un passo importante e ho detto loro che devono rinnovarsi la promessa ogni giorno».

(fonte: Il Giornale)

Mondiali/ L'Olanda è già agli ottavi, il Ghana perde l'occasione

Roma, 19 giu. (Apcom) - L'Olanda è la prima squadra qualificata agli ottavi di finale ai Mondiali sudafricani. Obiettivo raggiunto grazie alla vittoria per 1-0 (Sneijder) sul Giappone ieri pomeriggio a Durban e grazie poi al successo per 2-1 in rimonta (Eto'o, poi Bendtner e Rommedahl) della Danimarca sul Camerun in serata a Pretoria. La classifica del Gruppo E vede infatti gli orange al comando con 6 punti, Giappone e Danimarca a quota 3 e il Camerun, ormai eliminato, fermo a zero. E nell'ultima giornata (giovedì prossimo), Danimarca e Giappone si giocheranno il secondo posto nel girone, mentre il Camerun affronterà l'Olanda . Clamorosa invece l'occasione perduta dal Ghana nel Gruppo D. Contro l'Australia, gli africani sono andati sotto all'11' per il gol di Holmen, ma poi hanno pareggiato su calcio di rigore al 25' con Asamoah Gyan: penalty provocato da un fallo di mano di Kewell su pallone diretto in gol, costato all'australiano anche l'espulsione decretata dall'arbitro italiano Roberto Rosetti. Contro un avversario ridotto in dieci uomini, il Ghana non è però riuscito a trovare il colpo del kappaò, che avrebbe permesso alla squadra africana (già vittoriosa 1-0 contro la Serbia all'esordio) di ipotecare la qualificazione. Ora il Ghana è sempre in testa, ma con 4 punti, a +1 sulla Germania (sconfitta ieri 1-0 dalla Serbia): la sfida di mercoledì prossimo con i tedeschi, obbligati a vincere per passare agli ottavi di finale, si è quindi trasformata in un vero e proprio spareggio, anche se agli africani per avanzare basterà il pari.

Risultati Mondiali: Danimarca elimina il Camerun di Eto’o

Pretoria (Sudafrica) – Risultati Mondiali: Camerun-Danimarca 1-2. E’ il 10’ del primo tempo, quando su errore enorme commesso dalla formazione danese in difesa, con un passaggio orizzontale sbagliato di Poulsen, la stella interista Eto’o (due Champions League con il Barcellona e una quest’anno con l’Inter, tre presenze ai mondiali per lui), ricevuto il pallone da Webo, apre le marcature e mette a segno senza difficoltà. Un Camerun più convinto e con una velocità di gioco molto differente dall’esordio ha soffocato per buona parte del primo tempo la Danimarca, apparsa ancora molto distratta.

Si è dovuto aspettare il 33’ per vedere in gol per la prima volta la Danimarca a questo Mondiali Sudafrica, grazie ad un classico della Danimarca: il contropiede.

Le formazioni ufficiali di ITALIA – NUOVA ZELANDA che scenderanno in campo alle ore 16:00

Le formazioni ufficiali di ITALIA – NUOVA ZELANDA che scenderanno in campo alle ore 16:00:

ITALIA (4-4-2): 12 Federico Marchetti, 19 Gianluca Zambrotta, 5 Fabio Cannavaro, 4 Giorgio Chiellini, 3 Domenico Criscito, 7 Simone Pepe, 6 Daniele De Rossi, 15 Claudio
Marchisio, 22 Riccardo Montolivo, 9 Vincenzo Iaquinta, 10 Antonio Di Natale. Allenatore: Marcello Lippi.

NUOVA ZELANDA (4-3-3): 1 Mark Paston, 4 Winston Reid, 6 Ryan Nelsen, 8 Tim Brown, 19 Tommy Smith, 11 Leo Bertos, 7 Simon Elliott, 3 Tony Lochhead, 14 Rory Fallon, 9 Shane Smeltz, 10 Chris Killen. Allenatore: Ricki Herbert.

Arbitro: Carlos Batres. Giudici di linea: Koman Coulibaly, Carlos Pastrana, Leonel Leal.

ITALIA – NUOVA ZELANDA si potrà vedere in diretta streaming online in internet grazie al portale della RAI.

Partita Italia-Nuova Zelanda Mondiali in diretta streaming online gratis

Sudafrica – Quinta giornata del secondo turno dei Mondiali di Calcio 2010 in Sudafrica. ITALIA – NUOVA ZELANDA in Diretta Streaming Online, valevole per il Gruppo F dei Mondiali, si affronteranno oggi alle ore 16:00 al Mbombela Stadium di Nelspruit.

Una partita importante per la nazionale di Marcello Lippi, che deve dimostrare di aver superato lo “stallo” dell’esordio e di aver quindi superato il “rodaggio” iniziale. Anche per l’Italia comunque la parola d’ordine è “vincere” per poter vedere gli ottavi di finale più vicini. Antonio Di Natale partirà fin dal primo minuto!

Sudafrica 2010: La Grande Spagna cade con la piccola Svizzera

Il mondiale sudafricano non ha ancora la sua regina. C’era tanta attesa di ammirare le Furie Rosse, la corazzata spagnola, il blasone di Vicente Del Bosque, la Seleccion, la favorita numero 1 alla vittoria finale di questo torneo, una squadra stellare composta dai giocatori più forti al mondo: Casillas; Sergio Ramos, Piquè, Puyol, Capdevila; Busquets (62′ Torres); Silva (62′, Jesus Navas), Xavi, Xabi Alonso, Iniesta (77′, Pedro); Villa. Questa era la formazione che ha affrontato la Svizzera al “Durban Stadium” di Durban, una partita che doveva essere senza storia, a senso unico. Gli elvetici erano preparati a subire una goleada. A volte però, la legge del calcio ci dice che questo sport non è matematica, ma una scienza inesatta, dove per vincere serve l’insieme di tante componenti: fortuna, talento, classe, episodi, arbitri e guardalinee, destino. Un destino crudele quello delle Furie Rosse: la Svizzera tanto umile quanto brava a restringere ogni spazio sbanca il Sudafrica e vince la partita più importante della sua storia. Ha deciso l’incontro una rete di Fernandez al 52′. La Spagna ha sempre i favori del pronostico. La rosa di Del Bosque annovera giocatori che non dispone nessuna nazionale. Sicuramente, da adesso in poi non potrà più sbagliare.
La prima partita del gruppo H è stata Honduras – Cile: quest’ultima è una formazione che gioca un calcio veloce, lineare, avvolgente. Il pressing è l’arma principale per gli uomini di Marcelo Bielsa che rincorrono ogni pallone come un ghepardo a caccia della sua preda.
L’Honduras invece, è una formazione modesta, con poche qualità, vittima predestinata di un Cile che presenta ben 3 italiani in campo: Isla e Sanchez dell’Udinese e Carmona della Reggina.
Il gol di Beausejour al 34° del primo tempo regala i 3 punti alla squadra di Bielsa che, insieme alla Svizzera, comanda il girone H.
Al “Loftus Versfeld Stadium” di Pretoria, Sudafrica e Uruguay danno inizio alla seconda giornata del gruppo A: i Bafana Bafana devono vincere per sperare nel passaggio del turno dopo il pareggio nella prima giornata contro il Messico. Il tecnico dell’Uruguay, Oscar Tabarez manda in campo un tridente d’attacco formato da Cavani, Suarez e Forlan. Proprio quest’ultimo sarà l’eroe della serata segnando una doppietta. La prima rete degli ospiti arriva al 24° minuto di gioco: l’attaccante dell’Atletico Madrid lascia partite un tiro da 30 metri che sorprende l’estremo difensore sudafricano, un gran gol. Il raddoppio dell’Uruguay lo realizza ancora Forlan su calcio di rigore.
A tempo scaduto Pereira chiude l’incontro sul 3 a 0.
Il Sudafrica è quasi fuori dal mondiale mentre l’Uruguay si avvicina agli ottavi di finale sospinto da un grande Forlan.

Gruppo H: Honduras-Cile 0-1
Gruppo H: Spagna-Svizzzera 0-1
Gruppo A: Sudafrica-Uruguay 0-3

Rosario Ligato - mediterraneonline

Brasile, bufera su Dunga

JOHANNESBURG – E’ quando il grosso grasso ra­diocronista brazileiro at­tacca il suo collegamento, mentre implode nella sua delusione mesto come un brazileiro mai dovrebbe es­sere; è in quel momento che si ha la netta percezio­ne di come in Brasile l’idea della bellezza del gioco e della felicità che si porta dietro ogni dribbling, sia superiore a tutto. Randpark Golf Club di Johanne­sburg, il giorno dopo Brasile-Co­rea del Nord, mez­zogiorno di totale scon­forto a casa-verdeoro. Non c’è allegria e non c’è samba nelle parole del radiocroni­sta che sta raccontando la sua disillusione a un intero popolo. Volevate gioia? Avete avuto in cambio una banalissima vittoria. Solo una nenia triste, una canti­lena da vespro siciliano. Il senso di tutto è: ma che di­vertimento c’è a vincere così?

NOIA BRAZIL -Questi non siamo noi. L’altra sera i brasiliani – da Rio a Porto Alegre – hanno spento la ti­vù e si sono detti: questi non siamo noi. «Brasile noioso come un sonnifero» , titolano i quotidiani.

Uno tra i più venduti, « Folha » di San Paolo, si inventa uno slo­gan: non più Seleçao, ma « Selexotan » , come il far­maco del sonno. «O Globo» parla di «siccità del gol» . L’accusato numero uno è sempre lui, il mai amato Carlos Dunga, uno che i brasiliani sopportano a ma­lapena, ma solo perché nel­la sua gestione il «Cuccio­lo » ha vinto Coppa Ameri­ca, Confederations Cup e girone di qualificazione ai mondiali in Sudafrica, e di più non poteva fare.

Persino Lula non l’ha presa bene. E non è un buon segno. Il presidente ha assistito alla partita con la moglie Marisa Leticia e con alcuni ministri. Festa non è stata. «Il presidente non era molto felice- ha ri­velato uno del suo staff -

però è convinto che il ren­dimento migliorerà». Dun­ga, dal canto suo, non fa niente per rendersi simpa­tico. Ieri ha cancellato la conferenza-stampa a venti minuti dal suo inizio; nei giorni scorsi ha litigato con i giornalisti che non si ca­pacitavano degli allena­menti a porte chiuse. Ma come, noi siamo il Brasile. A porte chiuse, e quando mai?

CRITICHE -Dunga come Capello. Motivi diversi, la stessa critica. Non ci seipiaciuto, Carlos. Gli rinfacciano il gioco, brutto e no­ioso,e un Kakà lonta­no dalla con­dizione, lo accusano di non dare spettacolo (ma lui si era difeso preventiva­mente prima del Mondiale: «Non cerco il calcio-bonito, voglio solo vincere» ) , tor­nano su vecchie discussio­ni, come quella delle con­vocazioni mancate. Dov’è Pato? Non ti faceva comodo uno come Ronaldinho? E Adriano, lo buttavi via? Qualcuno – pensa te a che punto sono arrivati – tira in ballo anche Ronaldo. Poi esagerano, sbeffeggiandolo per la giacca, pensata dalla figlia Gabriela, aspirante ( molto aspi­rante) stili­sta che già aveva vestito il padre ­ ehm, ehm ­ con una hor­ror- camicio­la che fece epoca. « O Dia » lancia addirittura un sondaggio: «Ma chi gliela ha data quella orribile giacca a Dunga?». C’è chi vota «Capitan Nemo», altri il «Piccolo Principe». Luis Fabiano prova la difesa: «C’erano coreani dapper-t­utto, una marea di corea­ni: è difficile giocare così» . Ma in fondo, la critica più spietata, quella che fa più male, arriva dai cugini ar­gentini, che ovviamente go­dono come ricci. Il «Clarin» scrive che: «Il Brasile ha solo vinto», sottolineando il « solo » . Vincere soltanto non è da Brasile, non è da noi piagnucola qui al Golf Club il radiocronista brasi­liano: mi sono visto allo specchio e non mi sono ri­conosciuto più, dove ti sei persa bellezza, dove sei fi­nitofutbol bailado? (corsport)

Olanda: protesta per l'arresto di due sexy tifose

Il governo olandese ha criticato il Sudafrica per l'arresto di due loro concittadine che sponsorizzavano, insieme ad altre donne, la birra Bavaria, in occasione di un match del Mondiale di calcio.

L'incidente aveva coinvolto in totale 36 donne, espulse dallo stadio, che erano vestite in abiti arancione durante la partita Paesi Bassi -Danimarca, e indossavano una gonnellina mini in cui c'era un piccolo marchio della Bavaria. La birra ufficiale dei Mondiali è invece la Budweiser.
La polizia ha arrestato le due organizzatrici, Mirte Nieuwpoort e Barbara Castelein, con l'accusa di aver fatto pubblicità non consentita.

"E' scandaloso che le due donne siano state fermate per aver indossato degli abiti arancione in uno stadio di calcio", ha detto il ministro degli Esteri olandese Maxime Verhagen.

Le due donne sono comparse ieri davanti alla corte a Johannesburg e sono state rilasciate dietro il pagamento di cauzione, ma dovranno ripresentarsi lunedì prossimo per una nuova udienza. Sono accusate di aver violato le leggi che regolano la pubblicità negli stadi.

L'ambasciata olandese a Pretoria ha chiesto spiegazioni alle autorità sudafricane, dicendo: "Non siamo a conoscenza di norme sudafricane che permettono di arrestare persone per aver indossato un vestito arancione". Ma all'interno degli stadi solo alla birra Budweiser, che è lo sponsor ufficiale, è consentito di pubblicizzare il suo marchio. La FIFA protegge ferocemente i suoi interessi di marketing.

Foto Reuters - fonte: blog in-dies

Buffon ci prova, Mondiale sul filo

MONDIALI 2010 SUDAFRICA - Gianluigi Buffon prova a spingere la notte più in là. Non vuole uscire da questo mondia­le, il portiere azzurro, e dunque pro­va a costruire una specie di recupe­ro miracoloso, cercando di risolvere in tempi utili, diciamo due settima­ne, buone per i quarti, il problema che lo ha costretto a lasciare nel se­condo tempo la porta a Marchetti, lunedì sera contro il Paraguay. Il nemico è il solito, quello che lo tor­menta a fasi alterne da un paio di anni: una discopatia, sfociata nuo­vamente in un’ernia del di­sco.

Questo ha detto la riso­nanza magneti­ca alla quale si è sottoposto il numero uno az­zurro ieri mat­tina a Pretoria. Non è un verdetto inatteso. Il pro­fessor Castellacci, responsabile me­dico della nazionale, aveva già ipo­tizzato questo tipo di problematica e ieri pomeriggio ha fatto il punto del­la situazione: « La forte sciatalgia è stata provocata da una piccola er­nia del disco che comprime la radi­ce sacrale della gamba sinistra, provocando forte dolore. Si tratta di una recidiva. Gigi Buffon resta co­munque qui per tutte le cure del ca­so, perché riteniamo esista un mar­gine, pur minimo, di recupero » .

Il protocollo di cura è già stato fis­sato. La richiesta per uso di farma­ci cortisonici (generalmente proibi­ti dall’antidoping) è stata già accol­ta positivamente dalla Fifa. Buffon dovrà restare a riposo una decina di giorni. Alla terapia antidolorifica medica e fisioterapica, seguirà poi il recupero neurologico e fisico. Una prognosi precisa non è stata fatta, in attesa delle risposte fisiologiche del giocatore, ma è evidente che i mar­gini per rivedere Buffon in campo sono davvero ridottissimi.

RISCHIO OPERAZIONE – Castellacci è rimasto in contatto con i colleghi ju­ventini, avendo carta bianca per questo tentativo, voluto fortissima­mente dal giocatore. C’è anche l’ipo­tesi però che il quadro clinico non migliori in modo con­vincente.

E che Buf­fon, dopo aver rifiuta­to in passato l’opzione operazione chirurgi­ca, sia poi costretto ad affrontare questa eventualità. Un qua­dro che coinvolgereb­be pesantemente la Juve, non solo nella scelta da condi­videre con Gigi, ma perché chiama­ta in questo caso a cercare sul mer­cato un sostituto ancorché tempora­neo di uno dei più forti portieri del mondo. Paradossalmente la staffet­ta che si annuncia in questi giorni in Sudafrica, potrebbe tornare an­che in Italia, visto che sicuramente Marchetti potrebbe diventare un obiettivo serio per i bianconeri.

NIENTE DEROGHE – Ma in questo mo­mento conta lo sforzo di Gigi, inten­zionato a non rimanere per fare nu­mero ma per riuscire ad essere pro­tagonista in uno spicchio di mondia­le. Ipotesi remota ma sul tavolo. In­tanto per tutta la giornata si erano susseguite riunioni federali infor­mali per la gestione di questa emer­genza. Il presidente Abete, il diret­tore generale Valentini, il segreta­rio della nazionale Vladovich e il re­sponsabile dell’ufficio Affari Inter­nazionali, Di Cesare erano stati a consulto per capire, nelle pieghe del regolamento Fifa del torneo la pos­sibilità di una eventuale sostituzio­ne di Buffon nella rosa dei 23. Que­stione scivolosa perché mentre il comma 4 dell’articolo 26 parla di concessione di deroga legata a ‘casi di forza maggiore’, lasciando al co­mitato organizzatore la valutazione dei medesimi, il comma 6 in­chioda i tempi utili per l’azio­ne di avvicen­damento per infortunio alle 24 ore prima del debutto mondiale ( con la possibilità di poter pescare anche fuori dalla lista dei 30 stilata l’ 11 maggio scorso). A tagliare la testa al toro ci ha pensato la Fifa stessa che ha respinto la richiesta della Francia di sostituire il portiere Ce­dric Carrasso, infortunato (contrat­tura muscolare alla coscia destra), non ravvisando caso di forza mag­giore. Un motivo in più per trattene­re Buffon, rinunciando a chiamare Sirigu. E’ evidente che nel caso in cui sia Italia che Francia, dovessero restare con un portiere solo (mettia­mo per un’espulsione) potrebbero a quel punto far valere la necessità di integrare la rosa. (corsport)

Mondiali di Calcio 2010: il programma sulle reti Rai di mercoledì 16 giugno

Mercoledì 16 giugno sesta giornata del Mondiale 2010 in Sudafrica, seguito dalla Rai in diretta e in alta definizione sul canale 501 del dtt. Alle 14.00, su Rai2, Franco Lauro condurrà la rubrica “Dribbling”, ospite in studio Italo Cucci. Alle 17.10 su Rai1, Marco Mazzocchi presenterà “Mondiale Sprint” con la presenza negli studi di Johannesburg di Sabrina Gandolfi, Gianpiero Gasperini, Vincenzo D’Amico, Linda Santaguida e Carlo Longhi alla moviola. All’interno del programma, spazio alle sintesi di Honduras-Cile e Spagna Svizzera. Alle 19.00 su Rai2 sarà “Mondiale Sera” condotto da Marco Mazzocchi, ad approfondire il pre e post gara dell’incontro tra Sudafrica e Uruguay in diretta alle 20.30 su Rai1 con telecronaca di Stefano Bizzotto e commento di Ubaldo Righetti. In chiusura, alle 23.10 su Rai1, Jacopo Volpi condurrà “Notti Mondiali” con la presenza di Simona Rolandi, Sandro Mazzola, Ivan Zazzaroni, Beppe Dossena e Daniele Tombolini alla moviola. In collegamento da Roma, Paola Ferrari con Maurizio Costanzo e Gianpiero Galeazzi racconteranno le emozioni della Coppa del mondo dallo studio Raisport di Piazza di Siena a Roma

Alle 16 c'è Spagna-Svizzera, stasera Sud Africa-Uruguay, il Brasile fatica contro la Corea I brasiliani vincono 2-1. Oggi si comincia alle 13,30

Faticano tutte o quasi le grandi all'esordio mondiale. Anche il Brasile ha dovuto impegnarsi per superare la Corea del Nord (la cui vittoria era ritenuta impossibile dalle agenzie di scommese, era quotata 1 a 35).
Oggi la prima partita della giornata è alle 13,30, Honduras-Cile, trasmessa in esclusiva da Sky Mondiali, primo match del gruppo H.
Alle 16, invece, scendono finalmente in campo i campioni europei in carica che completano il girone: la Spagna affronterà la Svizzera, ma la partità sarà visibile solo dagli abbonati di Sky.

Alle 20,30 Sud Africa-Uruguay su RaiUno e Sky

Alle 20,30, infine, in programma c'è Sud Africa-Uruguay. Le due squadre riaprono il secondo turno delle partite nella fase a gironi. Il match sarà trasmesso da Rai1 e da Sky Mondiali.

Il Brasile ce la fa, ma quanta fatica

Alla fine il Brasile ce la fa, faticando più del previsto, e batte una organizzatissima Corea del Nord. La nazionale brasiliana prima passa in vantaggio grazie al gol di Maicon al 55° e poi raddoppia con Elano al 72°. Ma la Corea non ci sta e riesce ad accorciare le distanze negli ultimi minuti con il gol di Ching all'89°.
Gli asiatici sono coraggiosi e generosi. Chang con i crampi alle gambe riesce ad andare al tiro anche al 91°.
Il Brasile delude, la Corea del Nord sorprende.
Ma il risultato è quello che tutti si aspettavano.

Doppietta in 20 minuti

Il Brasile arriva a segnare la prima rete solo nel secondo tempo. Al 55° Maicon, l'esterno dell'Inter, arriva sul fondo e calcia un tiro-cross sul palo del portiere avversario che non riesce a chiudere e si lascia bucare.
La Corea del Nord reagisce, mentre il Brasile torna ai ritmi letargici del primo tempo.
Ma poi un'altra accelerazione al 72° con Robinho che pesca Elano, tra i migliori in campo, libero in area che di piatto raso terra non perdona la Corea.
Al 73° Dunga decide di far riposare l'autore della doppietta e lo sostituisce con dani Alves.
Al 77° un altro cambio per il Brasile: Nilmar al posto di Kakà.
All'83°

La Corea resiste per 55 minuti

La nazionale coreana, giudicata la più debole del campionato del mondo ha tenuto testa per tutto il primo tempo al Brasile, la squadra più iridata del globo.
I giocatori asiatici si abbracciano in campo prima del fischio d'inizio della ripresa.
Nel primo minuto di gioco Elano tira dal limite dell'area di rigore ma la palla viene rimpallata.
Nel secondo minuto Luis Fabiano si incunea pericolosamente nella difesa coreana, ma all'ultimo non riesce a girarsi.
Il Brasile sembra più deciso e cerca di velocizzare la manovra.
Al 49° Kakà guadagna una punizione da posizione interessantissima. Batte Bastos, il tiro è potente ma non molto preciso.
Al 52° Robinho calcia di controbalzo ma non centra lo specchio della porta.

Alla fine del primo tempo 0-0

Al suo debutto il Brasile è davvero deludente. Alla fine del primo tempo il risultato della sfida con la Corea del Nord è fermo sullo 0-0. Dagli spalti arrivano fischi all'indirizzo dei giocatori sudamericani mentre vanno negli spogliatoi per il riposo.
La squadra di Dunga gioca un calcio a ritmi molto bassi, è imprecisa nei passaggi e trova molte difficoltà nello sfondare la linea difensiva dell'organizzatissima Corea del Nord.
Il primo brivido arriva al 26° del primo tempo quando Maicon, sceso sulla fascia destra si accentra e impegna il portiere asiatico in una parata a pugni chiusi. la palla esce ed è' il primo calcio d'angolo della partita
Al 30° arriva la risposta della Corea, che con una bella galoppata sulla fascia sinistra di Hong, il Rooney coreano conquista campo e un calcio d'angolo.
In questa fase la Corea sembra quasi più pericolosa degli avversari.
Kakà fuori forma, Felipe Melo invisibile, Robinho evanescente.
Il portiere coreano è stato impegnato pochissimo.

Il Brasile parte piano

La sfida tra Brasile e Corea del Nord sembra nascondere poche sorprese. Per la nazionale carioca, in caccia della sesta Coppa del mondo, il match sembra essere quasi una sgambata d'allenamento. Eppure il risultato al 20° ancora non è stato sbloccato.
Il Brasile parte piano, studia l'avversario, ma è poco preciso nei passaggi. La prima conclusione a rete arriva al 6°, con Robinho che però non inquadra lo specchio della porta.
Al 10° anche la Corea arriva al tiro: Hong conquista la fascia destra inquadra lo specchio della porta, ma Julio Cesar para facilmente. I rossi sono ben organizzati, chiudono bene gli spazi agli avversari e si difendono in modo organizzato

Portogallo- Costa d'Avorio finisce 0-0

Negli ultimi 20 minuti di Portogallo-Costa d'Avorio si fronteggiano due campioni sotto una pioggia battente: da un lato Cristiano Ronaldo, dall'altro Drogba. Ma il colpo di scena è l'entrata in campo dell'ivoriano, che si era fratturato un braccio neppure due settimane fa.
Sven Goran Erikson, che allena la Costa d'Avorio, decide di mandarlo in campo.
Al 72° il match è ancora fermao sullo 0 a 0.
La sfida tra le due squadre in campo è decisiva ai fini della qualificazioni, perché in questo girone c'è anche il Brasile. Quindi una delle due è destinata ad uscire (salvo clamorose sorprese).

Il Portogallo di Cristiano Ronaldo fatica a sbloccare il risultato

Anche il Portogallo di Cristiano Ronaldo fatica a sbloccare la sua prima partita ai mondiali contro la Costa d'Avorio. E il primo tempo finisce senza reti.
E anche senza pericoli per i due portieri, Eduardo per il Portogallo e Barry Copa.
Un palo di Cristiano Ronaldo poteva rompre l'equilibro, di un primo tempo comunque ben giocato.
La Costa d'Avorio è molto coperta in difesa e non lascia spazio alle offensive portoghesi, che finora non sono - comunque - particolarmente insistite.
In evidenza, nella Costa d'Avorio, Kolu Toure, che - pur essendo un difensore - è sempre al centro dell'azione.
Giranola di sostituzioni nel primo quarto d'ora del secondo tempo, ma al 65° c'è il colpo di scena: entra Drogba, operato a un braccio subito prima del mondiale per una frattura.

La Nuova Zelanda pareggia all'ultimo minuto

La Slovacchia aveva già vinto contro la Nuova Zelanda, l'orologio - ormai - aveva cominciato a scandire i minuti di recupero, ma il neozelandese Reid, un difensore, riesce a pareggiare e finisce 1 a 1. Il suo colpo di testa batte sul palo e va dentro.
Per l'Italia è meglio. Per la Slovacchia una beffa, perché aveva controllato la partita in lungo e in largo.
Per i neozelandesi si tratta, invece, del primo punto conquistato in un mondiale.
Ora le due squadre che hanno giocato oggi sono a pari punti con Italia e Paraguay che hanno pareggiato ieri sera.
Per gli azzurri è un risultato da considera favorevole.
Infatti. la Slovacchia a 3 punti avrebbe acquisito, comunque, una posizione di vantaggio nel girone.

Slovacchia in vantaggio al 5° del secondo tempo

Slovacchia in vantaggio all'inizio del secondo tempo, che già aveva iniziato con un passo diverso dal primo. Al 5° minuto segna Vittek con un preciso colpo di testa a fil di palo.
Stavolta il povero Paston, portiere un po' improvvisato della Nuova Zelanda, non c'entra nulla. Il colpo di testa di Vittek era imparabile.
La moviola mostra, però, che lo scatto dell'attaccante slovacco è avvenuto in una leggerissima posizione di fuorigioco. Davvero difficile, però, da individuare.
La Nuova Zelanda, peraltro, non riesce a reagire efficacemente e al 65° la Slovacchia continua a vincere 1-0.

Il primo tempo era finito 0 a 0

Finisce 0 a 0 il primo tempo di Slovacchia-Nuova Zelanda, con gli slovacchi che, alla fine, provano a schiodare il risultato.
Ma non ce la fanno Eppure la loro superirità, fin qui, è stata netta.
Slovacchia-Nuova Zelanda è un match che riguarda direttamente la squadra di Lippi. Entrambe le squadre dovranno, infatti affrontare gli azzurri nel giro di qualificaziome verso gli ottavi di finale.
Poche le azioni degne di nota nei primi 20 minuti, il napoletano Hamsik tenta la via del gol, ma il tiro finisce ampiamente al lato.
Al 23° la partita è ancora sullo 0 a 0. Ma al 27° lo slovacco Sestak, che sulla schiena ha il numero 9, solo in area sulla destra, va vicinissimo al gol.

Il portiere della Nuova Zelanda è un pericolo per i suoi

Al 31° Sestak si presenta di nuovo in area, il portiere della Nuova Zelanda, Paston, sbaglia l'intervento e la palla per poco non finisce sui piedi di Hamsik.
Ora la Slovacchia ha preso il comando del gioco. Ma al 37° Smeltz, attaccante neozelandese, sbuca da solo davanti alla porta di Mucha. Ma il tiro viene deviato in angolo.
Subito dopo nuovo pasticcio di Paston sull'altro fronte. Il portiere esembra il vero problema dei neozelande: comunque al 40° è ancora 0 a 0, anche se la partita dà l'idea di potersi sbloccare.

La diretta streaming di Slovacchia-Nuova Zelanda

Interessante il martedì dei gironi mondiali.
Forse la partita meno bella è quella che ci attende all'ora di pranzo: Nuova Zelanda-Slovacchia (13,30, solo su SkyMondiale) non promette, infatti, spettacolo, ma per i tifosi dell'Italia è importante.
Si tratta, infatti, di scoprire la vera forza delle concorrenti degli azzurri verso la qualificazione. Puo seguirla anche sul tuo pc

Alle 16 il Portogallo di Ronaldo

Alle 16, invece, debuttano la Costa D'Avorio e il Portogallo di Cristiano Ronaldo (nella foto) che vuole diventare una stella di questi mondiali e che pronostica gli azzurri in finale: è uno dei pochi a farlo, per la verità. Ma non è uno qualunque.
Anche Costa d'Avorio-Portogallo è un'esclusiva Sky.

Alle 20,30 il Brasile anche su RaiUno

Infine alle 20,30 è di scena l'attesissimo debutto del Brasile che affronterà la Corea del Nord.
Il match verrà trasmesso da RaiUno in chiaro e da Sky Mondiali e completa il girone G di Portogallo e Costa d'Avorio.
La scorpacciata di calcio, insomma, continua. Divertitevi, se le vuvuzela ve lo consentiranno.

Le partite di ieri: il Giappone a sorpresa batte il Camerun

Un paio di lisci spaventosi nei minuti di recupero davanti alla porta, ma il Giappone riesce a portare negli spogliatoi la vittoria contro il Camerun.
I giapponesi vincono per 1 a 0 e vanno in testa al girone E, assieme all'Olanda. Tre punti a testa, mentre Camerun e Danimarca restano a zero punti.
Eto'o non è mai riuscito a incidere sulla partita.
L'Olanda, comunque, è prima per differenza reti. O ora di prazno ha battuto, infatti, senza troppo merito, la danimarca per 2 a 0.

Una traversa del Camerun poteva riaprire il risultato nel finale

Giappone-Camerun è ricominciata da dieci minuti nel secondo tempo, ma al 55° il risultato non cambia.
Giapponesi ancora in vantaggio, grazie al gol di Honda.
E il riultato è lo stesso anche quando mancano 20 minuti alla fine della partita.
Il Giappone ha l'occasione per raddoppiare all'81° e solo il palo salva Souleymanou, il portiere camerunense.
Ma, sul rovesciamento di fronte, Appiah, con un tiro potente, colpisce la traversa.
L'estremo difensore giapponese, Kawashima, ringrazia il suo Dio, perché il pallone lo aveva ormai superato.

Il Giappone chiude il 1° tempo sull'1 a 0

Il Giappone chiude in vantaggio il primo tempo della partita contro il Camerun.
I "leoni indomabili" non sono apparsi, nei primi 45 minuti, all'altezza della loro fame.
Grande potenza atletica, ma poco gioco.
E un errore della difesa imperdonabile sul gol di Honda.
Ancora 0 a 0 al 30° del primo tempo la partita tra Giappone e Camerun non si è ancora sbloccata.
Le due squadre si fronteggiano praticamente alla pari.

Al 33° il gol dei giapponesi

Ma il Camerun soffre e il Giappone sembra sempre più pericoloso.
Comunque, al 33° il risultato non si è ancora mosso dallo zero a zero del fischio di partenza dell'arbitro portoghese Benquerenca.
Ma al 38° arriva un passaggio perfetto a Honda che, solo davanti al portiere, stoppa bene e tira altrettanto bene. Giappone in vantaggio.

L'Olanda batte la Danimarca, ma fatica tanto

L'Olanda raddoppia a 5 minuti dalla fine e batte 2 a 0 la Danimarca, dopo una grande sofferenza durata l'intera partita. Ma gli olandesi non danno spettacolo e faticano più del previsto.
Il secondo gol è di Kuyt, che manda prontamente in rete un tiro di Sorensen finito sul palo.
Al primo minuto del secondo tempo, finalmente, il primo gol. Va in vantaggio l'Olanda, ma non certo per vera e propria superiorità calcistica. i danesi, infatti, fanno un pasticciaccio. Ed è il portire Agger a farsi un disastroso autogol.
Seppure il gioco delgi olandesi sia più piacevole di quello danese, infatti, vere e proprie azioni incisive e pericolose - al momento - non se ne sono viste.
Le emozioni e i gol, visti ieri sera in Germania-Australia, al momento sono solo un ricordo.
La Danimarca, comunque, pur sfavorita è riuscita a imbrigliare le manovre olandesi e così il primo tempo finisce com'era cominicato, sullo 0 a 0.

Mercoledì debuttano le furie rosse

Mercoledì 16 giugno la prima partita della giornata è alle 13,30, Honduras-Cile, trasmessa in esclusiva da Sky Mondiali, primo match del gruppo H. Alle 16, invece, scendono finalmente in campo i campioni europei in carica che completano il girone: la Spagna affronterà la Svizzera, ma la partità sarà visibile solo dagli abbonati di Sky.
Alle 20,30, infine, in programma c'è Sudafrica-Uruguay. Le due squadre riaprono il secondo turno delle partite nella fase a gironi. Il match sarà trasmesso da Rai1 e da Sky Mondiali.

Giovedì torna in campo l'Argentina

Giovedì 17 giugno torna in campo l'Argentina di Maradona. Alle 13,30 affronterà la brillante Korea del Sud, ma il match sarà visibile solo per gli abbonati Sky.
E in esclusiva verrà trasmessa anche la partita delle 16,00, con le avversarie del girone B ancora a 0 punti. Grecia-Nigeria si affronteranno in un incontro decisivo per la qualificazione e trasemsso da Sky Mondiali.
Alle 20,30, infine, è in programma la partita Francia-Messico in onda in chiaro su Rai1 e a pagamento sul canale 271 di Sky.

Venerdì l'Inghilterra ha una seconda chance

Venerdì 19 giugno alle 13,30 torna in campo la Germania. Nella seconda partita della fase a gironi la nazionale tedesca se la deve vedere con la Serbia di Stankovic, affamata di punti e sempre ostica. La partita sarà trasmessa in esclusiva su Sky Mondiali.
Alle 16, invece, in programma c'è Slovenia-Usa, in onda solo su Sky.
Mentre alle 20,30 scenderanno in campo Inghilterra-Algeria. La nazionale inglese allenata da Capello ha una seconda chance per dimostrare a tutti la sua forza. Il match verrà trasmesso sia su Rai1 in chiaro, sia su Sky Mondiali a pagamento.

Quando è ora gli italiani amano l'Italia

MICHELE BRAMBILLA
Avevamo appena finito tutti quanti di dire e di scrivere che dell’avventura degli azzurri in questi mondiali non frega niente a nessuno, e anzi che erano sempre di più coloro che si auguravano una figuraccia, che siamo già qui a registrare un dato che ribalta tante nostre impressioni.

La prima partita della Nazionale, cioè la non certo esaltante prestazione con il non certo formidabile Paraguay, ha fatto il record di spettatori. Ventun milioni e mezzo tra Rai e Sky. Vuol dire che la partita l’hanno vista proprio quasi tutti.

Ma c’è un altro dato meno scientifico, però altrettanto reale, ed è quello sull’ancor più sorprendente proliferazione di megaschermi nelle piazze, di gente in giro con la bandiera italiana, di tricolori alle finestre. L’Italia della gente comune non solo ha visto l’Italia del calcio: ha anche tifato. Questo è un dato per molti inconfessabile, perché non c’è nulla di più banale che manifestarsi tifosi della Nazionale, e non c’è nulla di più snob che dire: della Nazionale non me ne può importare di meno. Eppure l’altra sera faceva caldo, tenevamo tutti le finestre aperte e quando De Rossi ha segnato - e si trattava solo di un modesto pareggio - s’è udito un urlo provenire dalle case accanto, evidentemente popolate da tifosi occulti come noi.

E’ strano quel che è successo l’altro ieri. Perché non si può neppure dire che, come al solito, noi italiani siamo stati solleciti nel salir sul carro dei vincitori: per adesso non ci sono vittorie da festeggiare e non c’è neppure un carro. C’è però qualche cosa di misterioso che porta tutti noi, quando l’Italia gioca ai mondiali, a prendere atto di un’inattesa prevalenza dell’emozione sulla ragione, o meglio su convinzioni che riteniamo ragionate. Per capirci: anche chi trova Lippi simpatico come un bicchiere di olio di ricino, anche chi avrebbe preso a sberle Cannavaro quando ha detto che siamo un Paese ridicolo perché qualcuno sostiene che i calciatori guadagnano troppo, forse perfino chi si dichiara non italiano ma padano, insomma anche chi crede di avere buone ragioni per «tifare contro» quando la palla è in campo avverte un senso di appartenenza di cui è il primo a meravigliarsi.

Il record di spettatori e di tifo per una pur improbabile Nazionale come questa dimostra probabilmente una cosa. Dimostra che noi italiani siamo molto meno anti-italiani di quanto diciamo e anzi ostentiamo di essere. Fa chic lamentare sempre che in Italia è tutto uno schifo, che nei Paesi anglosassoni sì che c’è un senso dello Stato, che in Francia sì che i trasporti pubblici funzionano, che negli Stati Uniti sì che valorizzano i talenti e io i miei figli li mando all’estero e bla bla bla. Da qualche anno c’è perfino una retorica terzomondista alimentata da chi, con i soldi guadagnati in Italia, va in vacanza in Paesi miserabili (ma in hotel a cinque stelle) e quando torna ammonisce: là sono tanto poveri ma hanno una dignità, mica come noi.

Tutto questo noi ossessivamente ripetiamo perché, tra i nostri tanti difetti, il peggiore sta appunto nel dire che siamo pieni di difetti. Campioni dell’autodiffamazione, ecco il nostro primato. «Siamo in Italia…» è la conclusione sconsolata di tanti nostri discorsi, come per dire: qui non si può concludere nulla di buono. Strano Paese, in cui ciascuno critica l’Italia e al tempo stesso se ne dissocia, come se gli italiani fossero sempre gli altri.

Eppure siamo molto meno peggio di quanto ci vogliamo dipingere. Tanto che, paradossalmente, perfino questo nostro continuo criticarci a volte diventa un pregio. Perché i veri difensori di una civiltà non sono i suoi goffi e retorici esaltatori, ma i suoi critici: a volte perfino i suoi detrattori e i suoi castigatori. Il mugugno di noi italiani è fastidioso e ingeneroso, ma serve pure a tenere desta l’attenzione per limitare i danni. In fondo il cinema italiano è diventato un cinema solo quando ha cominciato a smascherare le nostre miserie e le nostre viltà.

Speriamo che la Nazionale non inciampi goffamente contro qualche carneade neozelandese o slovacco. Dovesse succedere, diamo per scontato che torneremo tutti anti-italiani. Farebbe parte del nostro modo di essere. Ma per il momento prendiamo atto che l’inizio di questo Mondiale, con tanto e spontaneo tifo, è la prova che questo popolo si vuol bene molto più di quanto voglia far credere.
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